Un arazzo ‘vivente’ fatto di immagini, idee e testi elaborati da cinquanta studenti provenienti da diverse università italiane coordinati da tutor, e che costituirà il risultato del confronto con alcune esperienze nel campo dell’architettura, dell’arte, della cinematografia, della fotografia e della letteratura europei. Sarà costruito nell’ambito di Antinapoli, il workshop/laboratorio internazionale promosso dalla Facoltà di Architettura della Seconda Università che si terrà dal 18 al 23 marzo tra Aversa e Napoli. Curato da Cherubino Gambardella, Francesco Iodice, Luca Molinari e Vincenzo Trione, Antinapoli è “l’inconscia effige capovolta della città”. La prospettiva cambia, si voltano le spalle a Capri e alle isole, si inverte il sud con il nord, si immagina “una nuova iconografia per la metropoli inconsapevole”. Ed è in questa prospettiva diversa che Antinapoli diviene luogo di incontro tra alcune giovani e significative esperienze europee nel campo dell’architettura, dell’arte e della letteratura. Un luogo di confronto aperto alla città, della quale studenti e artisti saranno pronti a raccogliere gli stimoli. Ogni sera alle 19.00 si svolgerà un incontro pubblico che consentirà di seguire in diretta l’evoluzione dell’arazzo. Parteciperanno i francesi Peripheriques; Luca Vitone con la sua ricerca d’arte; Armin Linke e Francesco Careri di Osservatorio Nomade con i lavori di lettura territoriale e metropolitana; Alfonso Artiaco con lo studio sui modi dell’arte; Henk Hartzema con i suoi paesaggi olandesi; Montesano e Parrella con la scrittura urbana; Pappi Corsicato e la sua visionaria esperienza del cinema; Franco Purini e Mimmo Iodice con la loro elaborazione architettonica. La Galleria Alfonso Artiaco esporrà successivamente l’arazzo e i materiali che lo hanno costituito, per poi lasciarlo viaggiare verso altri centri di arte contemporanea italiani ed europei. “Questo workshop parte dall’idea concettualmente forte di invertire il nord con il sud- dice il prof. Cherubino Gambardella, responsabile dell’iniziativa per la Facoltà di Architettura- intende infatti fare luce su quella parte di Napoli che non viene bagnata dal mare, i quartieri periferici degradati che non hanno una loro iconografia, se non quella desolante delle vele di Scampia”. L’idea è venuta proprio al prof. Gambardella, che racconta: “guardando alla carta storica del duca di Noia, la quale ritrae una Napoli vista dal mare, ho pensato a una città vista dall’altro lato”. E il risultato verso il quale l’iniziativa muove è quello dell’elaborazione di una nuova carta, “una topografia di opportunità, una grande mappa collettiva dove verranno appuntati idee e spunti”. Dopo l’inaugurazione ad Aversa presso la Facoltà di Architettura, la manifestazione proseguirà nella Chiesa della Croce di Lucca a Napoli. Occhio alle conferenze serali: “non sono conferenze disciplinari -dice il prof. Gambardella- saranno aperte alla città. E’ un momento molto importante per Napoli, i luoghi che sono oggi noti a tutti solo per fatti di cronaca devono essere ripensati”. Cosa si aspetta il professore da questo evento? “Che l’amministrazione comunale e la Regione manifestino un interesse per ciò che abbiamo realizzato –risponde- e che la nostra facoltà attivi una centralità di ricerca per il territorio. Non ci candidiamo per modificare ma per stabilire delle linee guida, per dialogare sulle idee”.