Dalla danza delle mozzarelle al pomodorino dissipativo

Non poteva che far tappa nella terra dell’oro bianco Wolf Bukowski con “La danza delle mozzarelle”, il libro edito da Alegre che mette a nudo la retorica del cibo etico, dietro cui si celano le consuete pratiche dello sfruttamento del turbo capitalismo. L’autore ha presentato il suo volume lo scorso 16 ottobre presso la Biblioteca del Dipartimento di Matematica e Fisica. Ma si è trattato di un evento nell’evento: l’incontro con lo scrittore si è infatti inserito nell’ambito della ventinovesima edizione di Futuro Remoto, tenutasi a Napoli tra il 15 e il 19 ottobre, e nel quadro di Life Sun-Eagle, progetto pluriennale, finanziato dall’Unione Europea, volto al rispetto e alla salvaguardia ambientale attraverso nuove forme di governance a livello locale connesse all’attuazione del protocollo di Kyoto. Responsabile scientifico di Life Sun-Eagle il prof. Sergio Vellante, ordinario di Ingegneria gestionale per l’ambiente e il territorio alla Sun, che ha chiarito ambiti di interesse e obiettivi del progetto: “Attraverso metodi partecipati coniughiamo obiettivi globali di riduzione delle emissioni con obiettivi locali di sostenibilità, favorendo le specificità e le vocazioni territoriali nell’Appennino meridionale italiano”. Gli interventi del progetto – a cui ha aderito la Provincia di Salerno e alla cui attuazione collaborano l’ANCI Campania, il Laboratorio CRAET, 17 comunità montane ubicate nelle Regioni Campania, Basilicata, Molise e Puglia, 2 Unioni di Comuni e 161 Comuni per una popolazione complessiva di circa 1,5 milioni di abitanti ed un’area di 13.000 km quadrati – hanno valenza transnazionale e vedono il coinvolgimento della regione dell’Epiro in Grecia e di Malta. Per spiegare più a fondo Life Sun-Eagle, il prof. Vellante si serve del pomodorino dissipativo, ovvero quello che troviamo comunemente al supermercato, il quale dimostra di avere una resistenza tale da restare indenne se lanciato contro una parete. “La produzione del pomodorino, così come quella delle mozzarelle, è dissipativa per le risorse materiali”, afferma il prof. Vellante. “Dobbiamo smetterla con lo spreco che deriva dalla generale distribuzione alimentare, con prodotti che fanno diventare obesi ma non nutrono. Con questo modo di produzione stiamo accelerando l’estinzione di massa, un modello di crescita aberrante. È perciò necessario ragionare su una riconversione ecologica e culturale”. Ed in quest’ottica si può così comprendere cosa lega il suo progetto ed il libro di Bukowski: “Nel libro si parla del cibo ridotto a merce, invitando a riconsiderarlo come bene comune”. Ha quindi preso la parola l’autore, con la sua denuncia su come il ‘sogno’ di Gambero Rosso e Slow Food si sia tramutato in un incubo fatto di ipermercati, contratti di lavoro precari e cibo sano per soli ricchi. Tanti gli spunti ed altrettante le tematiche affrontate.
Il dibattito, moderato da Carlo Scatozza, giornalista di Campaniaslow.it, ha visto intervenire nell’ordine: Lino Martone, Presidente Nazionale di “Altra Agricoltura”, che ha affrontato la spinosa questione del caporalato; Marina Melone, Direttore del Centro Interuniversitario di Neuroscienze (CIRN), che si è soffermata sul rapporto tra cibo e cervello, ricordando ai presenti l’importanza dell’educazione alimentare; Andrea Mongillo, Segretario Confederdia Campania, il quale ha richiamato l’attenzione su alcune delle più profonde piaghe dell’agricoltura, dalla mancanza di leggi del mercato globale alla sottopaga, sottolineando la necessità della salvaguardia delle produzioni locali; Camilla Bernabei, Segretaria Generale CGIL Caserta, che ha ripreso il discorso sulle precarie condizioni dei lavoratori.
Infine, le conclusioni sono spettate al prof. Antonio D’Onofrio, Direttore del Dipartimento di Matematica e Fisica, che ha definito l’incontro intimo (poiché disertato dagli studenti, c’era solo qualche produttore) e denso (vista la molteplicità degli argomenti affrontati). “Anche se sono pochi i giovani presenti, il mio messaggio è comunque rivolto a loro, a cui desidero ribadire l’importanza della formazione. Da fisico credo molto nel valore del metodo”. 
Angela Lonardo
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