Arriva la Laurea Triennale: è Scienze dei Servizi Giuridici

Giurisprudenza presenta il Corso di Laurea Triennale in Scienze dei Servizi Giuridici. A partire da settembre, il Dipartimento attiverà un nuovo percorso di studi che andrà ad ampliare l’offerta formativa, didattica e post laurea dei futuri aspiranti giuristi. A numero programmato – 200 matricole in tutto con test d’ingresso a settembre – il Corso prevede: 20 esami più due idoneità e 3 percorsi curriculari diversi, finalizzati a scelte lavorative in campi precisi. “La Laurea Triennale è una valida alternativa al percorso classico quinquennale attivato dal Dipartimento – spiega il prof. Lorenzo Zoppoli, ordinario di Diritto del Lavoro e referente del Corso di Laurea in Scienze dei Servizi Giuridici – Non è una ‘mini’ laurea, è un percorso diverso, che offre una preparazione di carattere giuridico fisiologicamente più breve ed orientato, il più possibile, a sbocchi professionali diversi da quelli canonici previsti dalla Magistrale”.
La laurea, che rientra nel gruppo ministeriale delle L14, oltre ai canonici vincoli nazionali, prevede margini di autonomia ed individualizzazione che Giurisprudenza ha tradotto in tre curricula diversi. “Il primo percorso è quello in ‘Consulente del lavoro’, che si indirizza ad un mestiere ben preciso, con un suo ordine e un albo a cui iscriversi, previo esame statale. Questa categoria si rifà alla libera professione ed è un’attività in crescita, non solo nel sud, ma in tutta Italia. Ci sono tantissimi avvocati che hanno scelto questa strada proprio perché in espansione”. Potranno iscriversi a questo percorso 100 studenti sui 200 totali. “Abbiamo svolto un’indagine sul territorio e capito che quel numero potrà essere assorbito nei tre anni previsti. Parliamo di un percorso caratterizzato da esami di diritto del lavoro con sbocchi nella previdenza sociale, nell’ambito della formazione della gestione delle risorse umane, nell’organizzazione dello sviluppo del personale, nelle agenzie di intermediazione del lavoro fra aziende, fino a lavorare in sindacato, per fare alcuni esempi”. Accederanno al secondo curricula in ‘Giurista d’impresa e delle organizzazioni pubbliche’ 50 future aspiranti matricole: “Siamo di fronte ad un percorso maggiormente generalista, diretto a formare un giurista che non intende esercitare la libera professione, ma che ha voglia di lavorare in un‘impresa, in un’agenzia che si occupa di rapporti commerciali e nelle organizzazioni pubbliche, ove richiesto la Laurea Triennale”. Secondo il docente: “Le imprese sono alla ricerca di giovani esperti di materie giuridiche, per rivestire ruoli ufficiali nella contrattualistica, nell’interloquire con studi legali esterni. È un percorso molto gettonato ed avrà, naturalmente, un numero maggiore di esami dedicati alle attività delle imprese e della Pubblica Amministrazione”. Le ultime 50 matricole potranno scegliere un percorso innovativo – ve ne sono pochi in Italia – in ‘Giurista del terzo settore’. “Per terzo settore si intende l’insieme delle organizzazioni ed enti no profit che si occupano di attività, non con una logica di mercato, ma perché lavorano per amministrazioni pubbliche partecipando a bandi per attività da realizzare con particolari categorie: disabili, tossicodipendenti ecc. Parliamo di cooperative sociali, imprese sociali senza una finalità di lucro primaria”. Queste organizzazioni “possono utilizzare dei lavoratori dipendenti, per risolvere una serie di problemi giuridici specifici. Necessitano di giuristi esperti delle normative del terzo settore. Anche in questo caso, gli esami saranno calibrati al curricula prescelto”.
Primo anno comune
Il primo anno è però comune a tutti e tre i percorsi. Gli esami saranno: Diritto Costituzionale, Istituzioni di Diritto Privato, Storia del diritto europeo e comparato, Diritto Romano e fondamenti del diritto europeo, Filosofia del diritto, Economia Politica, più l’idoneità in Informatica e l’idoneità in Lingua straniera. “Le discipline studiate saranno le stesse, tuttavia i crediti (tradotto in concreto, in numeri di pagine da studiare) avranno un peso diverso da quello di Giurisprudenza. Inoltre, a seconda del percorso in cui si è immatricolati, gli esami saranno articolati in moduli, dove si porrà una particolare attenzione a determinati contenuti, a seconda dell’indirizzo prescelto. In parole povere si anticiperanno i contenuti che si andranno a studiare in modo più approfondito nei due anni successivi”. Da sottolineare: “L’esame di diritto romano, che è importante per formare un giurista dalle solide basi”.
Il prossimo settembre, Giurisprudenza si prepara ad una nuova forte sfida: “Formulare un percorso triennale era doveroso, soprattutto per quei ragazzi che non riescono a reggere tempi troppo lunghi. I nostri studenti, in media, si laureano dopo 6-7 anni dall’iscrizione. Non tutti possono aspettare così tanto per immettersi nel mondo del lavoro. Abbiamo cercato un’altra strada innovativa, con un ventaglio di ipotesi che potenziano il percorso e attraggono nuovi iscritti”. Da anni i giuristi chiedevano un restyling degli studi: “Speriamo in una crescita complessiva del Dipartimento. Abbiamo la forza di docenti giovani, delle strutture ottime e mille energie che ci accompagnano. Il cambiamento era nell’aria da un po’, mi auguro che in futuro gli iscritti concludano gli studi in tempi brevi, abbassando la media del raggiungimento del titolo, superando la difficoltà della gestione dei tempi”. Se si auspica una crescita generale, come si spiega il numero programmato della Laurea Triennale? “Il numero programmato non equivale ad una selezione fra i ragazzi. Questo numero è necessario per fare in modo che gli sbocchi professionali previsti nel post laurea siano reali e che vi sia un reale assorbimento nel mercato del lavoro. Prima di stabilire i 200 ingressi, abbiamo fatto una profonda ricerca sul territorio”. I dati rivelano che, “a livello regionale, questa è la reale previsione ‘idealistica’ che il mercato meridionale può contenere. Naturalmente queste figure sono ricercate in tutto il territorio nazionale e nulla vieta di cercare lavoro altrove. Però, se facciamo una previsione e la diciamo ai ragazzi, deve essere veritiera. Le promesse le vogliamo mantenere e così sarà per tutti i cambiamenti che il nostro Dipartimento si prepara ad accogliere ed affrontare”.
Susy Lubrano
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