A due mesi dal tragico incidente d’auto in cui hanno perso la vita il prof. Roberto Pettorino, la moglie Giuseppina Apa e la consuocera Franca Guerrera, l’Università Federico II ha deciso di intitolare al docente di Fisica Teorica, grande promotore della Biblioteca Digitale che a breve inizierà la sperimentazione del sistema SeReNa (System for Electronic peer-REviewed journals, university of NAples), un sistema integrato di gestione per la pubblicazione in rete di riviste elettroniche ad accesso aperto, il Centro di Ateneo per le Biblioteche. La cerimonia si è svolta l’8 aprile a Monte Sant’Angelo. “La Biblioteca Digitale è nata grazie al lavoro ed al contributo di idee di Roberto, che sapeva al tempo stesso selezionare le banche dati e, cosa non banale per uno studioso di Fisica, contrattare per le risorse”, dice, in apertura, il Rettore Massimo Marrelli. Poi aggiunge: “Penso che uno dei segni dell’involuzione della nostra società e della sua crisi, sia il peso inverso dei valori. Mi fa male pensare allo spazio che i media dedicano alla morte di uno scienziato di fama internazionale, rispetto a quello dedicato alle vicende personali di tante subrettine. È un gioco al quale un grande Ateneo come il nostro non può stare. Il contributo che diamo oggi ad un bene immateriale come la Biblioteca Digitale è estremamente importante, un segnale per gli studenti del futuro che si chiederanno chi fosse Roberto Pettorino”. Quella della Biblioteca Digitale, ricorda il prof. Guido Trombetti, Assessore regionale all’Università, “è stata un’esperienza straordinaria, iniziata quand’ero Rettore. Si tratta di uno strumento, copiato in tutto il mondo, senza il quale oggi nessuno di noi potrebbe lavorare”. Trombetti, poi, confessa di non voler toccare corde personali, perché “dopo non ci sono più argini. Posso solo dire che questo riconoscimento a Roberto mi riempie di felicità”. “La differenza d’età fra noi era tale da non consentirmi di parlare di Roberto né da vecchio collega né da ex allievo ma, per ragioni istituzionali, abbiamo sempre avuto un’interazione strettissima – dice nel suo intervento il Direttore del Dipartimento di Fisica Pasqualino Maddalena – Non siamo andati sempre d’accordo, ma lui era uno con le idee chiare. Dopo la sua esperienza a Ginevra, al CERN, era diventato il coordinatore del Centro di Calcolo ed aveva iniziato a sviluppare il progetto della Biblioteca Digitale e del Catalogo unico d’Ateneo. Attività nelle quali ha sempre profuso il massimo impegno, nonostante le alterne vicende dell’Open Archive FedOA. Sono molto contento di questo riconoscimento”. “Roberto mi cercò perché sapeva che mi occupavo di editoria digitale – ricorda ancora il prof. Roberto Delle Donne, Direttore del Centro di Ateneo per le Biblioteche – Discutevamo molto delle strategie commerciali che stavano cambiando i rapporti fra autori ed editori e di quanto la nostra università avesse un ritardo, tale da poter essere colmato solo attraverso delle forti sinergie. Ho sempre davanti agli occhi i suoi tanti piccoli gesti di solidarietà, il tratto signorile che sapeva coinvolgere le persone facendole sentire uniche e indispensabili nel loro ruolo, e la forza con cui ha sostenuto l’adesione della Federico II alla Dichiarazione di Berlino sulla Libertà di Accesso alla Cultura. Se il nostro sistema bibliotecario è uno dei più all’avanguardia d’Italia, è merito suo”.
Al termine dei ricordi istituzionali del prof. Pettorino, si lascia spazio a quelli personali di tanti colleghi e amici. “Il suo ricordo è ancora vivo all’interno della comunità bibliotecaria d’Ateneo e ci commuove sempre. Le ore trascorse con lui mi mancano e mi mancheranno all’infinito”, dice commosso il dott. Sergio Bagnulo, bibliotecario della Biblioteca Centrale. “L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ed il Dipartimento di Fisica di Napoli hanno perso un grande scienziato ed una persona di grande umanità, della quale tanti studenti ricordano con affetto la considerazione che aveva per loro”, aggiunge il prof. Giovanni La Rana, mentre il prof. Filippo Esposito apre un piccolo spiraglio sulla vita privata del professore: “con Pina, la moglie, c’era un’alchimia incredibile, erano quasi una monade”. “Era spesso nostro ospite per lavorare alla Biblioteca Digitale, quando ero al COINOR. Gli incontri con lui, sebbene fugaci, erano di quelli che lasciano il segno. Ricordo che gli chiesi come mai avesse scelto come automobile una Panda, così simile ad una Jeep. Mi rispose che era comoda, pratica e affidabile. Sembrava parlasse di se stesso”, interviene il prof. Giuseppe Zollo. La prof.ssa Eliana Minicozzi, moglie del prof. Renato Musto, anche lui scomparso di recente, ricorda quando Pettorino, ancora studente, scriveva la tesi con il marito: “praticamente l’ha scritta a casa nostra. Lavorava di notte e andava a dormire verso le quattro del mattino, quando Renato si alzava e iniziava a correggere. Fin da giovanissimo, è stata una persona innamorata della tecnologia e dei funzionamenti. Tutti noi del gruppo politico del quale faceva parte anche Roberto pensavamo che potesse essere una figura istituzionale”. L’ultimo ricordo è per la moglie: “Roberto era una persona per l’essere più che per l’apparire, ma se ha avuto una gran carriera deve molto alla fortuna di aver avuto accanto una donna come Pina. Troppo spesso è questo il nostro destino, sosteniamo i nostri mariti in tutto, ma poi nessuno si ricorda di noi”, dice, fra le lacrime, Bianca Palombo, amica della signora Giuseppina. Al termine della mattina è stata scoperta la targa commemorativa.
I lavori sono proseguiti nel pomeriggio con un incontro tecnico dedicato all’evoluzione, nell’arco di questi dieci anni, della Biblioteca Digitale, al quale hanno partecipato la dott.ssa Maria Grazia Ronca, Direttore tecnico del Centro di Ateneo per le Biblioteche (CAB), la dott.ssa Paola Piretta, Dirigente alle Vendite della EBSCO Publishing, ed il dott. Nicola Madonna, dipendente del CAB, che ha illustrato le potenzialità dell’EDS, il nuovo strumento per la ricerca bibliografica, recentemente acquistato dall’Università Federico II.
Simona Pasquale
Al termine dei ricordi istituzionali del prof. Pettorino, si lascia spazio a quelli personali di tanti colleghi e amici. “Il suo ricordo è ancora vivo all’interno della comunità bibliotecaria d’Ateneo e ci commuove sempre. Le ore trascorse con lui mi mancano e mi mancheranno all’infinito”, dice commosso il dott. Sergio Bagnulo, bibliotecario della Biblioteca Centrale. “L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ed il Dipartimento di Fisica di Napoli hanno perso un grande scienziato ed una persona di grande umanità, della quale tanti studenti ricordano con affetto la considerazione che aveva per loro”, aggiunge il prof. Giovanni La Rana, mentre il prof. Filippo Esposito apre un piccolo spiraglio sulla vita privata del professore: “con Pina, la moglie, c’era un’alchimia incredibile, erano quasi una monade”. “Era spesso nostro ospite per lavorare alla Biblioteca Digitale, quando ero al COINOR. Gli incontri con lui, sebbene fugaci, erano di quelli che lasciano il segno. Ricordo che gli chiesi come mai avesse scelto come automobile una Panda, così simile ad una Jeep. Mi rispose che era comoda, pratica e affidabile. Sembrava parlasse di se stesso”, interviene il prof. Giuseppe Zollo. La prof.ssa Eliana Minicozzi, moglie del prof. Renato Musto, anche lui scomparso di recente, ricorda quando Pettorino, ancora studente, scriveva la tesi con il marito: “praticamente l’ha scritta a casa nostra. Lavorava di notte e andava a dormire verso le quattro del mattino, quando Renato si alzava e iniziava a correggere. Fin da giovanissimo, è stata una persona innamorata della tecnologia e dei funzionamenti. Tutti noi del gruppo politico del quale faceva parte anche Roberto pensavamo che potesse essere una figura istituzionale”. L’ultimo ricordo è per la moglie: “Roberto era una persona per l’essere più che per l’apparire, ma se ha avuto una gran carriera deve molto alla fortuna di aver avuto accanto una donna come Pina. Troppo spesso è questo il nostro destino, sosteniamo i nostri mariti in tutto, ma poi nessuno si ricorda di noi”, dice, fra le lacrime, Bianca Palombo, amica della signora Giuseppina. Al termine della mattina è stata scoperta la targa commemorativa.
I lavori sono proseguiti nel pomeriggio con un incontro tecnico dedicato all’evoluzione, nell’arco di questi dieci anni, della Biblioteca Digitale, al quale hanno partecipato la dott.ssa Maria Grazia Ronca, Direttore tecnico del Centro di Ateneo per le Biblioteche (CAB), la dott.ssa Paola Piretta, Dirigente alle Vendite della EBSCO Publishing, ed il dott. Nicola Madonna, dipendente del CAB, che ha illustrato le potenzialità dell’EDS, il nuovo strumento per la ricerca bibliografica, recentemente acquistato dall’Università Federico II.
Simona Pasquale