“Spero di studiare con gioia”. Federica Ricciardelli sintetizza con queste poche battute i suoi propositi per la nuova esperienza di allieva in Scienze dell’Architettura. “So che è impegnativo”, aggiunge, “che ci si chiede di studiare con costanza e che trascorrerò nelle aule universitarie gran parte delle mie giornate, per i prossimi anni. Ecco perché confido di trovare il gusto dello studio, dell’apprendimento”. Federica è tra i neoiscritti, non molti in verità, circa una trentina, che hanno partecipato il 25 settembre alla presentazione dei corsi del primo anno, in una delle aule al quarto piano della sede di via Toledo. Appuntamento ormai tradizionale e consolidato. “È vero – ammette la prof.ssa Antonella Di Luggo, Presidente del Corso di Laurea – che non hanno partecipato in molti. Credo però possa essere dipeso anche dal fatto che, il 25, non erano stati ancora pubblicati i risultati della prova di ammissione che si è svolta ad inizio settembre”.
Curiosità, un pizzico di apprensione per la nuova avventura, fame di informazioni: questi gli elementi che accomunano ragazze e ragazzi in aula, in attesa che cominci l’incontro con i docenti. Giovanni Pascarella, 19 anni, ha una certezza – “sono convinto che questa sia la mia strada” – ed una preoccupazione. Comune, peraltro, a tanti suoi colleghi del passato. “Non vorrei – dice – arenarmi sugli esami tecnici. A me piace disegnare, amo la storia, ma non è che in matematica me la cavassi granché bene a scuola”. Ludovico Di Gennaro è impaziente di cominciare i corsi: “Mi dicono che il 7 si parte. Non vedo l’ora di mettermi alla prova”. C’è chi ha già sperimentato le prime difficoltà. È il caso, in particolare, di Annalisa Ardito: “Avevo bisogno di sapere in quale aula si sarebbe tenuto quest’incontro di presentazione. In segreteria nessuno ne era a conoscenza. Ho provato a chiedere in portineria, peggio di prima. Alla fine ci sono arrivata salendo piano dopo piano e chiedendo in giro ai ragazzi”.
Problemi che potranno essere risolti, almeno in buona parte, tramite la consultazione del nuovo sito. “Lo abbiamo organizzato e sistematizzato”, ricorda infatti la prof.ssa Di Luggo. A lei, il 25 settembre, tocca il compito di introdurre per linee generali Scienze dell’Architettura. “Dura tre anni – ricorda – terminati i quali si può progettare su scala ridotta, si può collaborare con enti, istituzioni, studi privati. Chi desideri proseguire per conseguire la Specialistica, avrà l’opportunità di frequentare Progettazione Architettonica qui ad Architettura della Federico II, od altri Corsi di Laurea altrove”. Prosegue: “Nei tre anni affronterete 5 Laboratori (tre di Progettazione e due di Tecnologia). Gli esami sono 20. I corsi obbligatori sono dal lunedì al giovedì. Il venerdì è dedicato alle attività a scelta. Approfondimenti legati, per esempio, alla sceneggiatura, al design”.
Il progetto, ovviamente, è uno dei momenti centrali nella formazione di un architetto. Il prof. Mario Saverio Ciarcia, che insegna appunto in uno dei laboratori di Progettazione, si rivolge così agli studenti: “La cosa importante è che le vostre idee siano ben sviluppate, a partire dalle premesse teoriche. Svolgeremo esercitazioni in aula ed in gruppo. Quest’anno ci confronteremmo con un tema affascinante: Nisida”.
Dopo Ciarcia, ecco la prof.ssa Maria Cerreta, che insegna Estimo. “Molti tra voi si chiederanno – esordisce – quale misteriosa disciplina io verrò a proporvi. Ebbene: l’Estimo non è altro che la capacità di analizzare in maniera scientifica ed appropriata i costi. Per un architetto, credetemi, è fondamentale. I vostri clienti, vi auguro di averne molti, vi chiederanno innanzitutto quanto costa un determinato progetto, un intervento”.
Il prof. Gianmaria Di Lorenzo di Tecnica delle Costruzioni introduce gli studenti nel mondo, per tanti minaccioso, delle strutture, del cemento e dell’acciaio. “Quando affronterete la mia materia al terzo anno – dice – sarete alla fine di un percorso iniziato con Statica e con Scienze delle costruzioni, ormai fuse in Teoria delle Strutture. In genere tanti tra i vostri colleghi più grandi lasciano il mio esame alla fine, come scelta strategica. Non so se sia opportuno. Io farò di tutto per aiutarvi ad impadronirvi di concetti ed abilità che per voi architetti sono importanti almeno quanto per noi ingegneri. In bocca al lupo e lavorate sodo sin dall’inizio, dalla settimana prossima, quando partiranno i corsi”.
“Dovrete acquisire una formazione tecnica e sarebbe importante che fosse il più possibile integrata con la progettazione. Non dovete dimenticare, però, la capacità di disegnare, anche a matita. Se vi siete immatricolati ad Architettura è perché nutrite un amore per il bello. Deve venire fuori. I risultati li otterrete con la qualità dell’impegno, senza la quale resterete delusi”, l’esortazione della prof.ssa Annamaria Puleo di Laboratorio di Progettazione.
Storia dell’architettura è un altro tra gli insegnamenti del primo anno. Uno dei docenti è il prof. Sergio Villari. “Ci occuperemo – anticipa – dell’architettura moderna, tra il Rinascimento ed il Settecento. Molti tra voi potrebbero interrogarsi sull’utilità e sul senso di studiare la storia per un architetto. Ebbene, la risposta è che Architettura è una disciplina per metà umanistica e per metà scientifica. Parte dall’esigenza di fornire una risposta alla necessità dell’abitare, ma poi diventa una forma di comunicazione, un linguaggio. L’austriaco Adolf Loos, tra i pionieri della moderna architettura, ebbe a dire che l’architetto è un manovale che conosce il latino. Ebbene, la storia dell’architettura è il latino, è l’aspetto umanistico indispensabile all’architetto manovale”.
Fabrizio Geremicca
Curiosità, un pizzico di apprensione per la nuova avventura, fame di informazioni: questi gli elementi che accomunano ragazze e ragazzi in aula, in attesa che cominci l’incontro con i docenti. Giovanni Pascarella, 19 anni, ha una certezza – “sono convinto che questa sia la mia strada” – ed una preoccupazione. Comune, peraltro, a tanti suoi colleghi del passato. “Non vorrei – dice – arenarmi sugli esami tecnici. A me piace disegnare, amo la storia, ma non è che in matematica me la cavassi granché bene a scuola”. Ludovico Di Gennaro è impaziente di cominciare i corsi: “Mi dicono che il 7 si parte. Non vedo l’ora di mettermi alla prova”. C’è chi ha già sperimentato le prime difficoltà. È il caso, in particolare, di Annalisa Ardito: “Avevo bisogno di sapere in quale aula si sarebbe tenuto quest’incontro di presentazione. In segreteria nessuno ne era a conoscenza. Ho provato a chiedere in portineria, peggio di prima. Alla fine ci sono arrivata salendo piano dopo piano e chiedendo in giro ai ragazzi”.
Problemi che potranno essere risolti, almeno in buona parte, tramite la consultazione del nuovo sito. “Lo abbiamo organizzato e sistematizzato”, ricorda infatti la prof.ssa Di Luggo. A lei, il 25 settembre, tocca il compito di introdurre per linee generali Scienze dell’Architettura. “Dura tre anni – ricorda – terminati i quali si può progettare su scala ridotta, si può collaborare con enti, istituzioni, studi privati. Chi desideri proseguire per conseguire la Specialistica, avrà l’opportunità di frequentare Progettazione Architettonica qui ad Architettura della Federico II, od altri Corsi di Laurea altrove”. Prosegue: “Nei tre anni affronterete 5 Laboratori (tre di Progettazione e due di Tecnologia). Gli esami sono 20. I corsi obbligatori sono dal lunedì al giovedì. Il venerdì è dedicato alle attività a scelta. Approfondimenti legati, per esempio, alla sceneggiatura, al design”.
Il progetto, ovviamente, è uno dei momenti centrali nella formazione di un architetto. Il prof. Mario Saverio Ciarcia, che insegna appunto in uno dei laboratori di Progettazione, si rivolge così agli studenti: “La cosa importante è che le vostre idee siano ben sviluppate, a partire dalle premesse teoriche. Svolgeremo esercitazioni in aula ed in gruppo. Quest’anno ci confronteremmo con un tema affascinante: Nisida”.
Dopo Ciarcia, ecco la prof.ssa Maria Cerreta, che insegna Estimo. “Molti tra voi si chiederanno – esordisce – quale misteriosa disciplina io verrò a proporvi. Ebbene: l’Estimo non è altro che la capacità di analizzare in maniera scientifica ed appropriata i costi. Per un architetto, credetemi, è fondamentale. I vostri clienti, vi auguro di averne molti, vi chiederanno innanzitutto quanto costa un determinato progetto, un intervento”.
Il prof. Gianmaria Di Lorenzo di Tecnica delle Costruzioni introduce gli studenti nel mondo, per tanti minaccioso, delle strutture, del cemento e dell’acciaio. “Quando affronterete la mia materia al terzo anno – dice – sarete alla fine di un percorso iniziato con Statica e con Scienze delle costruzioni, ormai fuse in Teoria delle Strutture. In genere tanti tra i vostri colleghi più grandi lasciano il mio esame alla fine, come scelta strategica. Non so se sia opportuno. Io farò di tutto per aiutarvi ad impadronirvi di concetti ed abilità che per voi architetti sono importanti almeno quanto per noi ingegneri. In bocca al lupo e lavorate sodo sin dall’inizio, dalla settimana prossima, quando partiranno i corsi”.
“Dovrete acquisire una formazione tecnica e sarebbe importante che fosse il più possibile integrata con la progettazione. Non dovete dimenticare, però, la capacità di disegnare, anche a matita. Se vi siete immatricolati ad Architettura è perché nutrite un amore per il bello. Deve venire fuori. I risultati li otterrete con la qualità dell’impegno, senza la quale resterete delusi”, l’esortazione della prof.ssa Annamaria Puleo di Laboratorio di Progettazione.
Storia dell’architettura è un altro tra gli insegnamenti del primo anno. Uno dei docenti è il prof. Sergio Villari. “Ci occuperemo – anticipa – dell’architettura moderna, tra il Rinascimento ed il Settecento. Molti tra voi potrebbero interrogarsi sull’utilità e sul senso di studiare la storia per un architetto. Ebbene, la risposta è che Architettura è una disciplina per metà umanistica e per metà scientifica. Parte dall’esigenza di fornire una risposta alla necessità dell’abitare, ma poi diventa una forma di comunicazione, un linguaggio. L’austriaco Adolf Loos, tra i pionieri della moderna architettura, ebbe a dire che l’architetto è un manovale che conosce il latino. Ebbene, la storia dell’architettura è il latino, è l’aspetto umanistico indispensabile all’architetto manovale”.
Fabrizio Geremicca