La prova del nove dei futuri psicologi: il tirocinio

Studio e ancora spropositato studio fino ad arrivare alla conquista più ambita: la pratica. Il tirocinio è un’esperienza eccitante, che prima o poi tocca vivere a tutti gli studenti universitari, di durata variabile, con lo scopo principale di formare e preparare l’entrata nel mondo del lavoro. L’Istituto di Terapia Relazionale “I.Te.R.” accoglie ogni anno un gran numero di studenti provenienti da percorsi di indirizzo psicologico di diverse università, tra le quali il Suor Orsola Benincasa, per svolgere questo tipo di attività. Attualmente il gruppo è composto da 23 ragazzi che, guidati dal neuropsicologo clinico Ferdinando Ivano Ambra e dalla psicoterapeuta Stefania Vasto, si sono imbattuti in questa avventura, come una piccola squadra. Dovranno tutti concludere il tirocinio Magistrale post-laurea di un anno, della durata di 1000 ore complessive, calandosi nella simulazione di terapie, assistendo a colloqui dal vivo sostenuti dagli psicologi dell’I.Te.R. e dalla psicologa clinica Rossella Aurilio, direttrice dell’istituto, presso le due sedi, a Napoli e a Caserta, o negli ambulatori del Policlinico dell’Università Vanvitelli. “Il tirocinio è un percorso lungo e intenso, che mi sta facendo crescere e arricchire. I professori sono molto gentili e disponibili a chiarire qualsiasi dubbio. Le simulate tra noi tirocinanti, inoltre, supervisionate dai professori, ci fanno assaporare il vero senso di questo lavoro”, racconta Imma Panariello, una tirocinante del gruppo. “Sono contenta di aver scelto l’istituto I.Te.R. perché mi offre la possibilità di fare non il solito tirocinio ma qualcosa di più, su un altro livello, che mi ha affascinato e dato più sicurezza al pensiero di un eventuale confronto con un paziente”, le parole di Michela Auriemma sottolineano l’importanza che ha il praticantato per questo tipo di lavoro, dove si investe tutto se stessi e si cerca di aiutare una persona in difficoltà, creando una relazione di fiducia, nella quale è necessario armarsi di determinatezza e nello stesso momento di molto intuito per comprendere come meglio agire con chi si ha di fronte. “Mi aspetta ancora tanta strada ma ora sono più motivata. Ho assopito alcune paure, che erano come freni per me – rivela Teresa Petillo, facendosi portavoce anche dei muti timori che si serbano nel cuore di chi intraprende questo percorso in salita, che va a infittirsi e che mette a dura prova ogni studente, da quello più capace al meno pronto – La paura di non essere in grado, di farmi sopraffare da me stessa, di non essere utile per il paziente è un mostro con cui sto imparando a lottare e che mi spaventa molto meno di prima!”, aggiunge. “Al termine dei colloqui a cui assistiamo, facciamo un brainstorming nel quale i docenti ci spiegano tutta la dinamica della seduta e soprattutto ci offrono la possibilità di esprimere il nostro parere, di palesare le nostre impressioni ed emozioni – Roberta Reale lascia trasparire tutta la sua soddisfazione – Alcuni amici del mio stesso corso, che hanno scelto un altro ente, non stanno imparando tanto quanto me. Immagino che la ragione possa essere attribuita al fatto che il mio tirocinio è d’avanguardia perché uno dei pochi così avanzati e ben organizzati”. La dottoressa Aurilio, direttrice dell’istituto, spera di poter accogliere nuovi studenti e afferma: “L’istituto è aperto a tutti gli studenti più volenterosi. Il tirocinio per gli psicologi o per chiunque altro futuro professionista è essenziale. È il momento in cui si impara di più. Dei miei trent’anni di esperienza posso solo essere felice e soddisfatta. I miei ragazzi sono sempre più numerosi e benevolmente messi a proprio agio. Io, come psicologa clinica sistemico-relazionale, spero di poterli aggiungere alla mia professionale équipe. Noi sistemici lavoriamo in gruppo e il nostro obiettivo è anche quello di valutare l’assetto della famiglia del paziente, per aiutarla tutti insieme, sistemando l’equilibrio tra i vari ruoli. Siamo, insomma, una famiglia che aiuta altre famiglie”. Il gruppo di futuri psicologi ha unanimemente imparato che l’esperienza è alla base del lavoro, è una conferma, la marcia in più per non arrendersi e continuare più forti di prima, indirizzandosi verso sentieri più insidiosi ma con gambe robuste e spirito scattante.
Francesca Corato
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