“Questa non è una Facoltà! E’ ridicolo seguire le lezioni in un cinema: gli studenti in platea e il docente sul palco, per giunta con un solo proiettore!”, dice una studentessa che, come i suoi colleghi, segue la maggior parte dei corsi al cinema Astra. Sala utilizzata addirittura anche per le sedute di laurea. L’anno accademico a Sociologia è partito tra grandi difficoltà. Alla carenza cronica di spazi si è aggiunta la protesta dei ricercatori che ha impedito di sdoppiare gli insegnamenti più affollati, con grandi disagi per studenti e docenti. “Le lezioni sono cominciate da due settimane circa, ma in Facoltà ci sono andato una o due volte giusto per vedere com’è fatta… – racconta Dario, matricola 19enne di Marano che incontriamo il 28 ottobre al cinema di via Mezzocannone – seguo tutti i corsi all’Astra”. “Solo le lezioni di Storia del pensiero sociologico si svolgono presso la Facoltà, a S. Biagio dei Librai – interviene Anna, altra neo-iscritta – Per gli altri corsi, ci si sposta al cinema, dove almeno riusciamo ad entrare tutti”. Dopo due ore di lezione di Psicologia sociale con la prof.ssa Ida Galli, i ragazzi si ritrovano al bar per una breve pausa prima della lezione di Statistica. “Le poltrone del cinema sono fin troppo comode – confessa Paolo, originario di Arzano – mi addormento facilmente durante la lezione”. Al primo anno, poi, è comune essere un po’ disorientati. “A chi bisogna chiedere per avere informazioni, di qualsiasi genere?”, domanda Laura, alle prese col pagamento delle tasse on-line. “L’altro giorno – continua – mi sono recata all’Ufficio Orienta, al piano terra della Facoltà, per avere chiarimenti in merito alle modalità di pagamento, ma non hanno saputo dirmi nulla. Tra l’altro, spesso l’ufficio è chiuso, anche negli orari in cui dovrebbe essere aperto, come questa mattina”. Maria è della stessa opinione e, ancora un po’ in dubbio su dove iscriversi, afferma: “ho provato i test di selezione a Psicologia, al Federico II, ma non li ho superati; al test di orientamento di Sociologia, invece, ho raggiunto il punteggio di 28,25 ma non so se mi iscriverò. Mi preoccupa il dopo: non so bene di cosa potrebbe occuparsi un laureato in Sociologia…”. C’è chi ha trovato ‘difficile’ il test di autovalutazione, seppur l’abbia superato. “Le domande di Inglese erano complicate – dice Enza, 19 anni, di Giugliano – sinceramente, vista la selezione in ingresso, non immaginavo di trovare una Facoltà così affollata e, allo stesso tempo, disorganizzata. Mi spiegate come si può seguire una lezione di Statistica che dura due ore in un cinema? Io non riesco a stare attenta tutto il tempo e spesso non prendo appunti”. A quanto pare, non è l’unica. “L’Astra è capiente ma non è l’ideale per fare lezione – dice Patrizia, 21 anni, di S. Giorgio a Cremano – Anche il più volenteroso non riesce a seguire quattro ore di lezione di fila”. “Rispetto alla scuola, l’università è sicuramente un altro mondo – afferma Carmine, originario di Napoli, a cui piacerebbe, un giorno, lavorare nel settore della comunicazione – ma penso che andremmo seguiti diversamente”. Insomma, una situazione difficile che peggiora quando si verifica qualche inconveniente. Alle 11.20 la lezione di Statistica è annullata per lo scoppio di una lampadina. C’è delusione tra gli studenti che hanno raggiunto il centro solo per Statistica, ritenuto uno tra gli esami più complicati. “Questa è una Facoltà che va presa di petto – afferma un gruppo di studenti del secondo anno – prima di tutto, bisogna entrare nei ritmi, partecipare alla vita universitaria, e poi chiedere ai professori per essere certi di ogni cosa e chiarirsi le idee”. Difficoltà, seppur diverse, anche per i docenti. “Provo a fare del mio meglio – afferma la prof.ssa Galli – spiegando gli argomenti di Psicologia sociale in maniera aderente al manuale ad un’ampia platea di studenti. Nelle due ore di lezione, cerco di richiamare la loro attenzione agganciandomi anche alle conoscenze che hanno acquisito alle superiori”. La prof.ssa Galli ha aperto il corso spiegando l’attuale situazione dell’Università pubblica italiana: dalla riduzione del Fondo Ordinario, passando per il blocco del turn-over del personale. “Mi aspettavo mugugni – afferma la Galli, che appoggia in pieno la protesta “perché essendo stata ricercatrice per tanti anni so bene cosa significa essere sfruttati” – invece la lezione si è conclusa con un applauso degli studenti, i quali hanno sicuramente ragione a lagnarsi per tante cose ma, in questo momento, sarebbe meglio farlo per questioni di più ampio respiro”.