Due laureati con ottimi voti ed un terzo in prossimità del traguardo. Sono gli studenti che ha scelto L’Orientale per testimoniare tramite tre minuti di filmato che, a dispetto della disabilità, si può portare a compimento con successo un percorso universitario. Uno dei laureati è non vedente, il secondo non udente. Il terzo protagonista del filmato, una ragazza, è affetta dalla sindrome di down. Hanno portato un messaggio di fiducia e di speranza al convegno sulla disabilità in ambito universitario – “Contro le barriere dell’apprendimento” il titolo che gli organizzatori hanno dato alla giornata – che si è svolto il 25 novembre a L’Orientale. L’occasione dell’incontro di studio è nata da una ricorrenza: i primi 15 anni di attività dello Sportello Orientamento Diversamente Abili dell’Ateneo, che è guidato sin dalle origini dal prof. Sergio Baldi, ordinario di lingua Hausa. “Cominciammo – ricorda il docente – sulla spinta della
legge del 1999 che imponeva a tutti gli Atenei di attrezzare uno sportello di orientamento per gli studenti con disabilità. Oggi collaborano ancora al Centro due persone che ne videro la nascita e ci avvaliamo dell’aiuto di sei ragazzi del Servizio civile”. Tra le iniziative che sono state promosse in 15 anni, una di quelle più interessanti, secondo il prof. Baldi, è stata l’attivazione di borse di studio destinate agli studenti disabili per svolgere attività di tutorato e di assistenza ad altri allievi con diverse situazioni di disabilità. “Ha avuto molto successo ed è stato molto apprezzato. Partiva dalla constatazione che un disabile motorio avrebbe potuto benissimo aiutare uno studente non vedente o che un ragazzo non udente avrebbe potuto accompagnare un suo collega con problemi di deambulazione. Abbiamo assegnato quattro o cinque borse di studio di questo tipo”. Nell’ambito delle attività dello sportello sono stati, inoltre, attivati corsi di lingua, affidati a lettori, destinati specificamente a studenti sordomuti.
“C’era per esempio – prosegue Baldi – una ragazza che voleva studiare inglese e portoghese. Abbiamo avuto un po’ di problemi all’inizio a garantirle l’aiuto necessario, ma poi ce l’abbiamo fatta. Oggi credo che frequenti il terzo anno di università qui da noi”. Restano, naturalmente, sul tappeto non poche questioni. “Una – ammette Baldi – è certamente quella del completo superamento delle barriere architettoniche. Alcune delle sedi del nostro Ateneo restano difficilmente fruibili, o non fruibili per nulla, da parte degli studenti in carrozzella”. Nello specifico, prosegue, “se non ci sono problemi di sorta per l’edificio di via Marina, Palazzo del Mediterraneo, ben diversa è la situazione nella sede di via Duomo, a Palazzo Giusso ed a Palazzo Corigliano”. Nel primo dei tre edifici, sottolinea, “bisognerebbe che fosse realizzato un ascensore capace di accogliere le carrozzelle. Richiede risorse, ma in teoria non dovrebbe essere così difficile. A Palazzo Giusso ed a Palazzo Corigliano ci sono problemi legati al fatto che sono entrambe strutture sottoposte a tutela ed a vincoli stringenti da parte della Soprintendenza. Non li discuto e sono il primo a sottolineare la necessità di preservare al meglio la storia dei luoghi, tuttavia ritengo anche che ci vorrebbe sempre un po’ di buon senso”. Chiarisce: “Quando fu ristrutturato Palazzo Giusso, sondai la possibilità di ampliare l’ascensore, proprio per garantire l’accessibilità agli studenti che non possono camminare. Mi scontrai con una serie di ostacoli e di veti che resero impossibile l’intervento. La Soprintendenza avvertì l’Ateneo che, se avesse demolito il vecchio ascensore, L’Orientale non avrebbe mai avuto il permesso per realizzarne uno nuovo.
Nel medesimo edificio, però, ci sono oscene scale antincendio, che peraltro bizzarramente si interrompono al secondo piano, e nessuno ha impedito che fossero realizzate”. Se la vicenda dei tre studenti disabili laureati o laureandi riempie il prof. Baldi di orgoglio, c’è un episodio che si verificò alcuni anni fa a Palazzo Corigliano che ancora provoca in lui rabbia. “Avevamo da poco investito risorse – ricorda – per attrezzare un bagno per i disabili.
Migliaia di euro. Nel corso di una festa autogestita degli studenti qualcuno ritenne letteralmente di distruggerlo. Fu vandalizzato con un accanimento ed una furia dei quali, ancora oggi, non riesco a spiegare il senso”. Rispetto alle origini, prosegue il docente, la platea dei fruitori dello sportello per la disabilità dell’Orientale si va allargando. “È un
fenomeno – precisa – che riguarda un po’ tutti gli analoghi centri attivati negli Atenei italiani. Noi non facciamo
eccezione. Sempre più spesso ci stiamo occupando anche di studenti che non hanno problemi di disabilità, ma varie forme di disturbi specifici dell’apprendimento. Tra essi, per esempio, la dislessia o la disgrafia, che interferiscono con la capacità di leggere o di scrivere correttamente”. A margine del convegno del 25 novembre si è svolta la riunione del Tavolo Permanente Regionale di Inclusione Universitaria e Scolastica, coordinato dal prof. Paolo Valerio, che insegna Psicologia clinica e dirige il Centro di Ateneo Sinapsi nell’Ateneo federiciano. Importanti e diversificati gli argomenti all’ordine del giorno. Tra essi un interessante momento di valutazione e commento sulle recenti Linee guida del Ministero dell’Università inerenti l’ammissione ai Corsi di studio a numero programmato per studenti disabili e con disturbi specifici dell’apprendimento o la proposta di iniziative congiunte tra Atenei campani ed Ufficio Scolastico Regionale per informare sulle opportunità di accesso all’istruzione superiore per studenti disabili o con disturbi specifici dell’apprendimento.
Fabrizio Geremicca
legge del 1999 che imponeva a tutti gli Atenei di attrezzare uno sportello di orientamento per gli studenti con disabilità. Oggi collaborano ancora al Centro due persone che ne videro la nascita e ci avvaliamo dell’aiuto di sei ragazzi del Servizio civile”. Tra le iniziative che sono state promosse in 15 anni, una di quelle più interessanti, secondo il prof. Baldi, è stata l’attivazione di borse di studio destinate agli studenti disabili per svolgere attività di tutorato e di assistenza ad altri allievi con diverse situazioni di disabilità. “Ha avuto molto successo ed è stato molto apprezzato. Partiva dalla constatazione che un disabile motorio avrebbe potuto benissimo aiutare uno studente non vedente o che un ragazzo non udente avrebbe potuto accompagnare un suo collega con problemi di deambulazione. Abbiamo assegnato quattro o cinque borse di studio di questo tipo”. Nell’ambito delle attività dello sportello sono stati, inoltre, attivati corsi di lingua, affidati a lettori, destinati specificamente a studenti sordomuti.
“C’era per esempio – prosegue Baldi – una ragazza che voleva studiare inglese e portoghese. Abbiamo avuto un po’ di problemi all’inizio a garantirle l’aiuto necessario, ma poi ce l’abbiamo fatta. Oggi credo che frequenti il terzo anno di università qui da noi”. Restano, naturalmente, sul tappeto non poche questioni. “Una – ammette Baldi – è certamente quella del completo superamento delle barriere architettoniche. Alcune delle sedi del nostro Ateneo restano difficilmente fruibili, o non fruibili per nulla, da parte degli studenti in carrozzella”. Nello specifico, prosegue, “se non ci sono problemi di sorta per l’edificio di via Marina, Palazzo del Mediterraneo, ben diversa è la situazione nella sede di via Duomo, a Palazzo Giusso ed a Palazzo Corigliano”. Nel primo dei tre edifici, sottolinea, “bisognerebbe che fosse realizzato un ascensore capace di accogliere le carrozzelle. Richiede risorse, ma in teoria non dovrebbe essere così difficile. A Palazzo Giusso ed a Palazzo Corigliano ci sono problemi legati al fatto che sono entrambe strutture sottoposte a tutela ed a vincoli stringenti da parte della Soprintendenza. Non li discuto e sono il primo a sottolineare la necessità di preservare al meglio la storia dei luoghi, tuttavia ritengo anche che ci vorrebbe sempre un po’ di buon senso”. Chiarisce: “Quando fu ristrutturato Palazzo Giusso, sondai la possibilità di ampliare l’ascensore, proprio per garantire l’accessibilità agli studenti che non possono camminare. Mi scontrai con una serie di ostacoli e di veti che resero impossibile l’intervento. La Soprintendenza avvertì l’Ateneo che, se avesse demolito il vecchio ascensore, L’Orientale non avrebbe mai avuto il permesso per realizzarne uno nuovo.
Nel medesimo edificio, però, ci sono oscene scale antincendio, che peraltro bizzarramente si interrompono al secondo piano, e nessuno ha impedito che fossero realizzate”. Se la vicenda dei tre studenti disabili laureati o laureandi riempie il prof. Baldi di orgoglio, c’è un episodio che si verificò alcuni anni fa a Palazzo Corigliano che ancora provoca in lui rabbia. “Avevamo da poco investito risorse – ricorda – per attrezzare un bagno per i disabili.
Migliaia di euro. Nel corso di una festa autogestita degli studenti qualcuno ritenne letteralmente di distruggerlo. Fu vandalizzato con un accanimento ed una furia dei quali, ancora oggi, non riesco a spiegare il senso”. Rispetto alle origini, prosegue il docente, la platea dei fruitori dello sportello per la disabilità dell’Orientale si va allargando. “È un
fenomeno – precisa – che riguarda un po’ tutti gli analoghi centri attivati negli Atenei italiani. Noi non facciamo
eccezione. Sempre più spesso ci stiamo occupando anche di studenti che non hanno problemi di disabilità, ma varie forme di disturbi specifici dell’apprendimento. Tra essi, per esempio, la dislessia o la disgrafia, che interferiscono con la capacità di leggere o di scrivere correttamente”. A margine del convegno del 25 novembre si è svolta la riunione del Tavolo Permanente Regionale di Inclusione Universitaria e Scolastica, coordinato dal prof. Paolo Valerio, che insegna Psicologia clinica e dirige il Centro di Ateneo Sinapsi nell’Ateneo federiciano. Importanti e diversificati gli argomenti all’ordine del giorno. Tra essi un interessante momento di valutazione e commento sulle recenti Linee guida del Ministero dell’Università inerenti l’ammissione ai Corsi di studio a numero programmato per studenti disabili e con disturbi specifici dell’apprendimento o la proposta di iniziative congiunte tra Atenei campani ed Ufficio Scolastico Regionale per informare sulle opportunità di accesso all’istruzione superiore per studenti disabili o con disturbi specifici dell’apprendimento.
Fabrizio Geremicca