Beni Culturali in difficoltà

Continua ad essere molto delicata la situazione per Beni Culturali: un Corso di Laurea per il quale la transizione al Nuovissimo Ordinamento si sta dimostrando particolarmente complessa, e per il quale non si esclude, certo come ultima soluzione possibile, l’ipotesi di accorpamento ad un altro Corso, nel caso in cui non si riesca a rientrare nei nuovi parametri previsti dal Ministero. “Alcuni aspetti dei nuovi parametri sono stati chiariti, altri rimangono ancora fumosi”, spiega la prof.ssa Mariantonietta Picone, Presidente sia della Triennale che della Specialistica. Tanto che il Corso di laurea si è affidato all’Ufficio Statuto per interrogare il Ministero sulle questioni irrisolte.
“La ratio di base del Decreto, quella della riduzione del grande numero di discipline sorte con la riforma precedente, è giusta: abbiamo esagerato tutti”, ammette la Picone. Ma, detto questo, i principi che ora regolano la transizione al nuovissimo sistema, continua la docente, sono “regole capestro, che mettono a rischio anche Corsi precedentemente non problematici come il nostro”. D’altra parte non si sfugge: i Nuclei di Valutazione di Ateneo avranno ora un ruolo decisivo nel verificarne la precisa applicazione. E per i Corsi che non rientrano in un determinato livello di qualità, in base ai nuovi parametri, scatta il taglio dei finanziamenti. “L’interesse di tutti quindi è che vengano rispettati”, continua la Picone. Ma le questioni ancora da chiarire sono diverse. Ad esempio, si chiede la professoressa, “se è previsto un solo docente in un settore scientifico-disciplinare dove prima ce n’erano due, è possibile spostarne uno in un’area disciplinare affine?”. 
Dubbi specifici a parte, il quadro generale che determina la precarietà di Beni Culturali è quello di un Corso giovane, con un corpo docente che rischia di essere non sufficientemente numeroso e radicato, poiché una parte degli insegnamenti finora è stata comunque ricoperta da docenti afferenti ad altri Corsi di laurea, supplenze,  qualche docenza a contratto – “poche, siamo stati bravi in questo”, sottolinea la prof.ssa Picone. Ma con il Nuovissimo Ordinamento è tempo di scegliere: ogni docente può risultare afferente ad un solo Corso di Laurea, senza vie intermedie. E la scelta si impone  anche tra la triennale e la specialistica di uno stesso Corso di Laurea: è possibile per un professore afferire sia all’una che all’altra, ma si può essere “contati una sola volta” come componenti del nucleo di base che deve comporre ogni Corso.  Le nuove norme richiedono infatti che ci sia un numero minimo di docenti in organico per ogni Corso, dodici alla triennale e otto alla specialistica, e Beni Culturali rischia di trovarsi con interi settori disciplinari scoperti. A questo si somma anche il principio da poco reso noto in base al quale viene assegnato un diverso punteggio a ricercatori, professori associati e professori ordinari, premiando con un “punteggio più alto” i Corsi con più docenti ordinari.
Di fatto la verifica definitiva di tutti i margini di incertezza legati alle nuove norme si avrà soltanto nel momento in cui il Ministero invierà il format nel quale inserire tutti i dati: solo lì si vedrà se le soluzioni adottate verranno accettate dal sistema informatico. “Ma è fondamentale cercare di capire prima, e ipotizzare soluzioni di riserva”, spiega la Picone. “Se non ci fosse nessuna altra soluzione potremmo pensare di trasformare la triennale in un ulteriore percorso di Archeologia e Storia dell’Arte. Neppure questa soluzione però sarebbe del tutto priva di problemi, o meglio ne aprirebbe altri. Ad esempio per la nostra classe di laurea il Ministero prevede un massimo di 230 studenti alla triennale: se si supera questa cifra dovrebbero raddoppiare i docenti, che già ora mancano”.  Soluzioni di ripiego che però il Corso si affretta a vagliare e ad approvare anche, “in modo che, se ce ne sia la necessità, permettano subito di operare un cambiamento”, aggiunge la docente.
Viola Sarnelli
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