“Mi trovo, dopo 5 anni, nella umiliante condizione di essere costretta a chiedere ai professori la cortesia di fissare una data di esame. Come è possibile?”, Emanuela Laforgia racconta le peripezie di chi, iscritto al Corso di Laurea in Scienze dell’architettura, ha accumulato ritardo ed è ormai fuoricorso. Premette: “Da quando io mi sono immatricolata, nel 2007, si sono susseguiti diversi ordinamenti. Ogni anno è cambiato il piano di studio. Questa confusione non mi ha aiutato. Ora che sono fuoricorso, mi sento quasi un peso per questa Facoltà”. Anna Carrino, altra iscritta di lungo corso a Scienze dell’architettura, pone, in particolare, la questione dei servizi che mancano. “Rispetto alle Facoltà umanistiche, paghiamo tasse più elevate. Dovrebbero garantire laboratori e strutture. Io non vedo nulla. Addirittura, è previsto un laboratorio di Chimica, per esercitarsi sui materiali che entrano in gioco nei cantieri. Dove sta? L’aula informatica, con i computer, è anch’essa inesistente. Noi studenti non possiamo frequentarla”. Un’altra problematica sollevata dalla studentessa è relativa all’obbligo di frequenza. Sostiene: “Per alcune materie è assolutamente inutile. Lo eliminerei. In quelle ore potrebbero essere organizzate lezioni per quegli insegnamenti nei quali, invece, seguire è fondamentale. Penso alle discipline scientifiche ed ai laboratori, in particolare. Invece di obbligarci a frequentare tutto, ci diano un tot di ore, nelle materie più ostiche, per porre domande ai professori in aula ed ascoltare le loro risposte”. Francesco Bellucci, anch’egli iscritto a Scienze dell’architettura, solleva il tema dei corsi di autocad. Sottolinea lo studente: “Ho disegnato a mano durante il mio primo laboratorio di Progettazione. La Facoltà offre, è vero, corsi di autocad, al termine dei quali si ottiene anche un attestato. Peccato che siano a pagamento e che non costino poco. Qualche esempio: Autocad 2 D 400 euro, Autocad 3 D 600 euro. Per il corso successivo se ne vanno 800 euro. Non mi pare giusto che uno studente della Facoltà di Architettura, per acquisire un’abilità indispensabile alla formazione di un architetto, sia costretto a pagare centinaia di euro, oltre alle tasse, ormai tutt’altro che basse”.
Scienza delle
Costruzioni,
difficoltà
raddoppiate
Costruzioni,
difficoltà
raddoppiate
Eduardo Cappelli, che frequenta il IV anno del Corso di Laurea Magistrale in Architettura, auspica sostanziali miglioramenti dell’efficienza della segreteria. “Le domande fondamentali alle quali gli impiegati devono rispondere ogni anno”, sostiene, “non credo siano più di 15. Voglio dire che i quesiti sono sempre gli stessi. Ebbene, incredibilmente, si esce dalla segreteria senza alcuna certezza. Siamo costretti a fare capo alla prof.ssa Amirante, Presidente del Consiglio di Corso di Laurea, per qualunque chiarimento”. Davide Buccione, anch’egli iscritto al quarto anno di Architettura Magistrale, ripropone, invece, un tema già sollevato da generazioni di studenti della Facoltà: l’inadeguatezza delle aule della sede dello Spirito Santo. “Alcune sono troppo piccole, rispetto alla platea studentesca. In altre la visuale è preclusa da piloni nel bel mezzo della stanza. Accade spesso di seguire in condizioni tutt’altro che agevoli e confortevoli”. Cita l’esempio di Architettura del paesaggio: “Quando ho frequentato io, era il caos. Ci si ritrovava in più di duecento in un’aula che a malapena avrebbe potuto ospitare la metà degli studenti. Seguivamo noi della quinquennale ed i ragazzi iscritti al Corso di Laurea in Urbanistica. Lo ricordo ancora come un incubo, quel corso. Non per la materia in sé, sia chiaro, ma per l’affannosa ricerca di uno spazio”. Gianluigi Sodano si fa interprete del disagio di molti tra i suoi colleghi di corso riguardo alla riformulazione di Scienza delle costruzioni. Sottolinea: “Da qualche anno il vecchio esame di Scienza delle costruzioni è stato suddiviso in due. Bisogna superare Fondamenti e poi si può affrontare Scienza. Questa modifica, in teoria, avrebbe dovuto agevolare l’approccio ad una disciplina tutt’altro che semplice. In realtà, gli ostacoli sono raddoppiati. I docenti pretendono moltissimo ed i programmi, complici alcune sovrapposizioni, sono tutt’altro che dimezzati, per ciascuno dei due esami”.
Fabrizio Geremicca
Fabrizio Geremicca