Anatomia e Farmacologia, gli spauracchi

Coloro che studiano nel complesso del Policlinico si conoscono un po’ tutti. L’edificio 20 è il loro centro di aggregazione. “Studiamo un po’ dove capita, ci sistemiamo nelle aulette libere. Oltre al box dell’edificio 20 ci sono altri open space ma chiudono alle 17. Qui invece si può rimanere fino a sera e venire anche il sabato e la domenica – afferma Enrico, iscritto al IV anno – E’ più stimolante preparare gli esami assieme”.
Alessandro, anche lui iscritto al IV, sta facendo l’Erasmus nella Repubblica Slovacca ed è a Napoli in vacanza: “La maggior parte degli studenti si laurea in regola. Io ci metterò due anni in più ma per mia responsabilità. Non ho mai rinunciato allo svago, esco anche la sera prima degli esami. Ho bisogno di prendere aria, altrimenti impazzisco”. Racconta di essersi iscritto a Medicina perché gli piacciono le sfide: “Sono stato ammesso grazie ad una buona preparazione liceale. Alla maturità ho preso 100. Ero uno studente modello, poi sono cambiato…”. Una nuova sfida è stato il trasferimento in Slovacchia: “Lì puntano molto sulla pratica, danno grande importanza alla presenza in reparto. I professori sono più disponibili, non sono gelosi del loro mestiere”. Con lo slovacco come te la stai cavando?, gli chiediamo. “So dire solo ciao e salute al momento del brindisi. Better than nothing. Meno male che c’è l’inglese”. Anche Domenico, laureato da appena due mesi, ha fatto l’Erasmus a Düsseldorf: “All’estero i professori hanno più tempo per gli studenti perché si dedicano solo all’insegnamento e all’attività ospedaliera. Non esercitano la professione libera. Sostenere esami come Farmacologia, Neurologia o Pediatria all’estero facilita il percorso. Anatomia no, perché di solito si tende a partire dopo il terzo anno”. Non è indispensabile seguire le lezioni, soprattutto quelle degli ultimi anni, secondo il parere di Domenico che ricorda con un sorriso i timori delle matricole: “All’inizio c’è l’entusiasmo, credi che una volta superato il test sarà tutto in discesa. Non è affatto così. Nel secondo semestre si incontrano già le prime difficoltà. Quelle maggiori, però, vengono dopo la Laurea, quando bisogna cercare di accedere alla Specializzazione. Lì è una guerra per accaparrarsi i pochi posti disponibili”. Domenico intende provare ad entrare alla Specializzazione in Anestesia, mentre a quella in Anestesia e Rianimazione sogna di accedere Fulvio Scarpato, iscritto al V anno: “Sono in corso ma mi mancano 8 esami alla fine. Ho superato Anatomia al primo tentativo, per Farmacologia ho dovuto invece presentarmi tre volte”. Fulvio ha tante idee per rendere il percorso di studi più ‘a misura di studente’: “Le attività in reparto andrebbero potenziate e le lezioni teoriche ridotte. Si potrebbe distribuire all’inizio dei corsi del materiale da studiare e poi discuterne durante le ore di lezione. Inoltre i professori vogliono che si impari ciò che è stato detto a lezione, per cui, in teoria, ci si potrebbe preparare anche senza testi. Invece dei libri sarebbe meglio acquistare delle dispense. E’ un peccato comprare i volumi che riguardano le cliniche perché sono testi che vanno aggiornati continuamente. Per le materie di base, per esempio Fisiologia e Farmacologia, si possono utilizzare diversi libri ma vengono consigliati soprattutto quelli scritti dai docenti”.
Domenico De Simone, per gli amici Mimmo, racconta che il momento più appassionante dell’intero percorso sia stato il tirocinio in reparto: “Ti trovi per la prima volta a contatto con la vita ospedaliera, il solo assistere all’operato dei medici ti fa venire voglia di andare avanti. E’ ovvio che tu non possa intervenire, ma anche solo osservando impari parecchio”. A fianco dei medici lo studente apprende tutto ciò che non trova nei libri, compreso il modo di rivolgersi agli ammalati e rassicurarli: “Quando indossi il camice, i pazienti si fidano di te, ti guardano diversamente. Anche se sei giovane si aspettano che tu sappia tante cose”. Domenico è a due esami dalla Laurea e sta preparando la Tesi in Chirurgia. Della sua scelta universitaria ricorda: “Mi sono iscritto perché ho sempre immaginato il medico come un professionista apprezzato per il suo lavoro”. Oggi rifarebbe la medesima scelta nonostante “i soliti esami difficili. Sono proprio quelli che si devono studiare bene perché ti danno le basi su cui poggiare quello che impari negli anni successivi. Un paio di anni fa avrei detto altre cose… Ero esasperato al pensiero di tutti gli esami da fare”.
“L’esame di Anatomia? E chi se lo dimentica più! L’ho superato al quinto tentativo”, esclama Raffaella, iscritta al I anno della Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva. Il suo segreto per laurearsi in corso è stato avere tanta buona volontà: “Ci vuole pazienza per non scoraggiarsi. Bisogna essere determinati, altrimenti ci si ritira. Io ho studiato tutte le sere, i sabati e le domeniche per 6 anni. Mi sono sacrificata tanto. Ho perso totalmente i contatti con gli amici. Ad agosto non seguivo i miei sulla spiaggia. A settembre tornavo bianca in aula”.
“Io ho frequentato solo i primi due anni. Non mi sono mai privato delle uscite con gli amici eppure mi sono laureato in regola – ribatte Fabio, collega di corso di Raffaella – Non ci vuole una particolare intelligenza per superare gli esami ma solo una grandissima costanza nello studio. Per diventare un buon medico il discorso è diverso: occorre saper integrare le nozioni teoriche, con la pratica e la capacità osservativa”.
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