A metterli in fila, uno dietro l’altro, costituiscono una sequenza che non può lasciare indifferenti. Furti riusciti o tentati e vandalismi, nell’ultimo anno, sono stati purtroppo una costante nella sede dello Spirito Santo di Architettura della Federico II. Dopo gli ultimi episodi, il Direttore del Dipartimento, Mario Losasso, ha stabilito che gran parte delle aule resteranno chiuse al di fuori degli orari di lezione. Fanno eccezione, ovviamente, quelle al piano terra destinate alla sosta degli studenti tra un corso e l’altro e quelle, anch’esse destinate agli studenti, che sono state recentemente inaugurate al secondo ed al terzo piano e si caratterizzano per la disponibilità di una presa elettrica per computer per ciascuna seduta.
“Partiamo dai fatti più recenti – dice Losasso – Tra il 1° ed il 2 aprile sono state sottratte alcune apparecchiature Wi–Fi dalle aule SL 4.3, SL 4.4, Sl 3.6. Ne sono state danneggiate altre nelle aule S 4.1, S 2.1, SL 2.6. In particolare, furti e danneggiamenti hanno colpito le centraline che consentivano di disporre della rete internet senza fili. Attrezzature piuttosto costose e che non sarà possibile sostituire nell’immediato, perché, mi hanno spiegato dalla struttura di Ateneo che si occupa di queste problematiche, l’appalto non lo prevede. Tutto ciò comporta che sei aule delle circa 50 dell’edificio dello Spirito Santo non avranno la connessione wi-fi per un periodo che al momento non sono in grado di stabilire, a dispetto degli sforzi del Dipartimento, che vanno avanti da tempo, per migliorare la didattica. Si tenga presente che ad Architettura l’utilizzo dei computer è un elemento importante, durante le lezioni”.
Prima che qualcuno prendesse di mira le centraline, prosegue Losasso, era toccato ai proiettori, un’altra attrezzatura fondamentale per la didattica ad Architettura. “Lo scorso inverno – racconta – ne sono stati rubati tre o quattro, non sono ora in grado di quantificare con precisione, sempre nella sede dello Spirito Santo, in aule diverse ed in piani differenti. Ciascun proiettore, compreso il montaggio sulle staffe, costa un migliaio di euro. Mentre i fondi per la manutenzione sono sempre di meno, ad Architettura come nel resto dell’Ateneo. Dunque, si comprenderà bene l’ammontare del danno”.
Sempre lo scorso inverno, in due diverse occasioni, qualcuno ha lasciato aperte le bocchette del sistema antincendio al quinto ed al sesto piano dell’edificio che affaccia su via Toledo, provocando una copiosa fuoriuscita d’acqua. Chi sia stato e perché lo abbia fatto, ad oggi, resta un mistero. Potrebbe essere stato un banale quanto scriteriato gesto vandalico, ma è certo che coloro i quali hanno agito sapevano come muoversi, dove mettere le mani. La somma di questi episodi, con l’aggiunta della maleducazione e dello scarso rispetto degli spazi da parte di alcuni studenti, che non riescono ad astenersi dal lasciare traccia del proprio passaggio in aula sotto forma di pedate alle pareti, scarabocchi e frasi impresse col pennarello sui muri, ha indotto Losasso ad assumere la decisione, invero piuttosto drastica, di chiudere gran parte delle aule quando non c’è lezione. “Non avevo alternative”, sottolinea. “Qualche collega”, aggiunge, “aveva proposto di introdurre un sistema di videosorveglianza con le telecamere. Non è possibile, perché mancano i soldi per installare le apparecchiature. Senza contare che, personalmente, mi lascia anche un po’ perplesso il fatto che occhi elettronici debbano scrutare minuto per minuto studenti e docenti. D’altro canto, non c’è neppure sufficiente personale per sorvegliare le aule e prevenire così i furti. In via Forno Vecchio, per 15.000 metri quadrati complessivi, ho tre custodi e tre addetti alla sicurezza su tre turni diversi. Piuttosto che assistere senza fare nulla alla perdita di altre attrezzature, ho preferito adottare la soluzione della chiusura delle aule”.
Per gli studenti è un problema, perché molti di essi si fermavano in quegli spazi, quando non erano utilizzati per i corsi, a studiare, chiacchierare o a mangiare un panino al coperto. D’ora in avanti non potranno più farlo.
“Il disagio dei nostri iscritti – dice peraltro il professore Losasso – sarà alleviato dalla disponibilità delle due nuove aule da 80 posti ciascuno con prese elettriche per l’uso del pc, che sono state aperte prima di Pasqua, dal potenziamento dei posti studio negli spazi che abbiamo ricavato nei corridoi e nelle biblioteche. Ai ragazzi ed alle ragazze chiedo peraltro di darci una mano, con una sorta di vigilanza diffusa che ci aiuti a prevenire il ripetersi dei furti e dei vandalismi che si sono verificati negli ultimi mesi. Sono proprio i nostri studenti che subiscono in prima persona le conseguenze di questo stato di cose”. Anche per questo, pochi giorni fa, il Direttore del Dipartimento ha pubblicato sul sito di Architettura una lettera aperta al personale docente, non docente ed agli studenti, nella quale sintetizza l’accaduto e spiega i motivi per i quali ha ritenuto indispensabile provvedere alla chiusura delle aule di via Forno Vecchio al di fuori degli orari di lezione. Una decisione forse inevitabile, ma che certamente è una sconfitta per tutti.
Fabrizio Geremicca
“Partiamo dai fatti più recenti – dice Losasso – Tra il 1° ed il 2 aprile sono state sottratte alcune apparecchiature Wi–Fi dalle aule SL 4.3, SL 4.4, Sl 3.6. Ne sono state danneggiate altre nelle aule S 4.1, S 2.1, SL 2.6. In particolare, furti e danneggiamenti hanno colpito le centraline che consentivano di disporre della rete internet senza fili. Attrezzature piuttosto costose e che non sarà possibile sostituire nell’immediato, perché, mi hanno spiegato dalla struttura di Ateneo che si occupa di queste problematiche, l’appalto non lo prevede. Tutto ciò comporta che sei aule delle circa 50 dell’edificio dello Spirito Santo non avranno la connessione wi-fi per un periodo che al momento non sono in grado di stabilire, a dispetto degli sforzi del Dipartimento, che vanno avanti da tempo, per migliorare la didattica. Si tenga presente che ad Architettura l’utilizzo dei computer è un elemento importante, durante le lezioni”.
Prima che qualcuno prendesse di mira le centraline, prosegue Losasso, era toccato ai proiettori, un’altra attrezzatura fondamentale per la didattica ad Architettura. “Lo scorso inverno – racconta – ne sono stati rubati tre o quattro, non sono ora in grado di quantificare con precisione, sempre nella sede dello Spirito Santo, in aule diverse ed in piani differenti. Ciascun proiettore, compreso il montaggio sulle staffe, costa un migliaio di euro. Mentre i fondi per la manutenzione sono sempre di meno, ad Architettura come nel resto dell’Ateneo. Dunque, si comprenderà bene l’ammontare del danno”.
Sempre lo scorso inverno, in due diverse occasioni, qualcuno ha lasciato aperte le bocchette del sistema antincendio al quinto ed al sesto piano dell’edificio che affaccia su via Toledo, provocando una copiosa fuoriuscita d’acqua. Chi sia stato e perché lo abbia fatto, ad oggi, resta un mistero. Potrebbe essere stato un banale quanto scriteriato gesto vandalico, ma è certo che coloro i quali hanno agito sapevano come muoversi, dove mettere le mani. La somma di questi episodi, con l’aggiunta della maleducazione e dello scarso rispetto degli spazi da parte di alcuni studenti, che non riescono ad astenersi dal lasciare traccia del proprio passaggio in aula sotto forma di pedate alle pareti, scarabocchi e frasi impresse col pennarello sui muri, ha indotto Losasso ad assumere la decisione, invero piuttosto drastica, di chiudere gran parte delle aule quando non c’è lezione. “Non avevo alternative”, sottolinea. “Qualche collega”, aggiunge, “aveva proposto di introdurre un sistema di videosorveglianza con le telecamere. Non è possibile, perché mancano i soldi per installare le apparecchiature. Senza contare che, personalmente, mi lascia anche un po’ perplesso il fatto che occhi elettronici debbano scrutare minuto per minuto studenti e docenti. D’altro canto, non c’è neppure sufficiente personale per sorvegliare le aule e prevenire così i furti. In via Forno Vecchio, per 15.000 metri quadrati complessivi, ho tre custodi e tre addetti alla sicurezza su tre turni diversi. Piuttosto che assistere senza fare nulla alla perdita di altre attrezzature, ho preferito adottare la soluzione della chiusura delle aule”.
Per gli studenti è un problema, perché molti di essi si fermavano in quegli spazi, quando non erano utilizzati per i corsi, a studiare, chiacchierare o a mangiare un panino al coperto. D’ora in avanti non potranno più farlo.
“Il disagio dei nostri iscritti – dice peraltro il professore Losasso – sarà alleviato dalla disponibilità delle due nuove aule da 80 posti ciascuno con prese elettriche per l’uso del pc, che sono state aperte prima di Pasqua, dal potenziamento dei posti studio negli spazi che abbiamo ricavato nei corridoi e nelle biblioteche. Ai ragazzi ed alle ragazze chiedo peraltro di darci una mano, con una sorta di vigilanza diffusa che ci aiuti a prevenire il ripetersi dei furti e dei vandalismi che si sono verificati negli ultimi mesi. Sono proprio i nostri studenti che subiscono in prima persona le conseguenze di questo stato di cose”. Anche per questo, pochi giorni fa, il Direttore del Dipartimento ha pubblicato sul sito di Architettura una lettera aperta al personale docente, non docente ed agli studenti, nella quale sintetizza l’accaduto e spiega i motivi per i quali ha ritenuto indispensabile provvedere alla chiusura delle aule di via Forno Vecchio al di fuori degli orari di lezione. Una decisione forse inevitabile, ma che certamente è una sconfitta per tutti.
Fabrizio Geremicca