Concorso Palazzo Gravina, vince un gruppo di studentesse

Gli studenti della Facoltà di Architettura non rinunciano ai propri spazi e ai punti di incontro all’interno dell’Università, ma ne progettano di nuovi. Attraverso soluzioni personalizzate, essenzialmente nell’ottica di una adeguata e comoda fruizione. E’ stato questo il senso del Concorso Palazzo Gravina, il cui tema era appunto: Riqualificazione e riuso della corte interna su via Forno Vecchio del cortile del complesso universitario dello Spirito Santo. Il 12 maggio, nell’aula Gioffredo, il Preside Claudio Claudi de Saint Mihiel ha aperto la cerimonia di premiazione. Trentatré in tutto i lavori presentati da altrettanti gruppi, per un totale di circa un centinaio di studenti partecipanti. Insieme al Presidente del Polo delle Scienze e delle Tecnologie, prof. Massimo D’Apuzzo, il Preside ha consegnato gli attestati ai primi tre classificati, che in un secondo momento riceveranno anche un premio in danaro (dell’importo, rispettivamente, di tremila, millecinquecento e mille euro). Quest’anno una vittoria tutta al femminile: Noemi Della Pietà, Francesca Frettolosi e Alessia Oliviero sono le componenti del gruppo che si è aggiudicato la vetta del podio. Si tratta di tre studentesse al secondo anno del Corso di Laurea Magistrale in Arredamento. “Il nuovo viene dal di dentro. Questo è stato il nostro slogan per il progetto – hanno detto le vincitrici al termine della cerimonia, alla quale hanno assistito anche parenti e amici – Le cose nuove nascono da ciò che già esiste e su questo abbiamo giocato nel realizzare il nostro progetto che ha coinvolto il lotto interno del cortile sul quale si affacciano la maggior parte delle aule e i vari uffici. Un luogo che oggi è privo di  una sua caratterizzazione  e che invece dovrebbe essere proprio il polo attorno a cui creare momenti di incontro e di aggregazione. Inoltre, esiste una sorta di ‘elemento di disturbo’ in questo luogo, ossia una rampa per la discesa dell’autofficina sottostante, che deve essere tenuta in considerazione nella progettazione del tutto. E’ un particolare non certo irrilevante, nel cercare di pianificare un punto di incontro e non di scontro, come avviene purtroppo oggi”.
Attualmente, i giovani aspiranti architetti occupano questi spazi per attendere in fila il turno in segreteria, o semplicemente per mangiare un panino durante la pausa pranzo. “Poiché i corsi sono molto concentrati durante la giornata, abbiamo sì e no il tempo di mangiare un tramezzino al volo – hanno detto –Tutti questi gesti quotidiani vengono compiuti appoggiandosi ad una ringhiera; perciò abbiamo immaginato delle panchine lungo tutto il perimetro e le abbiamo coperte con un sistema di corde che se non proteggono dalla pioggia (non era questo l’intento!) quanto meno riparano dal sole e dagli sguardi di un intero palazzo, in modo da creare un ambiente confortevole e discreto”. Anche la scelta del materiale da utilizzare è stata tenuta in considerazione in termini di funzionalità e risparmio economico. Con la speranza che uno dei progetti venga realizzato davvero. Su questo punto è intervenuto il prof. D’Apuzzo manifestando ai presenti (oltre duecento persone) il proprio stupore nell’osservare i progetti, esposti nella sala attigua alla Biblioteca centrale: “Devo dire che non mi sarei aspettato un tale successo di questa iniziativa. Quello che colpisce è il modo moderno con il quale viene vissuta l’Università. Ai miei tempi, infatti, noi studenti pensavamo a seguire le lezioni e a studiare: gli spazi entro i quali lo facevamo erano un qualcosa di estraneo, mentre ora esiste una perfetta sintonia tra didattica e idee che può essere ben applicata al contesto in cui viviamo”.
Giovanni Fabbrocino, Gianluca Ippolito, Andrea Vetrone (secondo posto); Antonella Giovanna Chiariello, Mariapia Campolo, Vinceva Crimaldi, Alessia Pedace, Valentina Violante (terzo posto): i componenti degli altri due gruppi vincitori. Tutte le soluzioni sono state giudicate dalla commissione come più che buone nell’offrire un soddisfacente rapporto tra progettualità e funzionalità. “Speriamo che questa sana competizione tra studenti, utile a tirare fuori il meglio da ognuno di loro, crei le condizioni affinché questi progetti vengano realizzati nel pratico – ha detto il Preside – Nel frattempo abbiamo pensato alla pubblicazione di un catalogo che contenga tutti i progetti. In un moderno campus universitario i luoghi di aggregazione sono fatti anche per sollecitare il rapporto tra studenti e docenti. Se pensiamo a questo, possiamo comprendere quanto questa iniziativa non sia fine a se stessa, ma possa aprire un discorso innovativo nella nostra Facoltà”.
Anna Maria Possidente
 
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