Australia, Madagascar, Cina oltre alle classiche mete europee

Quali sono le mete preferite dagli studenti in Erasmus? Quanto vale questa esperienza e cosa resta nei loro cuori? Quanto l’Erasmus aiuta un giovane ad aprire i propri orizzonti e acquisire una visione più profonda della vita? Tra mete tradizionali e nuove proposte, la parola ai Delegati Erasmus dei Dipartimenti e ai docenti promotori dei singoli accordi.
A Psicologia il motto ‘uno per tutti, tutti per uno’ la fa da padrone: “I nostri studenti spesso si aggregano e fanno riferimento alle stesse mete, un po’ come facevano una volta gli italiani che cercavano lavoro fuori dal paese. I paesi più gettonati, sia per l’Erasmus studio che per il traineeship, sono Francia e Spagna – racconta il prof. Giuseppe Barbato, Delegato Erasmus – Alcune delle mete che proponiamo nascono soprattutto per gli studenti incoming, come nel caso della Turchia”. Quanto conta un’esperienza come questa per uno studente di Psicologia? “Partiamo dal presupposto che l’Erasmus è sempre formativo, qualunque disciplina si studi. È una questione di curiosità. Nel caso di uno studente di Psicologia può essere interessante conoscere, ad esempio, un nuovo approccio alla psicologia, alla psicoterapia. Un nuovo modus operandi”. Per il Dipartimento, quest’anno c’è una new entry. Si tratta di Cipro, grazie ad un accordo sottoscritto dalla prof.ssa Santa Iachini: “La University of Cyprus è un’università giovane proprio come la Vanvitelli e, inoltre, ha anche un’ottima valutazione a livello internazionale”. La prof.ssa Iachini ha avuto modo di visitare di persona la struttura, a maggio. In quell’occasione ha tenuto un seminario e ha partecipato ad una commissione per la valutazione di tesi di dottorato: “L’Ateneo ha un ottimo corpo docenti. Tutti i professori parlano l’inglese e hanno fatto esperienze all’estero. Le strutture sono belle anche da un punto di vista architettonico, con mense, palestre e i dormitori. Cipro può offrire agli studenti una formazione di prestigio. Inoltre, è vicina e anche economica”. È necessario conoscere il greco? “L’importante è conoscere l’inglese. A Cipro c’è un’ampia colonia inglese. Ma ci sono anche degli studenti ciprioti interessati ad un’esperienza di studio a Napoli. L’università di Cipro, infatti, vuole realizzare una rete di università di alto livello nel Mediterraneo”. Quanto conta l’Erasmus nel futuro professionale di uno studente? “Può essere un primo passo per stabilire delle relazioni che, in una fase successiva, possono portare ad altro. Nel caso di un dottorando, ad esempio, può portare ad una borsa, ad un assegno di ricerca e all’inizio di un’ottima carriera”, risponde il prof. Barbato.
Studio e sport  a 
Wollongon, cittadina
a sud di Sydney
Due le nuove mete per gli studenti del Dipartimento di Economia: Sofia in Bulgaria e Cordova in Spagna. “Abbiamo conosciuto queste università e abbiamo constatato che c’è compatibilità con i nostri programmi – spiega la Delegata Erasmus Rosa Vinciguerra – I nostri ragazzi prediligono la Spagna, ma anche, ad esempio, le sedi polacche dove possono esercitare l’inglese. Le città universitarie sono un ricchissimo luogo di confronto dove si possono incontrare tante culture diverse non necessariamente legate al posto in cui arriva. All’estero sono impiegate metodologie didattiche differenti, i ragazzi riferiscono, ad esempio, che noi abbiamo un taglio più teorico mentre all’estero è più applicativo. Si fa più gruppo e si seguono orari diversi, ad esempio, il sabato mattina. Alcuni docenti tengono corsi anche alle otto di sera. L’ordine viene un po’ sovvertito”. Le amicizie che nascono in Erasmus durano per sempre: “Chi parte in genere ritorna nel paese straniero, anche per pochi giorni, per una vacanza o per salutare gli amici. In passato alcuni studenti sono rimasti a lavorare a Varsavia dove avevano stabilito una rete di contatti”. Nell’ambito della Mobilità Internazionale, il Dipartimento ha un nuovo contatto promosso dal prof. Michele Pizzo che sarà attivo a partire dal prossimo anno: l’Università di Wollongong in Australia. “A Wollongong gli studenti potranno seguire i corsi, ma anche partecipare ad attività sportive. In Australia, lo sport, come il rugby ad esempio, è parte integrante della formazione. Stiamo parlando di una realtà nuova, avanzata e in crescita”. Il prof. Pizzo ha insegnato in Australia come visiting professor e in questo contesto ha stretto un sodalizio con il prof. Alex Frino con cui ha sottoscritto l’accordo. “Wollongon è una piccola cittadina a sud di Sydney dove c’è uno stabilimento siderurgico che è l’attività principale. Il campus, di impronta anglo-americana, ha molti altri accordi anche, ad esempio, con il Brasile o con squadre inglesi della Premier League”.
È ora di abbandonare le mete tradizionali e sperimentare nuove strade. Per gli studenti del Dipartimento di Ingegneria, una delle opportunità è la Romania. Il prof. Luigi Zeni è promotore di un accordo con la Technical University of Cluj-Napoca che nasce dieci anni fa, in occasione di una rete universitaria che trattava di fibre ottiche quando “incontrai il delegato romeno dell’Università di Cluj-Napoca. Sono anche stato lì come visiting professor per dei seminari di Ingegneria Elettronica. Dall’Università di Cluj-Napoca ci sono studenti che chiedono di venire da noi per tirocini o tesi”. Il docente ha avuto modo di visitare anche la città di Cluj-Napoca: “L’università è piccola, ma carina. La città è tranquilla, accogliente e partendo da lì gli studenti potrebbero visitare il castello di Dracula o un vecchio presidio romano. È una città a misura d’uomo, forse un po’ troppo fredda in inverno”.
In ripresa le mete 
dell’Est
“I nostri studenti preferiscono la Spagna e il Portogallo, certo, ma c’è una grande ripresa delle mete dell’Est dove si parla l’inglese e c’è molta attenzione alla parte pratica – conferma anche il prof. Sergio Minucci, Delegato Erasmus d’Ateneo e della Scuola di Medicina – Le città preferite dagli studenti sono, ad esempio, Varsavia, Budapest, Istanbul”. Sono aumentate da tre a dieci, sia in entrata che in uscita, le borse per Konya in Turchia: “Proprio la settimana scorsa sono stato lì, per un’interazione nell’ambito del programma Erasmus, per aprire una chiave 107. Konya ha un ottimo campus e un’ottima Facoltà di Medicina. Il livello è alto sia in termini di struttura che di tecnologia e dei corsi di inglese che vengono erogati”. Cosa troveranno a Konya gli studenti? “Il campus è molto bello, distante dalla città, ma facilmente raggiungibile grazie al tram. Ci sono buoni alloggi, la mensa e gli studenti possono muoversi in libertà. Il loro Policlinico è di qualità, c’è un edificio dedicato alla didattica. Ciò che mi ha colpito, e forse in Italia siamo un po’ carenti su questo punto, è lo spazio dedicato alla pratica. Gli studenti sono sempre in camice, nei reparti e a seguire le visite ambulatoriali. Li vedevo dovunque. C’è una grande attenzione all’esperienza clinica. Agli studenti che andavano in Turchia suggerivo Istanbul, ma, dopo aver conosciuto questa realtà, li invito a scegliere anche Konya”. Tra le mete extra-europee, il Madagascar presenta una realtà lontana e differente dalla nostra e può offrire, quindi, un’esperienza completa. Come nasce l’accordo con un paese così lontano? “Abbiamo avuto scambi di docenti che sono andati lì per delle lezioni e abbiamo deciso di allargarci in questa direzione. Hanno un ospedale recente frequentato da moltissimi giovani perché è scelto da tutti i ragazzi dei dintorni. Il paese offre uno scenario interessante per un medico perché lì ci sono malattie che in Italia sono meno sviluppate. Uno studente può vivere un’esperienza diversa: le condizioni sono più estreme e l’emergenza può essere quotidiana”. Un aspirante medico che volesse cominciare la professione nell’immediato troverebbe, in Madagascar, pane per i suoi denti: “Lì sei operativo sin da subito. C’è molto bisogno di aiuto e si comincia a lavorare immediatamente. Questa esperienza costerebbe un po’ di termini di sacrifici, ma darebbe anche tanto”.
Tra gli studenti più avventurosi, quelli del Dipartimento di Architettura. “Gli studenti di Architettura preferiscono la Spagna e la Francia, quelli di Design il Portogallo e i paesi dell’Est – spiega il Delegato Erasmus Nicola Pisacane – Tutti i nostri accordi nascono da un’attenta analisi dei percorsi di studio. Mai nessuno studente è rimasto scontento”. Il Dipartimento è molto vivace anche in relazione alla Mobilità Internazionale: “I gruppi più numerosi in genere partono per la Cina e l’Argentina. Abbiamo un contatto con la Bolivia che nacque dall’interesse di alcuni studenti boliviani ospitati dall’università qualche anno fa. Nel caso dell’Argentina abbiamo culture analoghe”. Un legame molto forte è e ancora resta quello con la Cina: “Due studenti che hanno partecipato al programma per il doppio titolo ritorneranno in Cina per lavoro”, conclude il prof. Pisacane.
Carol Simeoli
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