Crisi economica e futuro dei giovani

Pienone alla giornata inaugurale, il 24 ottobre, del ciclo di seminari “L’economia politica, il diritto e il futuro dei giovani”. Un dialogo a più voci per affrontare il tema della crisi finanziaria che attanaglia il Paese. Un progetto che prende il via dal Laboratorio Permanente “Diritto, Politica ed Economia: Teoria e Prassi”. “Gli incontri – spiega il prof. Carlo Panico, docente di Economia Politica e coordinatore del progetto – hanno come argomento dominante la recente crisi economica di cui si sente tanto parlare. La questione sarà trattata con taglio interdisciplinare. Mostrando dati essenziali, cercheremo di capire da dove sia venuta questa crisi. È importante cominciare ad aprire un dialogo su questi temi”. Un dibattito che sta molto a cuore a chi è in cerca di un futuro meno incerto. “La crisi – continua il prof. Panico – non è un episodio casuale, viene da lontano ed ha radici profonde. Il fenomeno è connesso al problema della distribuzione del reddito e al cambiamento della legislazione inerente. Queste modifiche hanno portato un’instabilità nel mondo economico. Per questo il primo dibattito, quello di oggi, verterà sul tema del reddito e della democrazia rappresentativa”. Il professore mostra quindi dei grafici, in cui la crisi finanziaria ha il volto di un picco rivolto verso il basso. Una platea ammutolita ascolta con attenzione. “I dati rappresentati in questi grafici riportano la situazione degli Stati Uniti, a partire dalla prima Guerra mondiale. Nel lungo periodo, si nota che dal 1979 al 2006 le fasce più colpite sono le classi medie. Il 90% della popolazione, nel corso degli anni, ha eletto partiti che danneggiavano la loro situazione finanziaria. Laddove i redditi distribuiti non aumentano, non aumentano i consumi, in un ciclo che si ripercorre all’infinito”. 
“Non c’è ricambio 
generazionale”
Gli studenti prendono appunti. L’Aula Coviello, ormai gremita, comincia a riscaldarsi. Alcuni ragazzi chiedono come sia possibile far fronte ad una crisi così imponente. “La ripartenza, la crescita – risponde il prof Panico – dipende da innumerevoli fattori. I problemi di certo non si risolvono da un momento all’altro, ma chi studia come voi deve trovare la strada per uscirne. La situazione – non vorrei terrorizzarvi – non promette niente di buono. Cercate aiuto nelle materie giuridiche e affrontate il discorso con i mezzi che avete”. Il prof. Massimo Villone, presente in aula per apportare il suo contributo da costituzionalista, lancia una provocazione: “Esiste un sistema politico in cui i gruppi forti non siano predominanti? Chi di voi crede il contrario?”. Ed ancora: “Perché i giovani d’oggi pensano che la democrazia sia ingannevole?”. Tante mani alzate, al via il dibattito. La crisi è imputabile “all’assenza, in Italia, di ricambio generazionale – sostiene Roberto, studente al IV anno – La classe dirigente è vecchia in tutti i campi, compreso quello universitario. Perché non si lascia spazio ai giovani, pieni ormai solo di speranze? Perché chi ha la possibilità non va in pensione? Perché non si forma una classe dirigente di soli giovani?”. L’intervento di Roberto è interrotto dagli applausi. Prende la parola Marco, studente al V anno: “Credo che alla base vi sia un abuso di potere delle classi più forti. È venuta meno la funzione di tutela dell’interesse del cittadino. Da ragazzi chiediamo fiducia alle Istituzioni del Paese. Al contempo, vorremmo sentirci rassicurati”. Maria, iscritta al V anno: “Il vero potere sta nelle nostre mani, sta nella voglia di cambiare. Se cominciassimo a guardare il bene di tutti, anziché il singolo interesse, le cose prenderebbero una piega diversa. Faremo parte di un mondo lavorativo sempre più compromesso, abbiamo però le armi per combattere. La politica del recriminare collide con ciò che studiamo ed amiamo attraverso il diritto”. La prof.ssa Marilena Rispoli, docente di Diritto Commerciale, sottolinea l’importanza della politica bancaria: “Il sistema bancario è fondamentale per lo sviluppo delle imprese e quindi per lo sviluppo della democrazia. Non sempre i cittadini si rendono conto dell’importanza degli investimenti. Le banche sono viste, erroneamente, come il nemico. Questo discorso non è plausibile per chi studia l’andamento giuridico ed economico del Paese”. 
Cosa non 
ha funzionato?
Un lungo mormorio riapre un nuovo dibattito. “Fate bene ad indignarvi – afferma il prof. Panico – non si può più far finta di nulla. La riflessione dovrà concentrarsi su cosa non ha funzionato. Nei prossimi incontri valuteremo gli aspetti tecnici e formuleremo proposte”. Infine, conclude il docente, occorre sperare che si ritorni ad un mondo migliore, che tenda all’equità: “Se dovessimo continuare così, il sistema potrebbe scoppiare, con conseguenze economiche devastanti. Dal punto di vista politico ed economico che cosa dobbiamo aspettarci?”. Un interrogativo che manda a casa gli studenti con “tanta voglia di ritornare al prossimo incontro. Per la prima volta mi sono sentita parte della discussione, i temi trattati sono troppo importanti per non partecipare attivamente. Ecco perché l’aula era colma di studenti. Abbiamo il dovere morale di essere qui e capire cosa sia questa crisi di cui subiamo, alla fine, solo gli effetti”, commenta Vanessa Opale, al IV anno. “La prossima volta si andrà nel concreto – spiega Girolamo Tiano – Affronteremo le cause della crisi finanziaria ponendo sotto esame gli anni 2007-2008. Stavolta è un piacere seguire il dibattito. Come me, tanti colleghi hanno preferito stare in piedi pur di non perdere il filo del discorso”. Soddisfatta Clara Duchen: “Oggi pensavo di assistere ad una noiosa lezione di Economia. Ho dovuto ricredermi. Non solo ho capito dove sta la radice del problema, ma i grafici -a volte detestabili – sono stati utili e funzionali”. E poi, aggiunge, c’è stato un vero dibattito: “I ragazzi sono saliti in cattedra manifestando il proprio dissenso, la paura di non farcela dopo la laurea. Quest’incontro mi ha fatto sentire meno sola”. Sensazione condivisa da Walter Aguzzi: “È stato bello poter discutere di temi così attuali. In aula c’era un corpo unico, tanti studenti accomunati dallo scopo di farsi sentire, oggi come non mai. Un’occasione irrinunciabile, che apre la mente. La lezione, poi, mi ha dato il modo di riscoprire un insegnamento come Economia Politica. Non esiste un buon giurista senza basi economiche. Come non esiste un buon giurista senza un coinvolgimento in prima persona”. “Siamo al secondo anno – dice un gruppo di studenti – Non abbiamo ancora sostenuto l’esame di Economia, eppure oggi siamo qui: il tema era troppo importante per restarsene a casa”. Il calendario, ricco di spunti di riflessione, continuerà con cadenza quindicinale il mercoledì. Prossimi appuntamenti: 21 novembre ‘Le reazioni delle autorità europee alla crisi’; 5 dicembre ‘La crisi del debito in Europa (2010-2012); 19 dicembre ‘Coordinamento delle politiche economiche e autorità indipendenti: quali soluzioni per la crisi che paralizza l’Europa?’. 
Susy Lubrano
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