Da Venezia a Pordenone, il racconto degli studenti

Sono molti gli studenti che s’iscrivono alla Magistrale in Discipline della Musica e dello Spettacolo  per studiare cinema. “Una grande passione fin da piccola – racconta Federica Migliaccio – e poi diventata disciplina di approfondimento all’Università”. Federica è tra gli studenti che hanno avuto la fortuna di partecipare, grazie al coinvolgimento della prof.ssa Masecchia, ai primi di ottobre ad alcune giornate di proiezione, previste presso il Teatro Verdi di Pordenone in occasione della 38ª edizione del Festival dedicato al cinema muto. “È stato bello – prosegue Federica – assistere all’origine del linguaggio filmico, vedere come si è sviluppato e a cosa ha portato oggi. Molto interessante notare anche le diverse reazioni del pubblico rispetto alle proiezioni: ci sono evidentemente molte differenze tra spettatori di diversi paesi, anche per esempio nelle scene che provocano ilarità”. Le proiezioni dei film, anch’essi tutti restaurati, “sono state molto varie, e in alcuni casi accompagnate da pianisti o dall’orchestra: abbiamo visto vedettes francesi, pubblicità dell’epoca, corti, documentari, proiezioni di film estoni, film come il Faust di Murnau e le comiche di Stanlio e Ollio, ma ricordo con la più grande emozione la proiezione speciale di ‘The Kid’ di Charlie Chaplin”. Un’esperienza formativa unica, perché “abbiamo avuto la possibilità di vedere filmati che qui sarebbe stato molto difficile recuperare e avuto, inoltre, anche tempo per visitare la cittadina di Pordenone, dove siamo stati accolti in modo più che ospitale sia dal personale dell’albergo, di cui siamo stati ospiti per quattro giorni, sia dalle persone che abbiamo conosciuto lì”.
Altrettanto entusiasta è la testimonianza di Davide Lancia: “Mostrare il modo in cui funzionano certe realtà dello spettacolo è importantissimo, perché fa capire il grande potenziale che hanno questi festival, capaci di attirare persone da tutto il mondo. Un’organizzazione impeccabile: ho visto persone di tutte le età e professioni riunirsi per un’unica passione. Porterò quest’esperienza nel mio cuore con la consapevolezza che lo studio e la ricerca siano sì fondamentali, ma possano anche uscire fuori dalle aule universitarie per restituire alla collettività un immenso patrimonio”. Fino a tre anni fa la Magistrale in Discipline della Musica e dello Spettacolo non esisteva. “Avevo studiato nella Triennale di Cultura e Amministrazione dei Beni culturali (disattivata) Storia del cinema. Deciso a continuare questo percorso in ambito universitario, ero proiettato fuori Napoli. Sono perciò felice di aver intrapreso grazie a questo Corso uno studio a 360 gradi sulle arti, la letteratura e la filosofia e sul contesto storico che le ha generate”.
Ha partecipato, invece, nel mese di agosto alla 76ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia Alba Tarabbo, studentessa cinefila che ama lavorare occasionalmente in veste di assistente alla regia sui set. “Non dimenticherò mai l’emozione di assistere alla cerimonia di premiazione, con tanto di sfilata sul tappeto rosso davanti ai fotografi”. Per otto giorni membro della giuria di Venezia Classici, dice: “è stato entusiasmante, ma impegnativo. Ho potuto vedere grandi classici in versione restaurata, come ‘New York, New York’ o ‘Lo sceicco bianco’, e scoprire film di cinematografie marginali, come il film ungherese ‘Sodrasban (Nella Corrente)’ o il neozelandese ‘Mauri’. In pochissimi giorni, ho visto 18 lungometraggi, 2 cortometraggi e 9 documentari per un totale di quattro film, in media, al giorno. Ho amato, però, moltissimo il rapporto che si è creato con gli altri studenti, miei colleghi di giuria. Dialogare, scoprire opinioni e sensibilità diverse, con l’obiettivo di costruire insieme un percorso che premiasse la pellicola di maggior valore, è stato per me grande motivo di crescita e arricchimento personale”.
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