Partirà il 3 giugno l’avventura per 10 borsisti selezionati nell’ambito del progetto Offi cina Vanvitelli: “un hub creativo nel campo del design e della moda dove viene data a giovani talenti la possibilità di sviluppare dei loro progetti innovativi, avendo a disposizione facilities e attrezzature, nonché importanti collaborazioni con le aziende”, spiega il prof. Luigi Maffei, Direttore del Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale. Officina, aggiunge, “è predisposta per accogliere 50 borsisti, adesso siamo partiti con un primo gruppo”. La borsa di 7200 euro, su fondi di Offi cina Vanvitelli, per un anno di attività è destinata a laureati Triennali e Magistrali che, con il voto di laurea e un progetto innovativo nel settore moda e design, hanno superato la selezione. “Questo bando è stato aperto, in accordo con il Rettore, anche ai laureati Triennali che di solito sono esclusi da questo tipo di selezioni. Noi riteniamo, invece, che ci possano essere giovani laureati triennali che hanno già una professionalità di base da spendere nel mondo del lavoro – spiega la prof.ssa Patrizia Ranzo, docente del Dipartimento e responsabile del progetto – Il nostro obiettivo è di coltivare le eccellenze, e per un anno intero alleneremo il nostro gruppo di studenti, di cui una buona parte sono proprio laureati triennali”. I ragazzi selezionati hanno presentato progetti su diversi temi: dalle automotive al near space, dai tessuti eco-sostenibili alle nuove tecnologie in ambito museale. “È una sfi da emozionante ed impegnativa per tutti: professori, ricercatori e assegnisti, anche loro coinvolti nel progetto per seguire ancor più da vicino i borsisti. Il sito di San Leucio, che ospita Officina, è una struttura accogliente e può fornire delle strumentazioni più avanzate, tra cui una macchina prototipatrice che permette di realizzare scarpe, oggetti e tessuti di grande complessità”, sottolinea la prof.ssa Ranzo. Durante l’anno di lavoro i giovani dovranno portare avanti il loro progetto di ricerca, quindi, seguiti dai tutor e avendo la possibilità di accedere ai macchinari innovativi, ma non solo. “Le borse assegnate sono su due linee di ricerca – spiega la prof.ssa Ranzo – e abbiamo ricevuto un interessamento da parte di due istituti bancari, Unicredit e San Paolo, che ci accompagneranno in questo percorso fornendo ulteriori sostegni economici per brevetti ed eventuali soggiorni all’esterno, se necessari per sviluppare le ricerche. Per i ragazzi sarà un impegno su due versanti perché da un lato dovranno sviluppare il loro progetto e dell’altra saranno chiamati ad andare avanti nella ricerca anche organizzando in prima persona conferenze o scrivendo testi e relazioni scientifi che”.
Tante le aspettative dei laureati selezionati
“Mi aspetto tantissimo da questa esperienza – afferma Viviana Vollono, laureata in Fashion Design presso l’Accademia di Belle Arti e adesso laureanda in Fashion Eco-Design alla Vanvitelli – La possibilità di focalizzare lo studio su quella che è una mia idea e di poterla sviluppare avendo a disposizione una struttura di questo tipo, la collaborazione con aziende, il sostegno dei docenti, e approfondendo anche la ricerca su questo tema è un’opportunità unica”. L’idea di Viviana è ZeroTechStyle, “un tessuto che parte da un presupposto molto semplice: l’inserimento della tecnologia nel reparto tessile per cui il tessuto diventa una superfi – cie su cui integrare funzioni – spiega – Partendo da una matrice in plastica biodegradabile si possono inserire, ad esempio, dei chip per l’uso in ambito biomedicale e il rilevamento dei parametri vitali o il rilascio di sostanze farmacologiche”. Nel settore calzaturiero, si pone invece l’idea di Sefora Maria Di Palo, di Design per l’Innovazione, che ha vinto la borsa con le sue eco-shoes: “Il sistema calzaturiero è saldamente radicato nel sistema campano e la coesione tra ecostenibilità ed aziende del territorio è il focus del progetto – illustra – Ci sono già, soprattutto ad opera delle grandi multinazionali, scarpe nate con l’utilizzo di materiali di scarto, ma il mio progetto vuole una scarpa completamente eco-sostenibile. Inoltre, l’obiettivo è quello di riuscire a fare trasferimento tecnologico verso le piccole aziende del territorio aversano, che hanno più diffi coltà a fare ricerca rispetto ai grandi marchi, contribuendo a cambiare l’ottica in cui vanno visti i prodotti in una dimensione eco-sostenibile”. Un overdrone è, invece, il progetto di Nicola Corsetto, laureato triennale in Design e Comunicazione ed iscritto a Design per l’Innovazione: “Si tratta del progetto di un veicolo di soccorso che unisce le funzioni dell’overcraft e del drone, per arrivare in territori interessati da emergenze ambientali. È un veicolo molto versatile, che può portare un pilota e materiale di soccorso o una lettiga, e fare dei balzi per attraversare aree inaccessibili a veicoli terrestri – racconta – Spero di poter implementare la mia esperienza nel transportation design, che è la mia passione, e di poter realizzare dei prototipi in stampa 3D, per arrivare a presentare un prototipo defi nitivo alle aziende, sperando che ce ne sia, poi, una interessata al prodotto”. Le nuove frontiere dello spazio sono, invece, un altro tema che verrà affrontato da due delle 10 borsiste: Adriana Figurato e Maria Giampetraglia, che lavoreranno in parallelo su due progetti collegati al near space. “Il mio progetto si chiama Hu.Ins, Humans in near space ed immagina nuovi scenari riferiti a situazioni abitative relative alla dimensione del viaggio ultrasonico o orbitale – spiega Adriana, laurea in Architettura – In questo progetto l’innovazione interessa l’ambiente interno, l’abitacolo che vuole offrire un comfort psicologico e relazionale al viaggiatore. Oggi le navicelle sono altamente tecnologiche, ma inospitali, la mia idea, invece, è quella di creare un habitat accogliente e rilassante, attraverso lo studio dei materiali, delle luci o degli inserti, per offrire una dimensione umana in situazioni di stress come possono essere questi viaggi”. Stesso discorso per Ilaria, laurea in Fashion Design all’Accademia di Belle Arti e alla Magistrale di Fashion Eco-Design, che però si concentra sull’abbigliamento: “Futur Dress è un progetto che vuole sviluppare un sistema di abbigliamento per i nuovi turisti spaziali o per gli astronauti che superi il concetto di funzionalità, ma pensi anche al comfort e all’igiene. Viene sviluppato pensando ad una modellistica ad hoc che dà precedenza all’elemento estetico e del comfort. La collaborazione con il CNS (Centro di Ricerche sul Near Space di Ford Future) è per me un’occasione per approfondire, quindi, la ricerca sui tessuti e il tema del turismo spaziale”. “L’obiettivo è quello di portare avanti i nostri progetti – aggiunge Adriana – e di collaborare con aziende che si occupano di questi temi come il Cira o il CNS, anche perché quella del turismo spaziale è una realtà prossima, non fantascienza, e l’innovazione in questo campo è fondamentale. Offi cina Vanvitelli ci offre la possibilità di lavorare in un ambiente stimolante e con macchinari all’avanguardia, in una location come quella di San Leucio che rappresenta un motivo di orgoglio per tutti noi”.
Valentina Orellana