Castiello contro la “gerontocrazia”

“Sono un professore ordinario a cui hanno tolto quasi cinque anni di attività, ma non mi lamento affatto”. Il prof. Nicolino Castiello, Presidente del Corso di Laurea in Scienze del Turismo ad Economia, non usa mezzi termini per esternare le sue idee nei confronti di quanti, docenti e ricercatori, stanno protestando contro il pensionamento allo scadere dei quarant’anni di contributi. Un provvedimento che è rientrato in larga parte, grazie ad un testo approvato dal Parlamento il 25 febbraio in via definitiva, ma che ha suscitato parecchio malcontento, con posizioni diversificate. “Quando nel ’68 abbiamo fatto le nostre battaglie, avevamo due parole d’ordine: ricambio generazionale e alternanza nei posti di comando. Non credo di rinnegare questi valori oggi che sono quasi giunto all’età della pensione. C’è una crisi economica in atto e ci sono giovani con famiglie a carico che vanno avanti con 800 euro al mese di cassa integrazione. Ognuno di noi avrà invece una lauta pensione. Questo è uno schiaffo alla povertà. Sono d’accordo nel ritenere che la Federico II abbia affrontato la questione malissimo, ma non c’è dubbio che oggi siamo bloccati in una squallida gerontocrazia”. 
Sulla protesta dei 130 ricercatori che rischiavano il pensionamento entro l’anno, e l’intervento della ricercatrice Danise della Facoltà di Economia sullo scorso numero di Ateneapoli, afferma: “non si possono fare battaglie di anni per il ricambio generazionale e quando tocca a te, invece di dare l’esempio, tirarsi indietro”. Pensione: “guardate che i giovani ricercatori andranno in pensione, quando sarà, certamente con importi molto ridotti, a differenza di coloro che vi andranno in questi anni e che avranno retribuzioni più che dignitose. E questo è un grosso problema”. Perciò, bisogna svecchiare e fare largo ai giovani che devono anche cercare di maturare da subito contributi ed anni pensionistici. 
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