A Scienza e Ingegneria dei Materiali i migliori studenti premiati dai migliori professori

Una giornata di festa a Scienza e Ingegneria dei Materiali. Il Corso di Laurea, che afferisce al Dipartimento di Ingegneria Chimica, dei Materiali e della Produzione Industriale, così come è prassi da qualche anno, ha riunito, il 13 settembre, docenti, ex allievi, studenti – ‘anziani’ e matricole – per celebrare traguardi, annunciare novità e illustrare gli insegnamenti a scelta autonoma. Ma anche, e soprattutto, per premiare professori e studenti che si sono distinti nell’anno accademico che si sta chiudendo. “Il miglior modo per pubblicizzare il nostro Corso di Studi è senz’altro quello di far incontrare vecchi e nuovi studenti, perché sono i fatti a parlare. Laureati e laureandi mostrano alle matricole ciò che possono diventare”, dice il prof. Giancarlo Caprino, docente di Tecnologie dei Materiali Compositi, ex Coordinatore del Corso di Studi (“questa iniziativa l’ho proposta un paio di anni fa”), nominato miglior professore per l’anno accademico 2017-18, insieme al prof. Francesco Marmo di Scienza delle Costruzioni I. “La soddisfazione di aver ricevuto questo premio non sta nella targa in sé, ma nel percepire il clima che si respira in aula”, aggiunge il prof. Caprino, il quale a breve andrà in pensione. Il tratto distintivo di questo indirizzo di studi è il ristretto numero di iscritti, un gruppo con numeri comparabili a classi di liceo, più che ad una tradizionale aula universitaria. Ciò permette agli studenti di costruire rapporti umani con i professori, di apprezzarne tutte le capacità, che possono essere valutate in apposite schede, utilizzate per nominare i migliori professori dell’anno. “Ci conosciamo tutti, studiamo insieme, lavoriamo insieme ai progetti. Si va avanti insieme e questo ci unisce”, conferma Enrica Luzzi, migliore studentessa della Triennale, premiata con Bruno Flavio Di Dio, per la Laurea Magistrale, con una targa e un tablet di buon augurio per il loro futuro proprio dai due neo-eletti migliori professori. “La nostra preparazione è ottima. Ma si potrebbero approfondire alcune materie dedicate a chi ha orizzonti diversi dalla ricerca e nutre interessi a ricoprire ruoli aziendali nel post-laurea”, aggiunge Enrica. Ad un anno dalla tesi di laurea improntata sui Biomateriali per la diagnostica, Di Dio ha iniziato a lavorare in Toro Rosso, il secondo team del gruppo Red bull, una scuderia italiana che ha esordito nel 2006, la quale dà opportunità lavorative interessanti a molti neolaureati: “propongono un programma di formazione che ti fa conoscere tutti gli aspetti di questo lavoro. Ho iniziato come Quality Engineer, poi sono passato al ruolo di Process Engineer e nell’ultimo periodo ho iniziato nel Design Office. La tesi non ha nulla a che fare con ciò di cui mi occupo adesso. E questo per dire di stare tranquilli, che a volte scegliere qualcosa serve anche per capire cosa non vogliamo fare, che non si tratta necessariamente della scelta della vita. Le aziende non guardano solo e subito alle competenze, ma valutano la persona che si trovano di fronte, il capitale umano”. Il metodo e l’elasticità mentale che consente di risolvere i problemi “è probabilmente la cosa che più ci contraddistingue dalle altre figure che lavorano nel team. Per sviluppare nuovi materiali, devi imparare a pensare seguendo degli obiettivi: inizi il progetto ponendoti dei gates, che ti aiutano nel selezionare le idee più valide e interessanti dalle altre che vanno scartate. Devi per forza organizzare il lavoro a tappe. Per gli altri questo è un approccio nuovo, che hanno bisogno di imparare soprattutto all’inizio, noi, invece, siamo avvantaggiati, perché è l’impostazione a cui ci hanno abituato durante il percorso accademico in questo indirizzo di studi”, sottolinea Naomi Lunadei, oggi Innovation Products Manager all’Irplast, ospite dell’incontro a otto anni dal conseguimento della Laurea Magistrale. Una scelta, quella del Corso di Laurea, che “rifarei senza dubbio”. La sua testimonianza: “Ad ottobre ho sostenuto i colloqui per entrare in azienda presso Unilever, che si occupa del packing di moltissimi prodotti di consumo quotidiano; a dicembre mi sono laureata e a gennaio ho iniziato a lavorare con loro. Questo a conferma di quanto interesse ci sia per la nostra figura professionale. Anch’io adesso sono in cerca di nuovi neo-laureati che possano entrare a far parte del team per l’azienda con cui lavoro attualmente, Irplast, perché i posti disponibili sono ancora molto più che i laureati”. Tra vari impieghi, Lunadei ha anche lavorato presso la Philip Morris, in Svizzera: “è stata la stessa multinazionale a cercarmi. Non avevo presentato alcuna richiesta, era girato fino a loro il mio curriculum ed è stata stesso l’azienda per cui lavoravo in quel periodo, Unilever, a consigliarmi di partire, per fare esperienza in settori diversi e in città diverse”. Alla domanda di una matricola se ci siano opportunità lavorative in questo ambito anche in Campania, Lunadei risponde affermativamente e cita ad esempio la sede di Unilever a Caivano presso cui ha lavorato, ma sottolinea che l’ingegnere dei materiali deve poter tenere la mente aperta ad ogni opportunità, ovunque si presenti. Un consiglio rafforzato dalle parole del prof. Caprino: “non fossilizzatevi mai. Dovete sempre pensare di dover crescere”.
Conclude il prof. Giovanni Filippone, Coordinatore del Corso: “se Milano e Torino vi offrono un Corso di studi diverso, che vi piace di più, vi accompagno io con la macchina. Ma, se pensate di essere costretti a spostarvi per trovare lavoro dopo la laurea, state tranquilli. Concentratevi sugli aspetti professionalizzanti, così che nei prossimi anni aggiorneremo questi loghi aziendali con quelli per cui lavorerete voi”, mostrando ai ragazzi i marchi di aziende internazionali di vari ambiti che hanno assorbito i laureati in Ingegneria dei Materiali: Bridgestone, Ferrari, Alcantara, MBDA, Michelin, Ariston, giusto per fare qualche esempio.
Entusiaste le matricole presenti all’incontro. Non manca un po’ di preoccupazione come nel caso di Simona Vassallo: “ho frequentato alle superiori Scienze Umane, ovviamente sono un po’ spaventata che quello che so non sia abbastanza. Ma noto molta collaborazione tra studenti e professori, e questo credo mi aiuterà molto”. Maria Alessia Di Maio, diplomata al Liceo Scientifico, ha trovato interessante ascoltare le testimonianze dei laureati: “anche se avrei voluto che qualcuno parlasse dell’ambito della ricerca, che è quello che mi ha incuriosito di più di questo Corso. Ma avremo tempo per informarci”.
Agnese Salemi
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