Un’occasione di crescita per futuri professionisti, per aspiranti turisti o semplicemente per chiunque voglia conoscere cultura e tradizioni di un paese lontano sotto diversi punti di vista. A tutti i suoi iscritti il CUS Napoli propone due corsi di cinese mandarino base. Uno destinato a bambini dai sei ai quattordici anni e uno rivolto agli over quindici. La docenza sarà affidata alla professoressa Tang Xu. Cinquantadue anni, madrelingua e collaboratrice
linguistica all’Università L’Orientale, il suo curriculum parla anche di esperienze d’insegnamento all’Istituto Confucio di Napoli e all’Università Luiss di Roma. Da Pechino è arrivata a Napoli da neolaureata in Farmacia. Alla Federico II il secondo titolo in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche. La strada scientifica si è poi interrotta per seguire “corsi di formazione per abilitarmi all’insegnamento della lingua cinese”. Imparare un nuovo idioma “è il primo approccio che permette di comprendere una realtà diversa dalla propria. Il corso di cinese è un ponte che può avvicinare un paese così lontano dall’Italia”. Un ponte per tutti “i giovani curiosi. Penso che questa esperienza didattica possa essere molto interessante sotto vari punti di vista”. In primis, quello economico. “In Cina ci sono sviluppo e occasioni di lavoro”, ma non solo: “il mio è un paese antico caratterizzato da un grande patrimonio culturale e paesaggistico. È ideale per il turismo”. Aspetti che hanno contribuito a definire le lezioni al CUS secondo due direttive, linguistica e culturale: “dietro ogni lingua c’è un background culturale. Per questa ragione ci saranno anche lezioni su usanze e tradizioni. Ai partecipanti non si chiede di diventare interpreti, ma di avvicinarsi alla cultura cinese”. Quindici il numero massimo di alunni del corso destinato agli adulti: “permette a tutti di partecipare e di seguire nel miglior modo possibile”. Caratteristica dell’insegnamento sarà un “approccio multimediale. Alla parte di lezione frontale si affiancherà la proiezione di film e video. È un modo per tenere alto l’interesse anche di alunni più giovani, visto che ci rivolgiamo pure a quindicenni”. Gli incontri dureranno “un’ora e mezza” e si terranno nelle aule di via Campegna: “il Centro Universitario Sportivo non solo ha una struttura bellissima, ma ha una mentalità aperta e votata all’internazionalizzazione. C’è tutto per poter lavorare al meglio. Il prof. Elio Cosentino e il dott. Maurizio Pupo – rispettivamente Presidente e Segretario Generale del CUS – sono molto attenti. C’è un intero gruppo che lavora al corso, mi sono sentita incoraggiata”. Agli allievi sarà rilasciato un attestato di partecipazione. Prima, però, bisognerà sostenere un esame finale: “deve essere percepito come una soddisfazione personale dei partecipanti, un modo per verificare i progressi raggiunti. Ci sarà una parte orale, dove i candidati dovranno presentarsi, e una parte scritta, dove si chiederà di riportare cose semplici, come ad esempio i caratteri di nome e cognome”. Un consiglio sul perché partecipare: “la Cina è lontana, ma allo stesso tempo è vicina. Conoscere un paese così diverso può essere un’ottima occasione di arricchimento personale”.
linguistica all’Università L’Orientale, il suo curriculum parla anche di esperienze d’insegnamento all’Istituto Confucio di Napoli e all’Università Luiss di Roma. Da Pechino è arrivata a Napoli da neolaureata in Farmacia. Alla Federico II il secondo titolo in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche. La strada scientifica si è poi interrotta per seguire “corsi di formazione per abilitarmi all’insegnamento della lingua cinese”. Imparare un nuovo idioma “è il primo approccio che permette di comprendere una realtà diversa dalla propria. Il corso di cinese è un ponte che può avvicinare un paese così lontano dall’Italia”. Un ponte per tutti “i giovani curiosi. Penso che questa esperienza didattica possa essere molto interessante sotto vari punti di vista”. In primis, quello economico. “In Cina ci sono sviluppo e occasioni di lavoro”, ma non solo: “il mio è un paese antico caratterizzato da un grande patrimonio culturale e paesaggistico. È ideale per il turismo”. Aspetti che hanno contribuito a definire le lezioni al CUS secondo due direttive, linguistica e culturale: “dietro ogni lingua c’è un background culturale. Per questa ragione ci saranno anche lezioni su usanze e tradizioni. Ai partecipanti non si chiede di diventare interpreti, ma di avvicinarsi alla cultura cinese”. Quindici il numero massimo di alunni del corso destinato agli adulti: “permette a tutti di partecipare e di seguire nel miglior modo possibile”. Caratteristica dell’insegnamento sarà un “approccio multimediale. Alla parte di lezione frontale si affiancherà la proiezione di film e video. È un modo per tenere alto l’interesse anche di alunni più giovani, visto che ci rivolgiamo pure a quindicenni”. Gli incontri dureranno “un’ora e mezza” e si terranno nelle aule di via Campegna: “il Centro Universitario Sportivo non solo ha una struttura bellissima, ma ha una mentalità aperta e votata all’internazionalizzazione. C’è tutto per poter lavorare al meglio. Il prof. Elio Cosentino e il dott. Maurizio Pupo – rispettivamente Presidente e Segretario Generale del CUS – sono molto attenti. C’è un intero gruppo che lavora al corso, mi sono sentita incoraggiata”. Agli allievi sarà rilasciato un attestato di partecipazione. Prima, però, bisognerà sostenere un esame finale: “deve essere percepito come una soddisfazione personale dei partecipanti, un modo per verificare i progressi raggiunti. Ci sarà una parte orale, dove i candidati dovranno presentarsi, e una parte scritta, dove si chiederà di riportare cose semplici, come ad esempio i caratteri di nome e cognome”. Un consiglio sul perché partecipare: “la Cina è lontana, ma allo stesso tempo è vicina. Conoscere un paese così diverso può essere un’ottima occasione di arricchimento personale”.