È una delle più sensibili novità dell’impatto con l’università, caratterizzata da un programma lungo, con argomenti fortemente coesi al suo interno, non scevra da preconcetti da parte degli studenti. Mnemonica è l’aggettivo più ricorrente fra le matricole per definire questa materia ritenuta spesso priva di ragionamento: parliamo di Diritto Privato. Proprio perché ritenuta mnemonica, sono tanti gli studenti che non frequentano i corsi e scelgono di studiare per conto proprio. Altri, invece, non saltano una lezione, nel timore di perdere il filo rosso che lega gli argomenti fra loro. C’è un fondamento reale per tutti questi luoghi comuni? “La principale difficoltà della disciplina è rappresentata dal numero di pagine del manuale – afferma Stefania Procolo, primo anno di Economia Aziendale – Siamo all’inizio del programma e ancora stiamo affrontando gli argomenti principali come le fonti del Diritto, le successioni di morte, i minori. Le lezioni sono interessanti ma difficili perché in aula spiegano molto di più di quello che c’è sul libro”. “Provengo dal Liceo Scientifico e preferisco le discipline di ambito logico-matematico. Questa è una materia nuova per me e per ora non mi sta prendendo in modo particolare. C’è poco ragionamento, bisogna citare gli articoli, i commi, le variazioni, le scelte. Si devono ricordare le sentenze della Corte di Giustizia, della Corte Costituzionale. Il Codice di Procedura Civile regola la vita di tutti i giorni, ma non si tratta di cose alle quali puoi arrivare con il ragionamento, devi solo ripetere e basta”, commenta Raffaele, matricola ad Economia Aziendale. Stefania, al primo anno di Economia Aziendale, si è trasferita da Giurisprudenza dove ha già seguito le lezioni della stessa materia: “dal momento che ho già delle basi, pensavo di essere un po’ avvantaggiata. Invece, mi sono accorta che qui si entra molto nei dettagli di ogni argomento, senza trascurare niente, nemmeno argomenti come il matrimonio, che non credevo fosse così importante per gli economisti e che invece a Giurisprudenza avevamo saltato”. “L’Economia Aziendale, come tutto quello che riguarda le imprese, i bilanci e l’organizzazione, è affascinante, ma il Diritto, che pure è una parte importante di questo percorso formativo, non mi sta piacendo. È mnemonico e la maggior parte di noi non ha basi”, sottolinea Vincenzo Ziello, primo anno di Economia Aziendale. “Non si percepisce l’utilità immediata dei concetti. Occorre solo molta memoria. Le pagine da studiare sono tante e le lezioni non sono molto interessanti e nemmeno tanto coinvolgenti. Non sembra che in aula a qualcuno interessi davvero farci capire la materia”, aggiunge il suo collega Gianmarco.
Ecco, però, cosa ne pensano gli studenti più grandi, che si sono già misurati con questo insegnamento. “Ad eccezione degli argomenti iniziali, che sono un po’ pesanti, il resto è tutto interessantissimo. Quando poi si entra nella logica della materia, non c’è niente che non si riesce a comprendere ascoltando un telegiornale – dice con entusiasmo Alessia Martinelli, secondo anno di Economia Aziendale, che ha superato brillantemente l’esame – C’è chi pensa che sia solo una materia mnemonica, ma questo è un approccio totalmente sbagliato. È vero, ci sono delle cose che devi ricordare, ma come in tutte le materie, anche in Matematica ci sono delle formule che occorre imparare e sapere quando applicare. Ma memoria non significa che non serva il ragionamento, perché se si applica una norma, o si prende una decisione, lo si fa in base ad un ragionamento. Il fulcro, per noi che studiamo Economia, è rappresentato dai contratti, dalle obbligazioni e dalle successioni, ma all’esame si deve portare tutto, perché la materia nella vita reale servirà sempre”. Il suo collega Mattia Marzano non ha ancora superato l’esame di Diritto Privato: “provengo da studi scientifici, ero abituato ad un altro approccio e mi sono trovato meglio nell’affrontare altre discipline. Non è facile, devi ricordare molte cose, ma, soprattutto, le devi collegare fra loro. Fra i concetti che apprendi all’inizio e quelli che studi alla fine c’è un forte legame e, man mano che vai avanti ed impari cose nuove, il tuo punto di vista si evolve. Molto dipende anche dall’organizzazione del libro di testo. Sebbene tutti i docenti consiglino grossomodo la stessa rosa di manuali, ciascuno ne preferisce l’uno o l’altro e questo cambia l’approccio alla materia, perché gli approcci stessi degli autori sono diversi”. Consigli per affrontarlo? “Io ho lo stesso metodo per tutti gli esami: mi faccio prendere dall’ansia dell’ultimo mese”, scherza Alessia. “Quello di Diritto è un programma vasto, che richiede un periodo di dedizione completo”, consiglia più seriamente Mattia.
Simona Pasquale
Ecco, però, cosa ne pensano gli studenti più grandi, che si sono già misurati con questo insegnamento. “Ad eccezione degli argomenti iniziali, che sono un po’ pesanti, il resto è tutto interessantissimo. Quando poi si entra nella logica della materia, non c’è niente che non si riesce a comprendere ascoltando un telegiornale – dice con entusiasmo Alessia Martinelli, secondo anno di Economia Aziendale, che ha superato brillantemente l’esame – C’è chi pensa che sia solo una materia mnemonica, ma questo è un approccio totalmente sbagliato. È vero, ci sono delle cose che devi ricordare, ma come in tutte le materie, anche in Matematica ci sono delle formule che occorre imparare e sapere quando applicare. Ma memoria non significa che non serva il ragionamento, perché se si applica una norma, o si prende una decisione, lo si fa in base ad un ragionamento. Il fulcro, per noi che studiamo Economia, è rappresentato dai contratti, dalle obbligazioni e dalle successioni, ma all’esame si deve portare tutto, perché la materia nella vita reale servirà sempre”. Il suo collega Mattia Marzano non ha ancora superato l’esame di Diritto Privato: “provengo da studi scientifici, ero abituato ad un altro approccio e mi sono trovato meglio nell’affrontare altre discipline. Non è facile, devi ricordare molte cose, ma, soprattutto, le devi collegare fra loro. Fra i concetti che apprendi all’inizio e quelli che studi alla fine c’è un forte legame e, man mano che vai avanti ed impari cose nuove, il tuo punto di vista si evolve. Molto dipende anche dall’organizzazione del libro di testo. Sebbene tutti i docenti consiglino grossomodo la stessa rosa di manuali, ciascuno ne preferisce l’uno o l’altro e questo cambia l’approccio alla materia, perché gli approcci stessi degli autori sono diversi”. Consigli per affrontarlo? “Io ho lo stesso metodo per tutti gli esami: mi faccio prendere dall’ansia dell’ultimo mese”, scherza Alessia. “Quello di Diritto è un programma vasto, che richiede un periodo di dedizione completo”, consiglia più seriamente Mattia.
Simona Pasquale