Ambiente: “in Italia è diventato il Ministero delle emergenze”

Sono cominciati il 5 aprile presso l’Aula Azzurra di Monte Sant’Angelo gli incontri nelle Università organizzati dal settimanale l’Espresso che si concluderanno a Torino, in occasione del Salone del Libro, con l’obiettivo di trarre, in maniera diversa dal solito, un’agenda da presentare al governo che verrà. Tema della giornata napoletana a cui partecipano il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, il sociologo Aldo Bonomi e l’ex-Preside della Facoltà d’Ingegneria della Federico II Piero Salatino: non morire d’inquinamento. A moderare il dibattito, il Rettore Massimo Marrelli, il direttore de l’Espresso Bruno Manfellotto e il giornalista d’inchiesta Emiliano Fittipaldi. Un tema cruciale perché dai rapporti delle agenzie internazionali emerge che l’incidenza dei tumori su tutto il territorio nazionale è fra i più alti al mondo. Dopo Kuwait City, la città al mondo con più bambini malati di leucemia è Biella, seguita da Sondrio, Siracusa, Brescia. Nelle prime dieci posizioni, le città italiane sono otto. “In Italia la coscienza ambientalista non esiste e i principali partiti hanno fatto crescere nelle proprie file politici ritenuti affiliati ai clan, che hanno partecipato agli affari delle Ecomafie. Le inchieste finiscono nel dimenticatoio e le bonifiche non si portano avanti, eppure all’estero si fanno da trent’anni”, dice Fittipaldi. Poi chiede al Ministro: “abbiamo un territorio grande come la Corsica da bonificare e, stando all’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa quindici milioni d’Italiani hanno bevuto acque contaminate o vivono in condizioni di rischio ambientale. A che serve il Ministero dell’Ambiente?”. “Il Ministero è stato costruito sul modello di quelli europei, come ente che coniuga risanamento e sviluppo. In Francia è associato a quello dell’Energia, in Germania gestisce l’energia nucleare. In Italia è diventato il Ministero delle emergenze, trasformandosi in un potere interdittivo – risponde il Ministro Clini che illustra alcune azioni del suo mandato a cominciare dalla vicenda di Taranto – Da noi i magistrati intervengono con un ruolo di supplenza perché manca la capacità di governare. In Campania, come in tutti i siti contaminati italiani in cui sono stati nominati commissari della Protezione Civile, si è immaginato di intervenire dall’esterno, ma l’emergenza genera emergenza”. “Il capitalismo deve incorporare il concetto di limite e noi figli del ’900 dobbiamo prendere coscienza d’aver perseguito un modello di sviluppo che ha consentito la nascita di Porto Marghera accanto a Venezia, ha sperimentato a Taranto la teoria del prigioniero costretto a scegliere fra cancro e lavoro, mentre la sinistra ha ucciso ogni posizione ambientalista autentica”, sottolinea Bonomi. Il prof. Salatino aggiorna l’aula sullo stato delle tecnologie ambientali: “sia il contesto tecnologico che quello normativo sono assolutamente adeguati a dare sicurezza ai nostri territori. La maggior parte dei disastri non derivano da un deficit di soluzioni, ma dall’incapacità di renderli operativi e le popolazioni non diffidano delle tecnologie, ma dell’efficienza dei controlli”. Il dibattito successivo riapre ferite mai chiuse. “Agli stranieri che mi chiedono della Mafia rispondo che non la conosco, ma ho visto lo Stato aprire una discarica nel Parco del Vesuvio e prescrivere i reati ambientali”, accusa l’operatrice turistica internazionale Simona Pucciarelli. “Chi gestisce l’inglobamento del concetto di limite? La grande industria che ha creato il disastro? Da questo punto di vista le ultime conferenze sull’ambiente sono fallite”, interviene il prof. Nicolino Castiello. “Non credo, la comunità internazionale ha riconosciuto che la crescita verde sarà lo strumento contro la povertà. Sono d’accordo sui reati ambientali. Credo che sia da sciagurati aprire una discarica in un parco naturale ma non si possono isolare i pezzi dal contorno. In Lazio e in Campania la raccolta differenziata non è a livelli tali da rendere inutile costruire nuovi inceneritori, che, dove si rispettano le regole, apportano grandi vantaggi economici”, replica Clini, ma le sue risposte non piacciono alla platea, soprattutto agli studenti. “In provincia di Napoli la raccolta differenziata c’è e funziona, ma occorre un sostegno reale dall’alto. Il campo delle imprese verdi è un settore per i giovani ma in Italia un ragazzo con un’idea riceve una miseria, non come negli Stati Uniti, dove si punta sull’iniziativa privata”, sostiene uno studente di Economia Aziendale. “Finché la sostenibilità non sarà un elemento di competitività non si risolverà nulla. I tavoli con le università sono cruciali, ma spesso noi studenti non troviamo canali per arrivare a questi discorsi”, interviene un’altra studentessa. Un ragazzo tenta di porre una domanda sulla TAV, ma l’idillio con la platea si è ormai rotto. “Fate domande brevi, per dare a tutti la possibilità di partecipare”, dicono dal tavolo. E il pubblico reagisce: “Sono anni che lottiamo e il Ministro ci viene a dire che dobbiamo svegliarci”; “Il Governo Prodi presentò l’elenco delle leggi ambientali sepolte e nessun Esecutivo le ha riprese, nemmeno quello Monti”; “Strumentalizzate le informazioni. Gli inceneritori in città sono stati fatti quando non c’erano controlli sul particolato e dimenticate che lo Stato sta utilizzando gli stessi buchi delle Ecomafie”. 
Appena si fa silenzio, Clini controbatte ricordando le azioni avviate: “abbiamo incrementato gli incentivi per l’assunzione dei giovani, orientato i fondi europei verso il trasferimento tecnologico, aperto alla collaborazione con le università sui dossier più delicati. Abbiamo anche provato ad inserire le normative sul vuoto a rendere nei decreti, ma il Parlamento non l’ha approvato”.
Al termine dell’incontro, i commenti di alcuni studenti di Biologia. “Lo Stato consente che i medici mandino i malati di tumore in clinica per essere sottoposti a chemioterapie terribili fino alla fine e nessuno ne parla”, dice Carmela Del Giudice. “Ci sarebbe piaciuto che ci fosse più tempo per il forum. Dai nostri studi potrebbero venire nuove idee”, affermano Valentina Russo, Giuseppe Lo Verde e Andrea Pellecchia, iscritti al curriculum di Biosicurezza del Corso di Laurea in Scienze Biologiche, l’unico indirizzo del genere in Italia.
Simona Pasquale
 
- Advertisement -




Articoli Correlati