Anatomia, esame da tachicardia

Anche le prove con i vetrini agli esami di Anatomia. Aumentano i bocciati e qualche studente di Medicina della Sun protesta: “Nessuno ci aveva avvertito della novità. In ogni caso, con questa modalità l’esame diventa ancora più difficile”. 
Che Anatomia sia tra i mattoni del percorso di studi medici – insieme con altri esami “tosti” quali Farmacologia, Neurologia, Patologia, Anatomia patologica – è fatto acclarato. Ottocento pagine di articolazioni, organi, muscoli da imparare, due semestri di lezioni da seguire (il secondo del primo anno e il primo del secondo anno), professori molto esigenti, Anatomia è sicuramente di quegli esami da tachicardia. “Sbaglia chi crede che sia un insegnamento solo mnemonico, bisogna anche saper ragionare – puntualizza Luigi, studente al secondo anno e fiero del suo 27 ottenuto dopo oltre un’ora al cospetto dei docenti – Il programma, comunque, è vasto ed è necessario preparare la materia con metodo: studiare sin dal primo giorno di corso e farlo tutti i giorni, sino alla data d’esame”. “Meglio accompagnare lo studio del manuale con l’atlante, è di aiuto a chi ha una memoria fotografica”, suggerisce Fabrizio, secondo anno ripetente e in procinto di accomodarsi alla cattedra. La disciplina è talmente ampia che nell’omonima Facoltà della Federico II l’esame è stato sdoppiato. “Studiamo la materia per apparati – riferisce Severo, terzo anno di Medicina alla Facoltà fridericiana – Iniziamo con quello locomotore per poi proseguire col cardiocircolatorio”. Alla Sun, invece, si procede diversamente. “Qualche tempo fa c’era una prova d’idoneità che, anche se superata, non prevedeva sconti sul programma. Così hanno deciso di sopprimerla e oggi l’esame si sostiene per intero in un’unica seduta”, fa sapere Luigi.
Insegnamento del secondo anno, da febbraio la cattedra del prof. Vincenzo Esposito (che è notoriamente un istologo) ha inserito – sostengono gli studenti per la prima volta – le prove con i vetrini all’interno dell’esame di Anatomia. Quelle al microscopio, infatti, sono prove tipiche di Istologia, sebbene i programmi ministeriali le prevedano anche nel caso di Anatomia. Il punto è che, a detta dei ragazzi, i vetrini aumentano la difficoltà dell’esame. “Il microscopio – spiega uno studente – serve per fare diagnosi di organi. Il problema è che di uno stesso tessuto ci sono colorazioni diverse; pertanto, è facile confondersi”. A chiarire meglio il concetto è Giuseppe, secondo anno, ancora scosso per il 30 appena conquistato: “È vero che sosteniamo prima l’esame di Istologia, frequentando i relativi laboratori, ma è altrettanto vero che, rispetto a quello anatomico, sono due modi di approcciare molto diversi: nel caso istologico, si deve identificare il tessuto, nel laboratorio di istologia anatomica, invece, devi riconoscere anche l’organo. E i tessuti che ti possono capitare all’esame sono tanti… Insomma, tocca studiare ancora di più, ma ce la si può fare”.  
Qualche studente si è anche infuriato perché la prova al vetrino è stata introdotta senza alcuna comunicazione preventiva: “Solo i corsisti ne erano informati, tant’è che quest’anno hanno seguito un laboratorio di istologia anatomica; nulla è stato detto a chi ha frequentato le lezioni gli anni passati”.  Ma c’è dell’altro. Qualcosa di più delicato, che punta il dito contro l’intero corpo docente di Anatomia della Sun. “Ci troviamo di fronte a uno sfregio contro il prof. Gianpaolo Papaccio, docente di Istologia – la tesi di qualche studente – Tra i due dipartimenti (quello istologico e quello anatomico, ndr) non è mai corso buon sangue. Il gruppo di Anatomia sostiene che il collega non prepari a dovere gli studenti per questo esame, il che non è affatto vero. Insomma, introdurre le prove al vetrino è stato un escamotage per rendere l’esame ancora più difficile e, quindi, accrescere il prestigio del settore anatomico, che vuole rimarcare la sua importanza in Facoltà”.
Secondo alcuni ragazzi, dunque, risultato lampante di tutta la faccenda è stato l’aumento dei bocciati all’esame di febbraio. “Su 170 prenotati – racconta uno studente – 150 hanno risposto all’appello, tra cui molti iscritti degli anni precedenti. Cinque le giornate di esame, ciascuna con circa quindici ragazzi alla volta. Per ogni seduta, ci sono stati solo pochi promossi, sei, al massimo sette persone. Un brutto affare davvero, perché Anatomia è tra gli esami che blocca il prosieguo degli studi. Si rischia così di perdere anche un anno”. 
Di tutt’altro parere diversi studenti. “A me non risulta ci siano stati tanti bocciati. Il primo giorno d’appello ci sono stati addirittura voti altissimi, due miei amici hanno avuto 28 e 30”, riporta Luigi. Fabrizio parla di “normale amministrazione. Ci sono promossi e bocciati come sempre. Quanto ai vetrini, ce li hanno mostrati in laboratorio”. Antonio, secondo anno, racconta di un suo amico che non ce l’ha fatta: “Il professore si è impuntato, nel senso che l’ha visto insicuro e gli ha chiesto di tornare la prossima volta”. Elisabetta è stata l’ottava della sua seduta; 26 il voto che porta a casa. “Prima di me ci sono stati tre bocciati. L’esame è stato difficile come immaginavo; richiede uno studio costante e può anche capitare che ti vada male. Personalmente, mi sono concentrata per tutto il semestre solo su Anatomia”. Secondo Giuseppe, “le bocciature a cui ho assistito erano giuste: gli studenti non hanno risposto alle domande”. E per risolvere la questione dei vetrini, lancia una proposta: “Facciamo diventare questa prova una verifica senza voto”. Al corpo docente la risposta. 
Paola Mantovano
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