“Concediamo cinque minuti esatti agli sbadigli. Rilassiamoci tutti insieme, magari pensando ad un bel ricordo legato alla stagione estiva. Dopodiché concentriamoci, l’argomento che tratteremo fra poco non è certo uno dei più semplici”. Il prof. Angelo Scala sta quasi per terminare la lezione di Procedura Civile. È lunedì mattina, prime ore di corso, eppure la stanchezza si fa già sentire. Affaticamento plausibile se l’aula in cui si sta seguendo è gremita al punto tale che si sta in piedi. “Sono quasi due ore che prendo appunti sul corrimano – dice Valentina Mazziotti – Sono talmente allenata che riesco a scrivere anche velocemente. Purtroppo i posti sono limitati, non riesco mai a trovarne uno libero”. “Sono curioso di sapere a che ora si alzano alcuni miei colleghi – commenta Giacomo Prezioso – Sono in aula alle 8.00 e non ho mai il piacere di trovare una sedia libera”. A quattro settimane dall’inizio dei corsi, le cose, anziché migliorare, sono peggiorate. “Fra un po’ dovremmo mettere tutti il busto ortopedico – scherza Giuseppe Parascandola – Le gradinate non sono comode e prendere appunti in questo stato non è facile, dopo un po’ fa male la schiena”. Uno sgabello fai da te, la proposta di Silvia, perché “scarseggiano anche i posti per sedere a terra. La struttura dell’aula, inoltre, non permette di appoggiarsi alle pareti. Insomma, o in piedi o niente”. Alcuni ragazzi sono accampati vicino alla cattedra. “Pur di prendere appunti arriviamo ovunque – spiega Gigi Trevisone – Meglio seduti sui gradini o per terra che stare in piedi come cavalli. Purtroppo, dopo un po’, la concentrazione va a farsi benedire, un lusso che questa materia non concede”. Lo sa bene il prof. Scala. “Le difficoltà ci sono, inutile negarle – conferma il docente – I ragazzi, con qualche disagio, riescono comunque a seguire. Purtroppo questi sono gli spazi, dobbiamo adattarci”. C’è però da dire che: “L’Aula Ottagono con la sua forma un po’ all’antica ha un’ottima insonorizzazione, la voce arriva forte e chiara. Tutti vorremmo un’aula informatizzata, dove poter mostrare slide e documenti. Per ora dobbiamo sfruttare al meglio ciò che abbiamo”.
C’è chi si
scoraggia e molla
scoraggia e molla
Un po’ come fanno gli studenti del prof. Massimo Iovane. A lezione di Diritto Internazionale, aula Cicala, vi sono ben due cattedre (I e IV) a seguire il corso. La fila si protrae fino alla soglia della porta, i ragazzi cercano di sfruttare tutto lo spazio disponibile. “Abbiamo preso in prestito queste sedie da altre aule – spiegano alcuni studenti seduti in fondo all’aula, spalle al muro – Facciamo la raccolta ad inizio settimana, a volte le troviamo già qui, altre dobbiamo recuperarle”. Unico neo per Alessandra Di Bonito: “Prendere appunti senza un banchetto. Però, se penso a chi è seduto per terra, non mi lamento. In questa Facoltà ognuno fa quel che può per andare avanti”. Anche la cattedra è presidiata ormai da un gruppo di studenti. “Il professore ci permette di sfruttare questi banchi come base d’appoggio – spiega Luca Acone – Purtroppo non c’è spazio, ma c’era da aspettarselo. Due cattedre per un solo docente sono davvero troppe. Se adesso è una bolgia, non riesco ad immaginare cosa avverrà all’esame”. Sono sedute su un grosso telo Anna e Monica. “E’ un telo di spugna morbido, così non ci viene male al fondoschiena – sorridono le ragazze – L’asciugamano non ci fa sentire il freddo. Ed è comodo, ci poggiamo di tutto. Quando vedi che la situazione non cambia, capisci che è il momento di adattarsi”. Le lezioni sono affollatissime, conferma il prof. Iovane: “A volte prendiamo le sedie in altre stanze, altre volte ospito i ragazzi alla cattedra. Bene o male, si riesce a seguire. Questa forte partecipazione mi rende felice, durante i corsi non voglio perdere nemmeno uno studente”. Perché: “I ragazzi sono arricchiti dalla frequenza. Ascolto le loro esigenze, strutturo un programma ben preciso e voglio conoscere la loro opinione. Cerco di stimolare molto l’attenzione. Oggi, rispetto al passato, c’è un numero maggiore di presenze in aula. Insomma, gli studenti sono protagonisti e non semplici spettatori”. Un cambio di rotta, invece, al corso di Diritto Penale, prof. Sergio Moccia. Se nella prima settimana gli studenti della I e della II cattedra scalpitavano per accaparrarsi il posto in aula, a quasi un mese di distanza la situazione si è tranquillizzata. “Forse perché chi segue il corso non ha sconti vari, offerte speciali o il tre per due sui manuali di studio – ironizza il prof. Moccia – Anzi, pretendo un po’ di più da chi è presente in aula. A lezione resta solo chi è realmente interessato”. Lo conferma un gruppo di studenti in aula: “Nella prima settimana le due cattedre si sono mescolate, c’era tanta confusione. Questo ha scoraggiato la frequenza, alcuni ragazzi hanno preferito dedicarsi ad altre lezioni”. L’aula però rischia di svuotarsi. “Credo che chi è interessato, comunque vada, continua a seguire – dice Stefania Zaccardi – Studiare questa disciplina da soli è da pazzi, è troppo difficile ed articolata. Le prime due lezioni ero seduta per terra, eppure oggi sono ancora qua. Il sovraffollamento c’entra, ma fino ad un certo punto”. Anche al corso di Diritto Internazionale del prof. Emilio Pagano si registra un forte calo di frequenza. Appena 60 i ragazzi superstiti in aula. “Dopo il boom iniziale – racconta Diego – in tanti hanno deciso di restare a casa. Seguire la lezione in piedi per molti non ne valeva la pena”. “E’ andata proprio così – conferma Jessica Liguori – Ho tanti amici che dopo le prime settimane hanno gettato la spugna. La materia si può studiare anche autonomamente. Le corse è meglio farle per altre discipline”. Il prof. Pagano commenta: “Nelle prime settimane l’aula era gremita. Ho due cattedre ed è normale che si sia manifestato, almeno in principio, qualche disagio”. Dopo un po’ la frequenza, però, è andata scemando: “Un giorno a causa dello sciopero, un giorno per la difficoltà di entrare in aula, un altro c’erano gli esami. Insomma, una serie di condizioni che hanno favorito lo scoraggiamento. Peccato. Perché seguire è davvero molto importante”.
“Meglio il sedere piatto che ricorrere
alle lezioni private”
alle lezioni private”
Incremento di frequentanti alle lezioni di Economia Politica del prof. Carlo Panico. “I primi giorni non c’era tutta questa gente – dice Eva Astone – Nelle ultime settimane, invece, si forma la fila fuori dall’aula mezz’ora prima dell’inizio del corso. Siamo ormai abituati a disegnare grafici seduti per terra”. “Purtroppo, quando siamo troppo indietro, non riusciamo a vedere bene i lucidi – raccontano Luciano e Salvatore – Per questo preferiamo sedere per terra, ai lati dell’aula, poggiati alle pareti”. “È un corso troppo importante per disertarlo – dichiara Greta Simeone – Come farei a studiare formule matematiche e assi cartesiani da sola a casa? Provengo dal classico e queste lezioni per me sono fondamentali. Meglio il sedere piatto che pagare un professore privato per superare l’esame”. Pienone anche a Diritto dell’Unione Europea, prof. Roberto Mastroianni. “Negli ultimi giorni l’aula è sempre affollata – conferma Valeria Caputo – Sono qui dalla prima lezione e più i giorni passano, più le cose diventano difficili”. Per ora non mancano però i posti a sedere. “Gli esami di ottobre stanno per terminare – sottolinea Claudia Langiù – Le cose cambieranno, molti studenti ritorneranno a frequentare le lezioni. I disagi li avvertiremo a breve”. “E’ vero – aggiunge Marco Esposito – fino alla scorsa settimana ero a casa a studiare. Così come me, altri colleghi ritorneranno nelle aule. A Giurisprudenza si sa, non si può mai stare tranquilli. Un po’ come il diritto che studiamo, le cose evolvono e cambiano velocemente”.
Susy Lubrano
Susy Lubrano