Falconeria, fotografia scientifica e visite guidate per gli studenti di Veterinaria

Veterinaria, sulle orme di Federico II -il simbolo dell’ateneo, grande appassionato delle tecniche di caccia con i rapaci– si dà alla falconeria. A marzo, infatti, la Facoltà ha organizzato una dimostrazione delle tecniche di richiamo e di caccia che utilizzano i rapaci. Si è svolta all’Orto Botanico ed ha attirato vari appassionati da tutta la regione. Ad aprile secondo appuntamento. Sede e data da definire. Sono iniziative spettacolari, ma hanno anche un senso più ampio, dice il Preside Luigi Zicarelli. “Infatti”, riferisce, “l’utilizzo dei falchi e degli altri rapaci addestrati è sempre più al centro dell’interesse degli studiosi. Possono essere fondamentali per contenere la proliferazione dei ratti che infestano gli allevamenti o dei  piccioni che si moltiplicano nelle città. Una forma di lotta biologica efficace, ad impatto ambientale zero, priva di rischi per l’uomo e per la natura. Per questo, nettamente preferibile alle metodiche che utilizzano le esche avvelenate e altri prodotti chimici”. Riferisce, inoltre, il docente: “Alcuni colleghi della facoltà sono particolarmente esperti nel settore dei rapaci. Prestano infatti assistenza ai falchi, alle poiane e agli altri uccelli feriti o malati che sono ricoverati nel centro recupero al Frullone, nella struttura gestita dalla Asl Napoli 1 – con la quale siamo convenzionati – e destinata in particolare alla cura dei cani randagi”.  Non è un caso, dunque, che l’iniziativa di aprile coinvolga, nella preparazione, vari professori: Lucia Francesca Menna, Alessandro Campanile, Giuseppe Fioretti, oltre al Preside Zicarelli. Quel giorno ci sarà anche Antonio Di Somma, il veterinario napoletano che dirige a Dubai l’ospedale dei falchi dell’emiro, grande appassionato di rapaci. 
Dalla falconeria alla fotografia, la Facoltà ha affidato ad un tecnico un corso di fotografia scientifica, destinato agli studenti ed ai ricercatori. “Lo frequentano una ventina di persone”, racconta il Preside. Nel secondo semestre un professionista proveniente da Milano, invece, illustrerà i segreti dell’endoscopia sugli animali selvatici. 
Proseguiranno, nel secondo semestre, le visite degli studenti nelle aziende zootecniche o in altre strutture dove possano conoscere da vicino gli animali che studiano e ascoltare l’esperienza di veterinari impegnati sul campo. “Nelle scorse settimane”, dice il Preside, “i 50 allievi del modulo di Ispezione e zootecnia sono andati in varie aziende di allevamento. Quelli del modulo professionalizzante sulla fauna selvatica –49-  hanno visto come si lavora in un bioparco della provincia di Latina. Sessantatré del modulo di Zooantropologia hanno visto l’applicazione della Pet Therapy all’ospedale pediatrico Meyer, in Toscana. Gli studenti coinvolti – un centinaio in tutto – sono rimasti soddisfatti. Le attività sono state possibili anche grazie ad un contributo straordinario di 16.000 euro da parte dell’Ateneo”. 
Fabrizio Geremicca
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