A spagnolo, un professore D.O.P.

“Insegno in questa facoltà da circa otto anni. Quest’anno, per la prima volta, ho avuto il contratto di docenza presso il Corso di Laurea in Scienze del Turismo” racconta il prof. Giancarlo Gargiulo, docente di Lingua spagnola alla Facoltà di Economia. 34 anni, laureato in Economia e Commercio, tesi di laurea in inglese, un lungo periodo trascorso all’estero – a Londra e, soprattutto, a Madrid, dove ha svolto una parte degli studi-. Diplomato presso l’Istituto Cervantes, è iscritto all’albo traduttori e interpreti della Camera di Commercio. Ha iniziato questo ‘maledetto lavoro’, come lui stesso dice scherzosamente, per passione (prima come assistente ora con il ruolo di docente a contratto): “è l’unica motivazione, almeno finché non sei strutturato. Non ho parenti all’università, ho preso la mia decisione nel ‘98 quando, per la prima volta, sono entrato in aula per fare lezione a quelli che, allora, erano miei coetanei e ne sono uscito tra gli applausi. Da allora tutti i miei corsi si sono conclusi così”. Un grande rapporto quello che il professore riesce ad instaurare con i suoi studenti i quali, anche a distanza di tempo, mantengono un forte legame con il loro insegnante di spagnolo. Si tratta di una seconda lingua che assegna appena quattro crediti e la prova finale attribuisce solo un’idoneità. Il corso, che si svolge nel secondo bimestre del terzo anno, è quindi estremamente compatto: 24 ore di lezione frontale distribuite nell’arco di poco più di un mese. “In questo lasso di tempo cerco di fornire agli studenti delle basi di grammatica e fonetica utilizzando come dispense, articoli che parlano di turismo” spiega Gargiulo che ha realizzato un piccolo opuscolo con tutte le principali regole dello spagnolo, disponibile sul suo sito, previa richiesta di password. Alla prova finale i ragazzi devono leggere e tradurre un testo, “ad alcuni ho dovuto chiedere se già avevano delle conoscenze. Constatare che dopo così poche lezioni, le persone sono in grado di leggere e tradurre efficacemente, ti fa enormemente piacere. Vuol dire che hai saputo fornire loro tutti gli strumenti al meglio”. Le metodologie utilizzate per tenere desta l’attenzione degli studenti in aula sono di tipo interattivo. “Faccio leggere i ragazzi insieme a me, do loro il microfono, uso un linguaggio semplice utilizzando, talvolta, anche il napoletano per richiamare degli usi comuni ad entrambe le lingue. Ho avuto modo di verificare che, in questi modi i concetti restano”. Come è facile immaginare l’atmosfera in aula è distesa e informale, il professore non indossa mai giacca e cravatta (‘vanno bene se hai sessat’anni’), non si fa dare del lei e dopo gli esami va a bere qualcosa con gli studenti, “tutte cose che ho appreso a Madrid”. 
Agli inizi di gennaio, a programma ormai concluso, si sono svolte due originali lezioni di ricapitolazione: strumento didattico prescelto un grande successo musicale dell’estate: La Camicia Negra di Juanez. “L’abbiamo adoperata come spunto per delle riflessioni sulla pronuncia e sulla grammatica e per un’ultima lezione divertente. Ha funzionato, l’attenzione in aula è stata massima”. 
L’efficacia dei suoi metodi è confermata dal numero di iscritti al corso di spagnolo (250 su 350 studenti) e dall’insistenza con la quale gli stessi studenti hanno fatto pressione per avere un laboratorio. “Proprio loro mi hanno fatto scoprire che se ne poteva realizzare uno. Ho presentato il  progetto: se ne discuterà al prossimo Consiglio di Facoltà. Molti hanno anche chiesto l’inserimento dello spagnolo nella Specialistica. Per ora è previsto solo l’inglese, mi auguro che ci sia in futuro  anche la seconda lingua”. 
Gli studenti e gli ex allievi che ancora affollano lo studio di Gargiulo, lo definiscono un professore ‘DOP’ (Disponibile Originale Paziente) ed hanno, nei suoi riguardi, solo parole affettuose. “È diverso dagli altri. Non solo ha saputo aprirci gli occhi sulla civiltà di un altro paese ma anche sulla nostra storia attraverso ricerche e approfondimenti storici sui Borboni”, dice Nunzia Formicola, iscritta al terzo anno di Scienze del Turismo. “I suoi consigli mi sono stati preziosi all’estero. È stato il  tutor di riferimento di molte persone che hanno fatto l’Erasmus, anche di quelle che sono andate in paesi diversi dalla Spagna”, aggiunge Aniello Zito. “Rompe le barriere che dividono studenti e insegnanti. Per parlare con lui non devi sottostare ai suoi umori: è sempre il momento giusto” dichiara Velia Guazzo, dottoranda in Statistica. “Vai al corso con piacere e non ti pesa dover sostenere un esame, perché di fronte te c’è una persona che sa calarsi nei tuoi panni e ha l’atteggiamento di chi dice: coraggio siete preparati!” conclude Paola Borriello, laureata in Economia.
 Simona Pasquale
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