Trecento volte più dolce dello zucchero ma con un quantitativo calorico di gran lunga minore: la “monellina”, proteina dolce presente in natura, è alla base dello studio di un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Chimica della Federico II, intenti a sviluppare un dolcificante proteico che riesca, grazie al suo utilizzo, a combattere diabete ed obesità. “La monellina – spiega la prof.ssa Delia Picone, docente di Chimica generale e inorganica, referente del progetto Start-up iSweetch – è stata isolata dalle bacche di un arbusto selvatico africano (conosciuto con il nome di ‘bacca della serendipità’), dai ricercatori del Monell Chemical Senses Center di Philadelphia. Successivamente, si è cercato di stabilizzarla, grazie a tecniche di ingegneria proteica, per renderla più resistente alle alte temperature. Partiamo quindi da un prodotto ricombinante che si adatta a varie cose”. La molecola, che ha la proprietà di essere estremamente dolce, tuttavia è di difficile estrazione e poco resistente alle alte temperature. “Ancora non sappiamo se in futuro sarà possibile fare una torta o una crema con questa proteina. Il risultato fra passaggio scientifico e applicazione pratica è lungo. Detto questo, riprendere il lavoro del prof. Pier Andrea Temussi (che per primo si è occupato della molecola da esperto di proteine dolci) è stato entusiasmante. Abbiamo voluto valorizzare le nostre competenze di biologi strutturali, riuscendo a collegare la struttura tridimensionale delle molecole alla sua funzione”. La ripresa del progetto è potuta avvenire grazie ad alcuni finanziamenti ricevuti in ambito universitario e non. “Lavorare su un modo per prevenire l’obesità o il diabete – racconta la docente – è cosa di interesse pubblico. Il nostro prossimo obiettivo sarà dare vita al processo di produzione, in quantità superiori rispetto alle ricerche di laboratorio, cui siamo abituati. Per fare questo, abbiamo creato una start-up “iSweetch”, vorremmo, attraverso il suo lavoro, rendere il processo maggiormente economico e biocompatibile”. Il 23 gennaio scorso, la start-up ha vinto un premio – finanziato dal Banco di Napoli, dalla Federico II e dalla Camera di Commercio di Napoli – come start-up maggiormente innovativa. “Il TechHub Arena ci ha dato il primo premio, una somma di denaro, per continuare la nostra ricerca. È stata una bella soddisfazione che ci ha aperto le porte del ‘BioInItaly Investment Forum & Intesa San Paolo StartUp Initiative’, a Milano. In quel frangente, abbiamo ricevuto un forte impatto mediatico. Inoltre, l’evento ci ha fatto conoscere aziende e associazioni che operano nel settore delle start- up”. Anche se il percorso è ancora all’inizio – come ci tiene a precisare la docente – i riconoscimenti non sono tardati ad arrivare, segno che il tema trattato colpisce al cuore delle società moderne. Poter contrastare questi problemi è quanto richiedono i governi di tutto il mondo. “La monellina, visto l’alto potere dolcificante, andrebbe usata in un quantitativo piccolissimo, al confronto di dosi superiori di zucchero molto più caloriche e dannose. Il costo di produzione è molto alto, tuttavia lavorando su scala industriale, dovremmo contenerne il prezzo”. Ancora oggi, però, c’è chi storce il naso di fronte a questi prodotti considerati poco ‘naturali’ e troppo trattati artificialmente, nell’ambito del biotech. “I prodotti biotecnologici fanno paura, eppure, come nel caso di questa proteina, potrebbero essere di maggiore sostanza e di sicuro più ecocompatibili in toto, rispetto ad altri. Alcuni arrecano meno danni alla salute, al confronto di quelli di cui si pensa siano naturali”. Per questo la docente consiglia di non giudicare senza conoscere: “Se fossi un consumatore valuterei la cosa complessivamente, ricercando i pro ed i contro di ciò che si presenta davanti come scelta”.
Susy Lubrano
Susy Lubrano