Uno spirito misto, diviso fra la voglia di cogliere le opportunità offerte dalla riforma e la preoccupazione che la scomparsa delle Facoltà, casa comune e luogo di dibattito, comporti la perdita di valori e identità. È con questa predisposizione d’animo che, secondo il Preside d’Ingegneria Piero Salatino, l’accademia si appresta ad affrontare l’ultimo periodo, prima dell’entrata in vigore definitiva della Legge Gelmini. “Si tratta dell’unica parte del confronto sulla riorganizzazione interna ancora sfuocato – commenta Salatino sottolineando che altri aspetti, maggiormente rilevanti dal punto di vista operativo, sono già stati messi a fuoco con una certa chiarezza – Ingegneria si appresta a varare un’organizzazione basata su cinque Dipartimenti, nominalmente definiti ‘ingegneristici’, ai quali si affiancheranno quelli che, tradizionalmente, hanno sempre dato un grande contributo alla nostra formazione, come Fisica e Matematica e quelli afferenti all’area dell’Architettura”. Non rispecchieranno le macroaree classiche, ma saranno ad esse trasversali, anche in virtù delle recenti modifiche apportate dal Ministero ai settori scientifico-disciplinari ed alle classi concorsuali. Alle aree dell’Ingegneria Industriale e Civile afferiranno, rispettivamente, due Dipartimenti mentre le innovazioni più significative si registrano nell’ambito delle discipline dell’Informazione, che saranno racchiuse tutte in un unico Dipartimento, al quale faranno riferimento anche gli ingegneri elettrici, da sempre considerati una delle anime dei percorsi industriali. “I due ambiti sono già stati gemellati dal punto di vista concorsuale e all’estero ciò avviene da tempo anche all’interno dell’università, del resto le differenze sono davvero minime”, puntualizza il Preside. Si lavora anche alla definizione dell’offerta formativa per il prossimo anno accademico, ispirata ai principi di massima condivisione: “stiamo lavorando di fino, per allineare, razionalizzare e sincronizzare i percorsi – evidenzia Salatino – Non ipotizziamo, né nel breve né nel lungo periodo, di dar luogo ad interventi corposi. Dopo due riforme ordinamentali, stiamo puntando la nostra attenzione sulla didattica delle materie di base, il tutorato ed i servizi, in particolare per i primi tre semestri, che sono cruciali nel passaggio fra la scuola e l’università. Del resto, sono considerazioni maturate, anche in sede di Commissione Paritetica, a valle della riunione aperta del 14 febbraio, nel corso della quale abbiamo rimesso al centro le questioni relative alla sostenibilità degli studi ed al miglioramento delle condizioni dei nostri allievi”.