Scelta universitaria ‘gemella’ per Massimo e Gianpiero: i fratelli della pallanuoto

Sacrificio e impegno: ecco il mix vincente dei fratelli Massimo e Gianpiero Di Martire, studenti di Economia e pallanuotisti nella Nazionale italiana Under 20 e al Circolo Nautico Posillipo.
Perché avete scelto di studiare Economia?
Massimo: “Sono al secondo anno di Economia Aziendale. Mi è sembrata una scelta naturale poiché mio padre è un commercialista e anche i miei cugini hanno frequentato questo Corso. Ho seguito i loro consigli: ritengono sia un percorso completo. Un domani, forse, potrei aprire una mia attività. Ma non ho ancora le idee chiare”.
Gianpiero: “Io mi sono iscritto quest’anno. Economia Aziendale è stata un po’ una scelta last minute poiché ero indeciso tra Economia e Ingegneria. Ma penso che questo percorso offra molte chance per il futuro e consenta di aprire la mente. E un po’ anche perché ho seguito le orme di mio padre e mio fratello”.
Qual è la vostra giornata tipo?
Massimo: “Generalmente tre volte a settimana mi alleno due volte al giorno e due volte a settimana una volta al giorno. E il tutto è da conciliare con le lezioni, naturalmente. Ci si allena sia al mattino che di pomeriggio, a Posillipo o alla piscina Scandone. Quando non c’è lezione approfitto per studiare prima degli allenamenti, poi ritorno sui libri dopo pranzo e, se serve, continuo anche la sera”.
Gianpiero: “Sveglia presto e all’università. Cerco di seguire quanto più possibile. Riesco a partecipare alla lezione dalle 8.30 alle 10.15, dopo devo correre agli allenamenti. Economia Aziendale riesco a seguirla. Diritto e Metodi matematici non tanto. Poi mangio al volo e torno in dipartimento e, durante il pomeriggio, mi alleno di nuovo. Capitano anche tre allenamenti al giorno, quando c’è la seduta di palestra”.
Come vanno gli studi?
Massimo: “Abbastanza bene. Economia Aziendale è la disciplina che mi piace di più. Il primo anno ho dato tre esami su sei: Microeconomia, Matematica ed Economia Aziendale. La sessione estiva non ho potuto sfruttarla. A luglio ho partecipato alle Universiadi, abbiamo anche vinto ed è stato un onore, una cosa unica e speciale oltre che una grande responsabilità. Ad agosto, poi, sono partito con la Nazionale”.
Gianpiero: “Ho sostenuto la prova intercorso di Economia Aziendale e sono soddisfatto, anche se nell’ultimo periodo ho dovuto fare uno sforzo aggiuntivo. Due settimane prima della prova sono stato fuori e quindi ho perso le spiegazioni sul metodo con cui risolvere gli esercizi. I miei amici mi hanno passato gli appunti e ho usato i file che ci ha dato il professore. Non è lo stesso che partecipare alla lezione, ma ce l’ho fatta”.
Riuscite ad essere in pari con lo studio?
Massimo: “Stare al passo non è semplice soprattutto non riuscendo a seguire sempre le lezioni”.
Gianpiero: “Abbastanza per i corsi che seguo. Ascoltando la lezione del professore, a casa mi basta per poco per comprendere e imparare. Anche al liceo era così”.
Ma allora conciliare lo sport a livello agonistico e l’università è possibile?
Massimo: “Sì. È difficile e si fanno tanti sacrifici. Anche mio padre ha giocato a pallanuoto ad alti livelli e si è laureato. E io voglio seguire il suo esempio. Quella che ne risente di più è la vita privata. Quando gli amici vanno a ballare il venerdì o il sabato sera, magari io ho gli allenamenti o devo studiare. Ma sono determinato. Anche se qualche volta, ovviamente, sento il bisogno di staccare sia dallo studio che dallo sport”.
Gianpiero: “Non è semplice conciliare sport, studio e vita sociale. Cosa si mette da parte? Prima il dovere e poi il piacere, anche se per un ragazzo di diciotto anni, a volte, è dura. Anche io voglio avere i risultati dei miei genitori e quindi devo studiare. In più, la carriera sportiva può essere incerta. Non voglio ritrovarmi con le mani in mano e non voglio avere rimpianti”.
Qual è il vostro metodo di studio?
Massimo: “Direi che cambia di esame in esame. Registro le lezioni e a casa le ascolto di nuovo per capire se ho perso qualcosa, e mi esercito tanto. Poi i miei amici sono una risorsa perché mi passano gli appunti quando manco a lezione”.
Gianpiero: “Non amo molto i gruppi di studio quando si tratta delle materie orali. Lì ho bisogno di silenzio e concentrazione. Però sono aperto al confronto che trovo sempre utile per approfondire e fissare i concetti”.
Cosa insegna lo sport e cosa l’università?
Massimo: “Lo sport comporta sacrifici e rinunce, ma anche gratificazioni. L’università insegna ad aprire la mente, gli orizzonti, ed è fonte di cultura. Ti porta a riflettere e a fare nuove amicizie”.
Gianpiero: “Credo che i valori siano fondamentalmente gli stessi. Rispetto, educazione, costanza e lavoro di squadra”.
Come vi vedete nel futuro?
Massimo: “A dire il vero non lo so ancora. Dopo la Triennale vorrei iscrivermi alla Magistrale, ma è ancora troppo presto per fare programmi”.
Gianpiero: “Vorrei rimanere quanto più a lungo nella pallanuoto. E se potessi conciliare questa aspirazione con un lavoro in ambito economico non sarebbe male”.
Carol Simeoli
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