Prendono servizio, ad Architettura, i docenti vincitori di concorsi negli anni passati, mentre la Facoltà perde circa 20 unità, dal primo novembre, per pensionamenti. “I nuovi arrivi – riferisce il Preside Claudio Claudi – sono tre. Uno è Carmine Piscopo, che si è aggiudicato il concorso ad associato di Progettazione e Composizione architettonica e urbana della prima sessione del 2008. E’ un collega già noto in Facoltà perché da anni svolge i corsi a contratto. Ha preso servizio in qualità di ordinaria anche Antonella Di Luggo; ha vinto il concorso per prima fascia in Disegno e Rappresentazione architettonica nella prima sessione del 2008. Era già associata, in sostanza, ora diventa ordinaria”. Tanto per Piscopo quanto per Di Luggo c’è già il budget economico indispensabile a coprire i costi maggiori relativi al nuovo incarico dei docenti. Discorso diverso per Marella Santangelo, che era tecnico laureato e, nel 2005, ha conseguito l’idoneità nel concorso per due posti come professore associato di Progettazione architettonica, insieme a Gabriele Szanizlò. “Per la presa di servizio bisogna attendere che arrivi il differenziale di budget da parte dell’Ateneo – dice il Preside Claudi – Santangelo era strutturata, ma tecnico laureato. Ora diventa personale docente e va coperta la differenza di stipendio”.
Il caso Rossetti
La chiamata della dottoressa Santangelo riaccende vecchie polemiche, relative ad un concorso contestatissimo. Il caso risale al 2007, quando Antonio Rossetti, ricercatore e concorrente giudicato non idoneo nell’ambito della stessa prova sostenuta dalla Santangelo, denunciò pubblicamente sui giornali che il concorso non si sarebbe svolto regolarmente. Affermò che la sua concorrente era stata esaminata a porte chiuse, in difformità dal regolamento che disciplina tali prove. Sostenne di essere in possesso di titoli e pubblicazioni assai più significative, rispetto alla vincitrice. La vicenda lievitò anche in considerazione del fatto che la Santangelo è la figlia del vicesindaco di Napoli. Si aprì una discussione serrata, in seno ad Architettura, sui Dipartimenti occupati da famiglie intere, sulla regolarità delle procedure concorsuali, su meccanismi di selezione che parevano all’opinione pubblica ispirati al principio della cooptazione, piuttosto che della meritocrazia. La questione ha avuto anche risvolti giudiziari. Il Tar respinse il ricorso di Rossetti. Quest’ultimo si appellò al Consiglio di Stato, all’inizio del 2009. La magistratura amministrativa gli diede ragione: “L’applicazione dei parametri cui rapportare la valutazione comparativa tra i due candidati mostra una palese maggiore qualificazione del candidato Rossetti”. Il Rettore dell’epoca, Guido Trombetti, il 29 dicembre 2009 scrisse ai componenti la Commissione giudicatrice: “Si comunica che con Decreto Rettorale 4416 del 28 dicembre 2009, in ottemperanza a quanto disposto dal Consiglio di Stato, le signorie loro sono chiamate a riesaminare gli atti della procedura concorsuale, a partire dalla valutazione finale”. Il 16 aprile 2010 la Commissione si riunì per riesaminare gli atti e, di nuovo, premiò Santangelo e bocciò Rossetti. Nuovo ricorso di quest’ultimo al Consiglio di Stato. Il ricercatore sosteneva, infatti, che il nuovo giudizio della Commissione avesse eluso la precedente sentenza. Era il 17 aprile 2010. A giugno l’Avvocatura Generale dello Stato inviò un fax agli Affari Legali del rettorato: “Con l’accluso ricorso, il Rossetti ha nuovamente adito il Consiglio di Stato, al fine di ottenere l’esecuzione della sentenza 7645/09 (la prima del Consiglio di Stato). Si prega di provvedere, al fine di sottrarsi ad una possibile condanna alle spese”. Il rettorato, in via di autotutela, annullò il decreto che aveva approvato gli atti della Commissione che, per la seconda volta, aveva giudicato Santangelo più meritevole di Rossetti. Il 30 luglio 2010, però, il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso del ricercatore. Lui non si è dato per vinto. Dice: “Ho inoltrato una denuncia alla Procura nei confronti dei componenti di quella Commissione che mi giudicò inidoneo. Ritengo abbiano commesso il reato di falso ideologico”. Intanto il ricercatore, ora in pensione, ma titolare di un corso a contratto in Facoltà, ha inviato una lettera aperta a tutti i docenti ed i ricercatori di Architettura. “E’ giusto che sappiate”, scrive, “in che modo si è giunti alla idoneità della Santangelo”. Ripercorre le tappe della prova e sostiene ancora una volta che i concorrenti furono ascoltati, nella Biblioteca del Dipartimento, a porte chiuse. Quanto ai titoli, incalza: “Santangelo, tecnico laureato e vincitrice di un Dottorato di Ricerca, presentò come produzione scientifica tutti articoli scritti in collaborazione, per un totale di 44 pagine. Articoli che vanno da una pagina e mezzo ad un massimo di 14, con 7 pagine di immagini. Relativamente all’attività didattica, la candidata aveva soltanto 4 anni di docenza a contratto”. Prosegue la lettera: “Io, borsista ministeriale, contrattista, ricercatore confermato dal 1980, docente per affidamento dal 1989, presentai 4 volumi, per un totale di 774 pagine, scritti e progetti su riviste italiane e straniere, 25 anni di docenza e il ruolo di relatore di 650 tesi di laurea”. La professoressa Santangelo, contattata da Ateneapoli, replica molto brevemente: “Preferisco non dire nulla su questa vicenda. Mi limito, anzi, a ricordare che tutte le iniziative intraprese in sede giudiziaria dal dottore Rossetti si sono concluse in senso a me favorevole”.
Fabrizio Geremicca
Fabrizio Geremicca