Ad Informatica si allevano talenti

Hanno raggiunto traguardi importanti, ma ricordano con affetto l’Ateneo in cui sono cresciuti e i docenti che hanno incontrato e che hanno saputo far amare loro quello studiavano fornendo, al tempo stesso, degli strumenti competitivi per il mondo del lavoro. Ecco le storie di tre laureati in Informatica presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie dell’Università Parthenope. 
“Dopo il Liceo Classico, mi sono iscritta ad Informatica per scommessa, scegliendo un campo non ancora tanto di moda; nel 2005, quando ho iniziato, non si usavano ancora tanti computer. Tutti mi dicevano che ero brava, ma, in verità, ero solo veloce con la tastiera. Tutto quello che so, l’ho imparato all’università. Anzi, ho scoperto l’amore per quello che stavo facendo con lo studio. Molto è merito dei miei docenti, in particolare dei professori Raffaele Montella e Giulio Giunta”, racconta Luigia Ambrosio, 31 anni, originaria di San Giuseppe Vesuviano. Ora vive a Cambridge, nel Regno Unito, e lavora come responsabile della qualità alla MathWorks l’azienda che produce il Matlab, un ambiente per il calcolo numerico e l’analisi statistica, di riferimento per la scienza, la finanza e diversi altri settori avanzati. “In Italia l’utilizzo di questo strumento, e della Matematica Computazionale in generale, è limitato. Qui in Inghilterra, invece, ogni due anni, ristampano con il Matlab la Sterlina anticontraffazione. Sognavo di lavorare per questa società così ho inviato il curriculum una settimana dopo la laurea, non volevo avere rimpianti. Se sono qui da tre anni ormai, è merito anche del laboratorio di Modellistica Numerica dell’Università Parthenope, dove ho svolto il lavoro per le mie tesi, acquisendo conoscenze che mi hanno avvantaggiata durante la selezione”. Ciò che più l’ha colpita della sua formazione, è stato imparare a virtualizzare in termini informatici i fenomeni del mondo reale e il rapporto con i docenti: “una cosa all’inizio, per me, impensabile, inimmaginabile. È il bello dell’Università Parthenope, un ambiente raccolto, in cui siamo persone e non matricole”. A chi è ancora studente, raccomanda di essere sempre aperto alle novità perché la tecnologia è sempre in evoluzione: “è difficile, c’è sempre qualcosa che non sai. Una bella sfida che ci tiene svegli”.
“La mia laurea Triennale
compete con 
la preparazione
avanzata statunitense”
Giovanni Coviello 32 anni, di Casal di Principe in provincia di Caserta, lavora da sei anni a Princeton, negli Stati Uniti, al laboratorio della NEC. “Ho sempre avuto l’hobby dell’Informatica e della programmazione”, dice. Tuttavia, dopo il Liceo Scientifico si iscrive a Economia: “è andato tutto bene con gli insegnamenti di carattere matematico, ma non sono mai riuscito ad affrontare quelli di tipo economico e giuridico. Dopo un po’, ho cambiato, ma prima ho consultato i piani di studio in Informatica proposti dalle Università più vicine. Ho scelto la Parthenope perché mi sembrava il Corso più interessante, con più esami pratici. Mi sono trovato bene fin dal primo giorno; passare da un’aula di quattrocento persone ad una di ottanta, dove riesci a coltivare rapporti stretti con i docenti, consente un maggior approfondimento, una delle cose migliori dell’Ateneo”. La svolta è arrivata durante il lavoro di tesi Triennale: su consiglio del suo professore, pubblica il programma che stava scrivendo sul sito del Dipartimento. Fra coloro che lo sperimentano, c’è anche il NEC Laboratory che lo invita per tre mesi in sede: “dopo una settimana avevamo risolto tutti i problemi del software e abbiamo iniziato a lavorare su altre cose”. Torna a casa, il tempo di dare l’ultimo esame e discutere la tesi. Oggi si occupa di sistemi integrati e di sicurezza pubblica per società di servizi, agenzie governative, aeroporti, aziende di trasporto pubblico: “viaggio molto, da due anni cambio fuso orario almeno due volte al mese, spostandomi fra Europa, America e Asia. Devo molto alla mia formazione universitaria, nel nostro laboratorio ospitiamo molti studenti di dottorato, ma la mia laurea triennale compete da sempre con la preparazione avanzata statunitense”. 
Francesca Lucarelli, 28 anni, vive a Napoli, dove è nata, e lavora per una casa farmaceutica inglese, per la quale si occupa del software gestionale. Ha svolto la tesi Magistrale nel Laboratorio di Calcolo Numerico e Parallelo, partecipando ad alcuni progetti dal vivo, fino ad essere coinvolta nelle attività del gruppo della prof.ssa Alessandra Rotundi, impegnata nel programma spaziale Rosetta, una missione terminata l’anno scorso che consisteva nell’esplorazione della cometa periodica 67P/Churyumov Gerasimenko con una sonda e un lander: “ho vinto una borsa di studio di due anni dell’ESA; l’Agenzia Spaziale Europea e, in seguito, un assegno di ricerca per lavorare allo sviluppo della simulazione dell’orbita della sonda: è stata la mia più bella  esperienza universitaria vedere le applicazioni alla realtà. Una cosa che, in fase di colloquio, mi ha dato dei considerevoli vantaggi in termini lavorativi”, dice parlando di sé. Si è iscritta ad Informatica un po’ alla cieca, seguendo gli interessi maturati durante gli anni del liceo scientifico, con un programma sperimentale di lingue: “l’amore è scattato al corso di Programmazione del prof. Giunta. Tutto quello che so viene dall’università. Mi piacerebbe, un giorno, realizzare un progetto mio, autonomo. Sarebbe carino se un’idea sviluppata al di fuori del lavoro diventasse qualcosa di più”.
Simona Pasquale
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