Si chiude il sipario sulla XII edizione della Moot Court Competition, la simulazione processuale promossa dalla sezione napoletana dell’Associazione studentesca ELSA. Il 29 maggio, nella Biblioteca Guarino, quattro squadre di studenti si sono date battaglia a suon di arringa e memorie scritte, recitando la parte dell’attore e del convenuto, in ordine ad un caso di Procedura Penale. “Per la prima volta il processo giuridico è stato formulato pensando a questa disciplina – spiega Claudio Esposito, Vice Presidente Attività Accademiche ELSA – I professori Alfonso Furgiuele e Vania Maffeo hanno seguito i ragazzi che hanno avuto la possibilità di mettersi in gioco, di affrontare questioni giuridiche delicate quali: il collaboratore di giustizia e l’intervento mafioso”. I docenti hanno avuto modo di appurare “la validità didattica della simulazione, in quanto permette agli studenti di trasformare in pratica quanto studiato. La stessa giuria si è complimentata con tutti i partecipanti”. Già si pensa alla prossima edizione che avrà ancora come protagoniste “le discipline più importanti ed affascinanti del percorso universitario”.
Grande entusiasmo da parte della squadra vincitrice. “Ho partecipato alla simulazione per curiosità – racconta Antonio Basile, studente al IV anno – È stato bello potersi confrontare con la professione di avvocato, sentirsi come in tribunale, fare ricerche sulle sentenze della Cassazione. In questo modo, ho sperimentato un approccio diverso alla materia. La simulazione consente di mettere in pratica quanto appreso dai libri di testo”. La difficoltà: “Redigere le memorie scritte, non perché mi mancasse il concetto, ma perché dare forma ad un atto non è semplice per niente. Il confronto ed i consigli dei docenti mi hanno aiutato. Se per la scrittura la preparazione di base è fondamentale, occorre anche essere indirizzati”. La simulazione, conclude lo studente che affronterà l’esame di Diritto Penale a luglio, “mi ha dato la possibilità di sperimentare più facce della materia che spero in futuro continui a restare nella mia vita professionale”. L’altra metà della squadra vincitrice è Chiara Belardo, a lei il premio anche come Miglior Oratore. “Il processo simulato è un’iniziativa diversa da quelle che di solito si fanno all’Università – spiega la studentessa all’ultimo anno – È molto pratica e mi ha aiutato a rendere più veloci i collegamenti fra i vari concetti della materia, molto di più rispetto allo studio a casa”. La ricerca del materiale a sostegno della propria tesi: “è stata la parte più difficile ed impegnativa. Costruire un’impalcatura che fosse indistruttibile agli occhi della giuria era il nostro obiettivo e credo che l’abbiamo centrato pienamente. Non mi aspettavo, però, di vincere il premio individuale, il riconoscimento è stato un attestato di stima”. Chiara ha il sogno di indossare la toga: “Vorrei diventare magistrato. Ora c’è prima la laurea da raggiungere. Alla fine del percorso universitario mi piacerebbe incontrare nuove simulazioni, magari per Commerciale e Procedura Civile, proprio per misurare le mie capacità e per rendere più agevole e pratica la preparazione”.
Grande entusiasmo da parte della squadra vincitrice. “Ho partecipato alla simulazione per curiosità – racconta Antonio Basile, studente al IV anno – È stato bello potersi confrontare con la professione di avvocato, sentirsi come in tribunale, fare ricerche sulle sentenze della Cassazione. In questo modo, ho sperimentato un approccio diverso alla materia. La simulazione consente di mettere in pratica quanto appreso dai libri di testo”. La difficoltà: “Redigere le memorie scritte, non perché mi mancasse il concetto, ma perché dare forma ad un atto non è semplice per niente. Il confronto ed i consigli dei docenti mi hanno aiutato. Se per la scrittura la preparazione di base è fondamentale, occorre anche essere indirizzati”. La simulazione, conclude lo studente che affronterà l’esame di Diritto Penale a luglio, “mi ha dato la possibilità di sperimentare più facce della materia che spero in futuro continui a restare nella mia vita professionale”. L’altra metà della squadra vincitrice è Chiara Belardo, a lei il premio anche come Miglior Oratore. “Il processo simulato è un’iniziativa diversa da quelle che di solito si fanno all’Università – spiega la studentessa all’ultimo anno – È molto pratica e mi ha aiutato a rendere più veloci i collegamenti fra i vari concetti della materia, molto di più rispetto allo studio a casa”. La ricerca del materiale a sostegno della propria tesi: “è stata la parte più difficile ed impegnativa. Costruire un’impalcatura che fosse indistruttibile agli occhi della giuria era il nostro obiettivo e credo che l’abbiamo centrato pienamente. Non mi aspettavo, però, di vincere il premio individuale, il riconoscimento è stato un attestato di stima”. Chiara ha il sogno di indossare la toga: “Vorrei diventare magistrato. Ora c’è prima la laurea da raggiungere. Alla fine del percorso universitario mi piacerebbe incontrare nuove simulazioni, magari per Commerciale e Procedura Civile, proprio per misurare le mie capacità e per rendere più agevole e pratica la preparazione”.