Il Rugby “uno sport tipicamente universitario”

Ha richiamato a casa il figliol prodigo il CUS Napoli. La squadra di Rugby a 7 sarà affidata al tecnico Rodolfo Antonelli. Classe 1970, il nuovo selezionatore vanta una carriera trentennale da rugbista, vissuta tra CUS Napoli, dove ha disputato la serie C1 e ha fatto parte dell’Under 19, Parthenope, Arzano e, attualmente, Amatori Napoli Rugby, che lo vede indossare i panni di allenatore di bambini e consigliere. La palla ovale come passione caratterizzante di una vita intera. Sugli esordi: “mi avvicinai al campo per emulare mio fratello. Sono bastati pochi allenamenti per far diventare questo sport la mia vita”. Un nome li ha accomunati: “Franco Tagle, un professore delle superiori che a mio fratello ha insegnato Tecnica bancaria e a me ha trasmesso la passione
per il campo. In generale ho avuto splendidi Maestri. Mi riferisco a tutti gli allenatori che ho conosciuto, anche chi ho avuto per un solo allenamento”. In vista dei Campionati Nazionali Universitari (CNU) è arrivata una nuova chiamata da via Campegna: “ho pensato che i corsi e ricorsi storici ci sono sempre.
Al CUS non potevo dire di no. Lo ricordo come una splendida realtà che nel tempo è cresciuta tanto”. A lui il compito di formare la squadra che, il 29 marzo, andrà a Roma per il primo round dei CNU, quei preliminari che vedranno i cusini napoletani contrapporsi ai colleghi di Potenza e Catania. Le insidie: “nel Rugby vince chi è più forte. Non c’è nulla di predefinito. Va dimostrato tutto sul campo”. Con il passare del tempo, il gioco “è stato completamente stravolto. Molte regole di corollario sono state modificate per renderlo più spettacolare”. La riduzione del numero dei giocatori in
campo è tra le rivoluzioni. Al CUS in campo scendono in sette: “per chi è abituato a giocare a quindici si tratta di uno sport completamente diverso. Il campo resta quello regolamentare, quindi il numero ridotto di componenti allarga lo spazio utiledei giocatori”. Qualcosa, però, non può cambiare mai: “la sportività, la lealtà e l’educazione verso l’arbitro. Quando un rugbista protesta, fa notizia in tutto il mondo”. Ingredienti fondamentali per affrontare le sfide a sette: “la velocità e la tecnica di base la fanno da padrone. Le partite si risolvono in pochi minuti”. Motivo per il quale, nel corso delle selezioni, l’occhio è stato vigile soprattutto sui giocatori più leggeri e agili. Una la caratteristica indispensabile per chi va in campo: “non si deve arrendere mai”. Segreti di uno sport che nel tempo ha dimostrato di avere tante assonanze con il mondo universitario: “io senza il Rugby non mi sarei nemmeno laureato”, in Statistica alla Federico II. Perché “frequentare un ambiente sano, con studenti e professori, ti porta a maturare. Il Rugby è uno sport tipicamente universitario. I giocatori laureati sono tanti”. Lui sente di aver ricevuto tanto: “non ho vinto molto. Sono stato un giocatore discreto. Mi è bastato godere di tutto ciò che ho ricevuto da questo sport. Mi riferisco a qualsiasi cosa, perfino alle fratture, alle trasferte infinite, al non ricevere nemmeno un soldo per l’attività svolta. Il Rugby dona qualcosa di straordinario. È così e non può essere snaturato”.
Ciro Baldini
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