‘I problemi sorgono quando le pance sono vuote’. Una frase semplice ma illuminante per chiunque si occupi di problemi sociali. “La diceva sempre il mio professore di letteratura al liceo, così mi ha fatto capire quanto le questioni economiche trovino spazio nelle ragioni profonde di molti avvenimenti storici”, racconta Alessia Leonardi nello spiegare quando è cominciata la sua passione per l’economia.
27 anni, laureata vecchio ordinamento in Economia e Commercio, indirizzo Economia Politica, attualmente stagista presso l’Autorità Garante per le Comunicazioni nell’ambito del tirocinio previsto dal Master in Tutela della Concorrenza ed Economia della Regolamentazione-CER. “Ho scelto di studiare Economia per approfondire un ambito di cui non sapevo nulla. D’altra parte quelle economiche sono problematiche affrontate quotidianamente e offrono la chiave di lettura di molti aspetti della nostra società”. Per questo apprezza l’applicazione alla soluzione di problemi concreti, “insieme al tentativo di comprendere i comportamenti umani e di guidarli, per quanto possibile, verso soluzioni ‘socialmente desiderabili’, basandosi il più possibile sul metodo scientifico, ma sempre con la consapevolezza dei limiti che sussistono quando si cerca di controllare sistemi complessi. La ricerca economica è funzionale all’assunzione di decisioni consapevoli. Come diceva Einaudi: ‘conoscere per deliberare’”.
Ricorda gli anni di studio: “i più duri sono stati i primi due. Non mi sono mai avvilita, ma tiravo avanti, e forse a tratti le motivazioni venivano meno. Poi sono arrivati contenuti senza dubbio più stimolanti, forse anche perché capivo qualcosa in più, e le soddisfazioni in termini di voti e di rapidità nella preparazione degli esami. Mentre studiavo ho fatto anche qualche esperienza lavorativa che mi ha giovato, perché ho imparato ad ottimizzare i tempi, sebbene qualche rallentamento probabilmente l’abbia subito”. La tesi in Econometria: “mi ha permesso di mettere in pratica quanto imparato a livello teorico, con una piccola applicazione sulla relazione tra il livello di corruzione e la concentrazione politica in Italia. Sembra non c’entri nulla con l’Economia, ma in realtà, leggendo un po’ di letteratura sulla materia, non è assolutamente vero”. È soddisfatta dei suoi anni di studio: “il percorso nel complesso è stato corposo, la Facoltà ha naturalmente una sua complessità, ma non posso dire di aver avuto esperienze negative, né con i docenti né con i colleghi, alcuni dei quali divenuti poi amici. Conservo davvero bei ricordi di questo periodo, ovviamente si apprezzano a distanza di qualche tempo perché sul momento si sente più la fatica”.
27 anni, laureata vecchio ordinamento in Economia e Commercio, indirizzo Economia Politica, attualmente stagista presso l’Autorità Garante per le Comunicazioni nell’ambito del tirocinio previsto dal Master in Tutela della Concorrenza ed Economia della Regolamentazione-CER. “Ho scelto di studiare Economia per approfondire un ambito di cui non sapevo nulla. D’altra parte quelle economiche sono problematiche affrontate quotidianamente e offrono la chiave di lettura di molti aspetti della nostra società”. Per questo apprezza l’applicazione alla soluzione di problemi concreti, “insieme al tentativo di comprendere i comportamenti umani e di guidarli, per quanto possibile, verso soluzioni ‘socialmente desiderabili’, basandosi il più possibile sul metodo scientifico, ma sempre con la consapevolezza dei limiti che sussistono quando si cerca di controllare sistemi complessi. La ricerca economica è funzionale all’assunzione di decisioni consapevoli. Come diceva Einaudi: ‘conoscere per deliberare’”.
Ricorda gli anni di studio: “i più duri sono stati i primi due. Non mi sono mai avvilita, ma tiravo avanti, e forse a tratti le motivazioni venivano meno. Poi sono arrivati contenuti senza dubbio più stimolanti, forse anche perché capivo qualcosa in più, e le soddisfazioni in termini di voti e di rapidità nella preparazione degli esami. Mentre studiavo ho fatto anche qualche esperienza lavorativa che mi ha giovato, perché ho imparato ad ottimizzare i tempi, sebbene qualche rallentamento probabilmente l’abbia subito”. La tesi in Econometria: “mi ha permesso di mettere in pratica quanto imparato a livello teorico, con una piccola applicazione sulla relazione tra il livello di corruzione e la concentrazione politica in Italia. Sembra non c’entri nulla con l’Economia, ma in realtà, leggendo un po’ di letteratura sulla materia, non è assolutamente vero”. È soddisfatta dei suoi anni di studio: “il percorso nel complesso è stato corposo, la Facoltà ha naturalmente una sua complessità, ma non posso dire di aver avuto esperienze negative, né con i docenti né con i colleghi, alcuni dei quali divenuti poi amici. Conservo davvero bei ricordi di questo periodo, ovviamente si apprezzano a distanza di qualche tempo perché sul momento si sente più la fatica”.
Dopo la laurea,
il Master Cer
il Master Cer
Dopo la laurea, il Master, per caso: “avevo visto la locandina qualche anno prima e mi aveva incuriosito. Non sapevo molto di tutela della concorrenza, non si sentiva ancora parlare di Authorities. Dopo la laurea ero decisa a continuare gli studi approfondendo un ambito più specifico, per impadronirmi di competenze più pratiche e spendibili sul mercato del lavoro”. E il CER era quello ideale: “coerente con il mio corso di studi e concreto come approccio, perché mette la teoria economica al servizio della regolazione dei mercati e della tutela del consumatore. Problemi intrecciati con questioni di politica industriale, concorrenza e tutela dei diritti costituzionalmente riconosciuti in settori come quello dell’energia elettrica, del gas, delle comunicazioni. Istanze quasi mai in armonia tra loro”. Per chiunque voglia dedicarsi alla regolamentazione, il Garante per le Comunicazioni rappresenta uno degli approdi naturali. Oggi Alessia lavora presso la Direzione Studi Ricerca e Formazione, seguendo le attività di un programma di ricerca nazionale sulle reti di nuova generazione. “È un’attività estremamente interessante e non solo perché coinvolge importanti atenei, per cui ho l’occasione di assistere ad un dibattito scientifico di livello elevato. È un argomento che tratta investimenti infrastrutturali strategici, di forte impatto per lo sviluppo economico, complessi da mettere in atto, perché gli interessi in gioco sono molteplici, ma che in tempi brevi avranno di sicuro un peso nella vita quotidiana di tutti”. E il futuro? “Se ne avrò la possibilità, vorrei continuare ad approfondire la conoscenza del settore, in AGCom certo, perché ho trovato un ambiente lavorativo professionale, giovane e intraprendente, che coniuga aspetti di ricerca e di formazione con attività ‘sul campo’. In generale vorrei continuare a conoscere l’ambito delle comunicazioni, molto vasto e in costante evoluzione”.
Quali consigli daresti a chi comincia un percorso universitario o post-universitario? “Direi che la prima cosa è la motivazione, senza la quale diviene tutto più faticoso e complicato. Porsi un obiettivo appassionante e perseguire le varie strade che possono portare al suo raggiungimento. Soprattutto oggi è necessario disegnare da noi, in autonomia, una trama che dia un senso a tutti gli sforzi. Altra cosa fondamentale, naturalmente, non perdere di vista quello che si è e quello che si desidera diventare come persone”.
Simona Pasquale
Quali consigli daresti a chi comincia un percorso universitario o post-universitario? “Direi che la prima cosa è la motivazione, senza la quale diviene tutto più faticoso e complicato. Porsi un obiettivo appassionante e perseguire le varie strade che possono portare al suo raggiungimento. Soprattutto oggi è necessario disegnare da noi, in autonomia, una trama che dia un senso a tutti gli sforzi. Altra cosa fondamentale, naturalmente, non perdere di vista quello che si è e quello che si desidera diventare come persone”.
Simona Pasquale