Al primo anno di Economia non c’è da rilassarsi!

Alla Facoltà di Economia l’inizio è da subito impegnativo e denso di studio e questo preoccupa la maggior parte delle matricole di Monte S. Angelo, che seguono i corsi del primo anno alle aule T. “La prima impressione che ho avuto entrando in quelle aule è stata che eravamo decisamente troppi! La cosa mi ha disorientato, era evidente che ci fosse un problema di capienza delle aule, soprattutto alle lezioni di Matematica e di Ragioneria” racconta Guido, iscritto al primo anno di Economia aziendale. “Dopo ho capito che il vero problema sarebbe stato stare al passo con gli esami. Avrei dovuto studiare di più durante i corsi, invece non ho aperto libro e così ho avuto meno tempo per preparare gli esami di gennaio e febbraio”. Il prof. Francesco Balletta, ordinario di Storia economica, riconosce che “sarebbe necessaria una maggiore ripartizione delle cattedre per evitare il problema del sovraffollamento delle aule, però ciò non è di competenza dei docenti. Certo, la disorganizzazione, unita ai docenti che non stimolano l’interesse per la materia, può creare disorientamento negli studenti, ma spesso manca in questi ultimi la capacità di studiare e preparare come si deve un esame”. Secondo il prof. Balletta, infatti, “lo studio è come lo sport, richiede un allenamento costante, giorno per giorno, e poi lo sprint finale”. La Storia, in particolare, non consiste in un elenco di date e fatti, ma serve a ragionare e aiuta a capire il perché di ciò che succede oggi. “Il consiglio che mi sento di dare agli studenti è quello di seguire sempre le lezioni, di ripetere subito gli argomenti trattati e di partecipare il più possibile anche ad attività extra-didattiche, come incontri e conferenze, che spesso si organizzano a Monte S. Angelo”. 
Microeconomia, 
esame impossibile?
Oltre a Storia economica, che si presenta indubbiamente discorsivo e ragionato, gli studenti del primo anno devono affrontare altri esami, come il temutissimo Microeconomia. “Ho capito da subito che si tratta di un esame tosto, perché il corso è pieno di gente molto più grande di me” continua Guido, mentre Martina confessa: “tutti mi hanno parlato di Micro come di un esame impossibile da superare al primo tentativo, sono molto scoraggiata, mi sto già preparando a darlo più di una volta”. La prof. Marina Colonna, che ha da poco iniziato il corso, conosce le paure degli studenti che si avvicinano alla materia: “da quest’anno Micro vale ben 15 crediti, così io ho più ore di lezione e vado più piano nelle spiegazioni, mentre gli studenti hanno più tempo per studiare. Quest’esame non è impossibile, bisogna ragionare e capire. Dal canto mio, cerco di stimolare l’interesse per la materia, che considero altamente formativa e in grado di fornire quell’elasticità mentale nell’affrontare i problemi che sarà utile per gli anni successivi”. L’esame è scritto e orale, per cui “è importante frequentare anche le esercitazioni, senza scindere mai la teoria dagli esercizi: gli uni non sono svolgibili senza l’ausilio dell’altra”, afferma. Ragionare, dunque, e non imparare a memoria, frequentare le lezioni, andare spesso a ricevimento, studiare giorno per giorno sono i trucchi fondamentali per arrivare preparati agli esami. 
Studiare giorno per giorno ed andare al ricevimento
“Quest’anno agli esami di Ragioneria ed Economia aziendale è mancata la fascia intermedia” – racconta il prof. Roberto Maglio – “ho messo voti alti e voti molto bassi. La verità è che lo studente che sa studiare e ha già metodo trova meno difficoltà ad affrontare gli esami universitari”. Secondo Guido, quest’esame è ben organizzato: “gli assistenti sono tanti e li trovi sempre a ricevimento, inoltre la prova intercorso fornisce uno stimolo in più a studiare al passo con le lezioni”, ma per il prof. Maglio “la prova intercorso è un’arma a doppio taglio: da un lato tiene lo studente attento verso la materia, dall’altro è difficile programmarla, dal momento che le immatricolazioni sono aperte fino ai primi di novembre e spesso ci sono studenti che solo allora iniziano a frequentare, per cui rallenta le lezioni. In ogni caso, è estremamente importante seguire le lezioni e le esercitazioni, studiare quotidianamente e venire a ricevimento a chiedere tutti i chiarimenti necessari”. 
“Questione
di metodo”
Altro scoglio del primo anno è Metodi matematici: Alessio Napoli proviene dal liceo scientifico, ma secondo lui “questo non vuol dire niente. Il programma d’esame è ben diverso da quello che ho studiato a scuola, ci sono le matrici, studi di funzioni anche complesse e poi si danno per scontate delle basi che non tutti hanno”. Alessio ha da poco sostenuto l’esame di Metodi matematici con il prof. Ciro Tarantino, raccontando che l’esame è stato molto impegnativo: quattro esercizi in un’ora, con un problema di massimi e minimi che ha trovato particolarmente difficile. Anche il prof. Tarantino sostiene che la scuola di provenienza non è determinante rispetto al buon esito dell’esame, perché “è tutta una questione di metodo, di abitudine allo studio”. Riguardo al problema del sovraffollamento delle aule, invece, sostiene che “all’inizio c’è, in effetti, un numero eccessivo di persone in aula, ma poi va scemando; bisogna considerare che almeno per i primi tempi c’è un 60-70% di frequentanti che vengono solo a vedere di che si tratta, non avendo fatto ancora una scelta consapevole. Noi facciamo comunque una premessa i primi giorni, una sorta di accoglienza e anche di orientamento degli studenti, perché ci è stato proprio chiesto di farlo, allo scopo di evitare il comprensibile disorientamento dovuto al passaggio dalla scuola all’università”.
Marzia Parascandolo
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