Al Codis per apprendere il difficile mestiere del comunicatore scientifico

Un contratto a progetto presso Talete, società della Regione Campania impegnata nel settore della produzione multimediale, e una collaborazione presso l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Genova: giunto alla sua terza edizione, il master in Comunicazione e Divulgazione Scientifica (Codis) – organizzato dalle Facoltà di Sociologia e Scienze della Federico II, in collaborazione con Città della Scienza – comincia a mietere i primi successi collocando due ex allievi nel difficile mestiere del comunicatore scientifico, con un terzo partecipante impegnato in un colloquio di lavoro proprio nel giorno dell’inaugurazione del terzo ciclo, avvenuta lo scorso 16 dicembre nell’Aula Magna della Facoltà di Sociologia.
Diciannove i nuovi allievi del Codis (anche quest’anno alcuni posti sono rimasti vacanti), master aperto a laureati in qualsiasi disciplina. Un sociologo e un matematico, filosofi, biologi e dottori in Biotecnologie e in Scienze Naturali, diversi laureati in Lettere e Lingue: per l’anno accademico 2005/06 gli allievi del Codis sono equamente distribuiti tra discipline scientifiche e umanistiche. Un’ulteriore conferma per i suoi ideatori, per quanti hanno avuto “l’intuizione di coniugare due mondi opposti, per formare professionisti della comunicazione scientifica e avvicinare così il grande pubblico alla scienza”, evidenzia Gianfranco Pecchinenda, moderatore dell’incontro. 
Il Codis è un master in cui la Federico II crede molto, per via delle prospettive occupazionali. In Italia, infatti, la professione del divulgatore scientifico è ancora poco diffusa, soprattutto per la complessità degli argomenti da trattare. “La comunità scientifica – ammette il Rettore Guido Trombetti – è un po’ prigioniera del suo linguaggio. D’altra parte, molti colleghi temono che una semplificazione eccessiva possa snaturare i concetti. L’esito dell’ultimo quesito referendario sulla fecondazione assistita la dice lunga: i no hanno prevalso non per l’interferenza della Chiesa ma per la prosopopea degli scienziati, che deliberatamente sono stati poco chiari nelle loro spiegazioni”. “La conoscenza scientifica è alla base della vita democratica”, sottolinea Enrica Amaturo, Preside di Sociologia, secondo cui non bisogna semplificare il linguaggio, “ma basta cambiare registro. La conoscenza, dice Umberto Eco, non ha bisogno di definizioni ma di storie, e di storie fascinose”. Pertanto, per Alberto Di Donato, Preside della Facoltà di Scienze “il master è una sfida per costruire professionalità che sappiano coniugare la conoscenza di contenuti con la capacità della loro divulgazione”.
Gli allievi del Codis saranno chiamati a cimentarsi nel campo della comunicazione della scienza e della tecnologia per lavorare – un domani – nel settore del giornalismo scritto, radiotelevisivo e multimediale, della comunicazione istituzionale e d’impresa, dell’editoria e della museologia scientifica. La terza edizione darà maggiore enfasi al tema del trasferimento tecnologico. “Abbiamo già preso contatti con il Cern, il Centro europeo di ricerche nucleari – annuncia il prof. Renato Musto, docente del master – e puntiamo a rafforzare l’ambito dell’audiovisivo, affiancando la teoria con la realizzazione di prodotti reali. Speriamo, inoltre, nella riconferma di Telethon, sia come docenza che come ente di stage”. Tra questi, soprattutto centri di competenza locali quali l’Arpa, il Cira, il Coinor, il Cnr, Il Denaro, ma anche stage fuori regione, presso Leonardo, trasmissione televisiva di Rai 3, l’Istituto Superiore di Sanità e il già citato Telethon. Tra le strutture che ospiteranno i tirocini figura anche Città della Scienza. “Quella del comunicatore scientifico è una professione complessa, nel senso che può essere esercitata in molteplici campi. Pertanto, con le sue numerose attività (museo, trasferimento tecnologico, teatro scientifico, comunicazione via web), Città della Scienza – afferma il suo direttore, Lello Sansone – aiuta gli allievi a scegliere la direzione in cui specializzarsi”. 
Daniela Riccardi, laureata in Sociologia ed allieva della seconda edizione del Codis, ha optato per il mondo del multimediale, ed è stata premiata. Talete, la società presso cui ha svolto lo stage, le ha da poco proposto un contratto a progetto per la realizzazione di un prodotto nell’ambito del digitale terrestre. “Impegnatevi molto durante il tirocinio – consiglia ai colleghi – e fate di tutto per dimostrarvi utili”. Giulio Saccone, invece, è un ingegnere chimico, anche lui allievo dello scorso anno. “Secondo me, la formula vincente del master è riuscire a coniugare la teoria con la pratica, la cosiddetta attività di bottega”. Ed è proprio l’esperienza sul campo ciò di cui sono alla ricerca i nuovi iscritti al Codis. Perché, quale che sia il canale in cui si riuscirà a fare comunicazione scientifica, l’importante è lavorare. A sostenerlo, Stefano Pisani, Stefania Santoro, Ilaria Ricchi, Manuela Pitterà e Rosario Aversano. Al master, quindi, chiedono una formazione specifica e dicono no all’improvvisazione. A dar man forte agli allievi, le parole del loro tutor, Giuseppe De Martino, presente al master sin dalla sua prima edizione: “Nel corso degli anni, il Codis ha consolidato i filoni tematici: gli allievi avranno così un miglior orientamento nella scelta del loro stage”.
Paola Mantovano 
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