Borse di studio negate ai troppo poveri, si attende il parere dell’Avvocatura di Stato

L’Edisu Napoli 1 ha sbagliato. Lo sottolinea, con una dura presa di posizione, il Difensore Civico della Regione Campania Giuseppe Fortunato. A lui si sono rivolti due rappresentanti degli studenti eletti nel Consiglio di Amministrazione dell’Ente: Fabio Santoro (Sinistra giovanile) e Pasquale Petruzzo (Confederazione). Studente in Architettura, quest’ultimo ha assunto una diversa posizione sul punto con l’altro eletto di Confederazione, Francesco Borrelli, il quale, con Maiello e Pasquino, non riteneva opportuno investire la Regione del problema. I due rappresentanti hanno sottoposto all’avvocato Fortunato il caso del bando 2000/2001, che esclude automaticamente gli studenti con un reddito inferiore a 10.800.000 lire annui. Il difensore civico ha chiesto al presidente dell’Ente Adolfo Maiello “di annullare o revocare il bando, nella parte in cui prevede l’ingiusta clausola”. Il danno cagionato agli studenti i quali, letto il bando, hanno rinunciato a partecipare, è in ogni caso irreparabile. Logica vorrebbe che i responsabili ne pagassero le conseguenze, ma purtroppo non sempre le cose vanno secondo logica.
A determinare quest’altro pasticcio, in casa Edisu, è stato il direttore generale Francesco Pasquino. Nel bando 2000/2001 ha introdotto un principio alquanto originale, nell’ordinamento italiano: la presunzione di colpa. In sintesi è questo: la tua famiglia è povera, ergo non puoi frequentare l’università. Se invece la frequenti e dichiari meno di 10.800.000 lire, significa che sei un evasore e dichiari il falso. Un ragionamento bizzarro. Anche se, formalmente, nei poteri del direttore generale, per la responsabilità sugli atti amministrativi che la nuova legge sulla dirigenza gli conferisce. Meglio sarebbe stato controllare tutte le domande, come sottolineato da Santoro e da Petruzzo. “Il DPCM del 97, articolo 2, comma 12, prevede che le Università ed il Ministero delle Finanze debbano scambiarsi i dati – ribadisce quest’ultimo- In Consiglio il direttore generale ha detto che non possono chiederli per tutti. Addirittura l’Intendenza non si attiverebbe a fornire i dati. Beh, a questo punto chi ritiene di averne diritto si rivolga al Tribunale Amministrativo Regionale. Una cosa è certa: lo scaricabarile non va”. 
Nel Consiglio di Amministrazione che si è svolto il 28 novembre il presidente dell’Ente Maiello ha a sua volta declinato ogni responsabilità, sottolineando che il bando non sarebbe di competenza dell’organo politico (il CdA), ma dell’organo di gestione (l’amministrazione). I rappresentanti studenteschi, sostenuti da alcuni docenti, hanno spinto affinché fossero riaperti i termini del ricorso. Ciò consentirebbe ai 320 esclusi ”poveri” che ancora non lo hanno fatto di appellarsi avverso le graduatorie provvisorie. Altri 350 hanno invece presentato entro i termini il ricorso. Resta da capire se è giuridicamente possibile riaprire i termini dei ricorsi. Inoltre: che cosa dire agli studenti i quali, letta la norma dei 10 milioni e 800.000 lire, a settembre non hanno neanche presentato domanda? Né va trascurato il pericolo che la riapertura dei termini dei ricorsi faccia slittare la pubblicazione delle graduatorie definitive e l’anticipo di una quota delle borse oltre il 31 dicembre. In questo caso l’Edisu sarebbe punito, con una decurtazione dei fondi regionali ad esso destinati. Significa che ci sarebbero meno borse di studio.
Alla luce di tutto ciò, Maiello ha preso tempo per chiedere un parere all’Avvocatura di Stato. La proposta di riapertura dei termini dei ricorsi potrebbe dunque essere formalizzata nel prossimo Consiglio. Pasquino come si difende? Spiega Fabio Santoro: “in Consiglio ha fatto presente che, da controlli incrociati effettuati, non sarebbero pochi coloro i quali hanno dichiarato meno di 10.800.000 lire. Si facciano i controlli, dico io, e si punisca chi dichiara il falso, nell’interesse degli stessi studenti. Di qui ad escludere automaticamente dalle borse i figli delle famiglie povere, però, ce ne corre”. Sulla questione è intervenuto, con una lettera aperta a Maiello, al preside di Scienze Guido Trombetti ed a Filippo Vinale, presidente del Polo delle Scienze e delle Tecnologie, il prof. Alberto Simoni, presidente del Corso di Laurea in Fisica. “Conosco direttamente interi nuclei familiari di più persone che sopravvivono con un reddito complessivo inferiore all’importo sopra indicato”, scrive l’otto novembre. “Vorrei cortesemente sapere come si comporta l’E.DI.S.U. in questi casi per garantire il diritto allo studio agli studenti meritevoli e bisognosi”. 
Fino ad oggi, nessuna risposta. Il prof. Maiello se la prende invece con Santoro e Petruzzo (che sulla questione ha anche attivato una casella di posta elettronica: petruzzo@unina.it): “non c’era bisogno di ricorrere al difensore civico. I bandi di concorso sono leggi speciali, poi i casi specifici sono affrontati nello specifico”. Rischio ritardi? “Le borse di studio saranno comunque pagate nei tempi previsti. Un ritardo, provocherebbe un doppio svantaggio per gli studenti: ritarderebbe il pagamento dell’anticipo della prima rata della borsa di studio –di solito entro Natale o gennaio-, e perderemmo il fondo di incentivazione sulla rapidità delle procedure, che quest’anno ha consentito all’Edisu Napoli 1 di pagare tutti gli idonei, cioè circa 10.000 borse di studio”.
Nel Consiglio del 28 è stato anche approvato il bilancio 2000/2001. Amara sorpresa: si dimezza la quota destinata ai trasporti, che passa da trecento a centocinquanta milioni. Aumenta, invece, la quota destinata alle iniziative promosse dalle associazioni studentesche. Lo scorso anno erano stati stanziati 150 milioni; spesi solo 77. Inizialmente, nel bilancio 2000/2001, si prevedeva un aumento di cento milioni. La proposta è stata discussa nel penultimo Consiglio. Il rappresentante degli studenti Santoro si è opposto. Spiega: “è paradossale che si dimezza la quota trasporti, si stanziano solo 200 milioni per gli handicappati e si aumenti di cento milioni la quota per le iniziative culturali. Anche perchè altri 200 milioni per le iniziative studentesche li stanzia la Federico II. Tra l’altro, ritengo che i regolamenti vadano rivisti. Quelli attuali hanno maglie troppo larghe e consentono di accedere ai finanziamenti anche ad iniziative che di culturale hanno ben poco”. Francesco Borrelli in consiglio ha invece sostenuto che, anche a paragone di altre realtà universitarie italiane, la quota per le iniziative culturali promosse dalle associazioni della Federico II sarebbe troppo esigua. L’aumento dello stanziamento è passato con il voto di tutti, ma con una decurtazione: da 250 a 200 milioni. Tra le altre voci del bilancio: 70 milioni per la ristrutturazione delle Aule polifunzionali e 650 milioni per contributi a Master e Scuole di Specializzazione. Maiello riferisce: “abbiamo deciso di investire sull’orientamento al lavoro e nell’alta formazione, nella direzione delle richieste degli studenti e della programmazione regionale che invita alla riqualificazione della spesa”.
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