Diritto e beni culturali: un ciclo di seminari

“Il secondo volume di affari illeciti nel mondo è dato dal traffico dei beni culturali. Un giurista deve conoscere, sotto il profilo internazionale, cosa vuol dire tutela del patrimonio comunitario, deve occuparsi della circolazione dei beni culturali ed anche delle licenze d’espatrio. Questo settore ha avuto un boom negli ultimi anni, soprattutto con l’entrata in vigore della Legge Franceschini”, spiega la prof.ssa Daniela Savy, docente di Diritto Europeo dei Beni Culturali al Dipartimento di Giurisprudenza. La materia contempla lo studio di tematiche inerenti “la politica culturale europea, la programmazione europea in materia culturale attraverso la progettazione di Europa creativa, la gestione, la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale e, soprattutto, la lotta al traffico illecito dei beni culturali”. Per questo motivo, chi frequenta il corso deve studiare “in primis da un libro di diritto internazionale e comunitario sulla circolazione dei beni”. La seconda parte del programma concerne “le linee di influenza di prassi e normative sovranazionali sulla riforma del MiBAC, del sistema museale e dei siti culturali ad opera del Ministro Franceschini e le successive modifiche. Nonché le forme di mecenatismo introdotte, ad esempio, con l’art bonus, misura fiscale in favore di beni pubblici da parte di privati che consente il rimborso del 65% dell’importo versato. Sulla Riforma c’è proprio un manuale che occorre preparare per l’esame”. Terzo blocco: “Il traffico illecito e la tutela contro la criminalità organizzata. Da anni sono molto a contatto con le realtà dei beni culturali e porto la mia esperienza agli allievi per far comprendere loro quanto sia importante il diritto in questo campo”. 
Gli studenti hanno risposto con interesse: il corso, tra gli insegnamenti a scelta del quinto anno, ha registrato un notevole aumento di frequentanti. Le opportunità che la disciplina può schiudere a livello professionale: “Si afferma la figura del giurista manager dei beni culturali, che possegga competenze internazionali e nazionali sulle numerose tematiche inerenti la gestione e la valorizzazione del patrimonio culturale, che possa immettersi nel mondo lavorativo, attraverso la partecipazione a concorsi pubblici”. Altre opportunità sono da ricercarsi nella “realizzazione di forme di gestione o fornitura di servizi per i beni culturali attraverso la creazione d’impresa; oppure la consulenza giuridica per siti pubblici o privati, ed infine la partecipazione a bandi europei per l’accesso ai fondi stanziati dalla Commissione Europea nell’ambito del programma di Europa Creativa”.
Durante il corso si terrà un ciclo di incontri “con relatori che provengono dal mondo del lavoro, gestori di siti culturali, come direttori dei Musei autonomi,  funzionari museologi, archivisti o gestori privati che abbiano in affidamento la gestione dei beni culturali (chiese, siti) da parte del Comune”. I seminari, partiti il 21 marzo, proseguiranno con altri quattro appuntamenti: il 4, il 5, l’11 e il 17 aprile. Interverranno “commercialisti esperti del terzo settore in relazione alle imprese culturali che forniscono servizi o gestiscano beni culturali; giornalisti e digital strategist che lavorano per la comunicazione dei beni culturali e esperti di digitalizzazione dei beni culturali. Negli incontri già tenuti, invece, abbiamo ospitato, ad esempio, Vincenzo Piscitelli, Procuratore che si occupa della lotta al traffico illecito dei beni culturali”. 
Gli studenti che frequenteranno almeno quattro incontri potranno acquisire 3 crediti: “I seminari oltre ad essere molto formativi, perché prevedono le testimonianze degli addetti ai lavori, sono multidisciplinari e aiutano ad ottenere crediti, il che non guasta”, conclude la docente.
Susy Lubrano
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