Ha 21 anni, è al IV anno di Giurisprudenza e ha quella verve che solo un brasiliano possiede: Arley Fernandes Texeira è lo studente della Federal University of Minas Gerais (Brasile) vincitore della borsa di studio “Study in Naples”. Con il suo accento brasiliano, sembra essere uscito da uno di quei film anni 80 con Lino Banfi, dove il protagonista di turno pativa una forte saudade del suo Brasile. “La saudade si è fatta sentire tanto, soprattutto nei primi giorni – racconta lo studente – Quando sono arrivato a Napoli ho avuto un brutto impatto con la città. Mi mancava casa mia, l’aria del mio Paese, perfino il cibo. Avevo forte nostalgia del modo di vivere brasiliano”. Con il passare delle settimane: “le cose sono migliorate e a distanza di un mese posso dire di aver trovato degli amici e di aver rivalutato la città. Considero Napoli bella, accogliente ed ospitale”. La frequenza dei corsi ha aiutato lo studente ad integrarsi: “Attualmente seguo Diritto Internazionale e Diritto Penale, discipline che ho già sostenuto in Brasile e che mi serviranno da ponte per migliorare l’italiano (lingua studiata per un anno prima di arrivare all’Università) e passare alle materie per cui sono venuto qui”. Perché Napoli come prima scelta europea? “Scegliere l’Italia per fare quest’esperienza è stato un passaggio naturale. Il mio tutor in Brasile aveva svolto il Dottorato proprio a Napoli. È stato lui a farmi conoscere la possibilità della borsa di studio, indicandomi come fare per trarre vantaggi da questo percorso”. All’inizio la realtà accademica partenopea l’ha un po’ spaventato: “Alla Federico II è tutto grande ed affollato, le aule di Giurisprudenza sono enormi rispetto a quelle che abbiamo nel mio Paese. Qui è tutto dispersivo, in Brasile, invece, è tutto più individuale e si hanno rapporti più diretti con i docenti”. Altra differenza, il modo di sostenere gli esami: “Mi mancano 2 anni per terminare gli studi. Giurisprudenza nel mio Paese ha più esami, ma non esiste il semestre. Funziona così: si seguono le lezioni (all’incirca un mese) e poi si sostiene subito la prova, anche durante il corso si svolgono simultaneamente delle prove, per avvantaggiare lo studente che ha memorizzato i concetti da poco”. Inoltre: “non esistono prove orali, ma solo test scritti. Quello che ho notato è che i concetti impartiti sono gli stessi. Seguendo diritto internazionale sto facendo un ripasso di quello che avevo già studiato tempo fa. Quel che cambia è il modo di fare lezione, meno concentrato e meno diretto al singolo studente, oltre la rigidità italiana del sistema orale di valutazione”. Per il resto: “i professori sono molto cordiali e al corso spiegano piano, chiedendomi di volta in volta se ho delle difficoltà”. Nel secondo semestre: “dovrei iniziare a seguire le discipline per cui sono a Napoli. La mia tesi si basa sulla storia del diritto penale e sono interessato alle fonti, partendo dal diritto romano fino ad arrivare a quello moderno. Non ho, però, ancora chiaro quali saranno le materie che dovrò sostenere e che mi saranno poi convalidate in Brasile”. Ha già messo in conto per il futuro di ritornare in Italia: “Inseguo il sogno della carriera accademica, non mi interessano l’avvocatura o le altre professioni legali. Sto pensando di seguire dapprima un Master in Brasile e successivamente il Dottorato in Italia, per poi arrivare un giorno all’insegnamento. Non so se tornerò a Napoli o andrò altrove, mi mancano ancora degli esami e ho del tempo per riflettere e decidere con calma”.
Susy Lubrano
Susy Lubrano