Lettori a Lingue, ancora emergenza

Nuovo allarme a Lingue. E’ di nuovo critica la situazione dei lettori madrelingua, da sempre pochi, sottopagati e con un carico lavorativo che non corrisponde alle prestazioni richieste da contratto. Questa volta, spiega la prof.ssa Silvana La Rana, Presidente del Corso di Laurea triennale, si è appena avuta improvvisa comunicazione da parte dell’amministrazione dell’Ateneo che le 500 ore che devono coprire annualmente i lettori sono già terminate per i due collaboratori linguistici di Lingua Inglese, lasciando quindi sguarnito il corso che, come è facile immaginare, è anche il più seguito.
L’antefatto di questa improvvisa comunicazione era stata un’iniziativa della stessa prof.ssa La Rana, che lo scorso anno si era prodigata per fare sì che l’Ateneo riconoscesse che, soprattutto nel periodo di gennaio-febbraio, i lettori impiegano, per seguire tutti gli esami e le relative correzioni, circa 100-120 ore, che si vanno a sommare a quelle previste per la didattica ordinaria. Un riconoscimento che si sperava potesse servire ad avere un compenso economico aggiuntivo per queste prestazioni extra. Il risultato è stato invece che l’Ateneo ha ritenuto che quel monte ore particolarmente concentrato facesse esaurire prima del previsto le 500 ore annuali previste da contratto. Con tanti saluti a casa. 
Anche per francese ci si aspetta a breve una comunicazione simile. Per tamponare, il Corso di Laurea sarà costretto a ricorrere ancora una volta a contratti temporanei. “Servono per le emergenze”, spiega la prof.ssa La Rana- Ma perché bisogna sempre vivere nell’emergenza? Non ci può essere né continuità né programmazione didattica in questo  modo”. Eppure si erano appena chiusi i concorsi per ricercatori di inglese e tedesco, “vinti da due ragazzi in gamba e preparati. Ma si aggiusta una cosa e se ne danneggia un’altra”. E aggiunge “per quest’anno ormai c’è poco da fare, lavoreremo ancora di più, come sempre, noi docenti rimasti”. La richiesta per il prossimo anno è quella di due nuovi lettori in più per ogni lingua: un numero che permetterebbe di dividere gli studenti (che ormai superano i 200 iscritti annui) in gruppi di una cinquantina per ogni lettore. Richiesta che si trasforma sempre più in necessità soprattutto se si pensa ai moduli da 12 crediti previsti per gli esami di lingua a partire dall’anno prossimo. “C’è grande stima per il Preside, che cerca di risolvere una situazione antica e incancrenita, pur potendo intervenire limitatamente; le garanzie però devono arrivare da altre direzioni”.
L’augurio che esprime la docente è “che questi sacrifici fatti nell’intenzione di salvare il Corso di Laurea e mandare avanti i ragazzi, che seguono bene e volentieri, avendo  la fortuna di trovare docenti che li tengono incollati alle sedie, diano risultati”. Perché la richiesta di un minimo di continuità didattica “è a questo punto sacrosanta”. Altrimenti, “se il Corso deve morire, che lo si dica chiaramente”.
Viola Sarnelli
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