Economia e l’internazionalizzazione

Una delegazione della Facoltà di Economia, composta dai professori Nicolino Castiello e Massimo Marrelli, si recherà in Brasile dal 19 al 29 novembre, ospite dell’Università Statale del Parà. “Siamo stati invitati dalla Direttrice del Dipartimento di Filosofia e Scienze Sociali, Maria Marize Duarte, per discutere della possibilità di realizzare un corso post-laurea sulla valorizzazione delle risorse locali e le politiche territoriali idonee per lo sviluppo” spiega il prof. Castiello. L’idea è stata ben accolta anche dallo Stato federale del Parà ed ai colloqui parteciperà anche un suo rappresentante. La formazione sarà rivolta a quadri politici, da inserire nelle istituzioni a tutti i livelli, per valorizzare le risorse disponibili in tutta l’area dell’Amazzonia. Una regione con gravi problemi da quando è stata realizzata la gigantesca diga del Tucuruì. Costruita tra il 1974 e il 1984, ha provocato l’inondazione di una vastissima superficie boschiva e agricola, creando un lago che ha distrutto un intero ecosistema e l’economia che vi ruotava intorno, fatta di pesca e piccola agricoltura. La popolazione, specie quella indigena, ha perso ogni contatto con la propria identità culturale e la precedente forma di economia, tramandata da secoli, mentre il contesto fisico è completamente mutato. Inoltre, l’energia elettrica prodotta, è solo parzialmente utilizzata in loco e i civili ne pagano la fornitura più delle imprese. “Sono tutti problemi che incidono in maniera pesante sulla crescita” sottolinea il professore. La visita, prosegue un lavoro iniziato tre anni fa a Belém, insieme ad altri colleghi dell’Università di Napoli. “Abbiamo portato la nostra esperienza di aiuti al Mezzogiorno, pur con tanti insuccessi, suggerendo un concorso di operatori, sia pubblici che privati, associazioni di categoria e banche. Crediamo sia un punto di partenza positivo, sulla base dell’esperienza dei nostri patti territoriali”. Senza la pretesa di affermare che siano stati un successo dappertutto, i docenti della Facoltà intendono esportare, in terra brasiliana, lo spirito della concertazione, tenuto conto dei problemi specifici che ogni area, o paese, ha. “È molto importante, formare dei quadri della pubblica amministrazione, in grado di leggere il territorio, coglierne le potenzialità e coordinare l’intervento dello Stato ai fini dello sviluppo locale”. Questo processo deve, infine, concludersi con la messa in moto dei meccanismi che attraggono investimenti. Uno schema del genere con una proposta di collaborazione, è stato inviato anche a Cuba. “Sono convinto che affidare la pianificazione economica di una regione alle forze libere del mercato, generi diseguaglianze. Affidarla, invece, ad una guida rigidamente dirigistica, che impone le scelte dall’alto, senza tenere conto delle vocazioni locali, produce la scollatura fra potere politico e autorità locali”. Una proposta che tenti di valorizzare le risorse locali e richieda l’intervento dello Stato rappresenta una sorta di mediazione tra queste posizioni. “In questa regione, la popolazione è completamente lontana dalla politica, per la quale questa può rappresentare un’occasione, per recuperare credibilità. In Italia paliamo male della politica ma continuiamo a vedere nelle istituzioni un punto di riferimento”. Tra i promotori di questa iniziativa, un ricercatore brasiliano, il dott. Rodrigo Peixoto, che è stato ospite della Facoltà per sei mesi. “In qualità di geografo, inoltre, ho intenzione di visitare l’area della diga e un lungo tratto del Rio delle Amazzoni, fino a Santarém”, aggiunge Castiello. 
I rapporti 
con la Cina
Nell’ambito delle iniziative internazionali, quattro studenti cinesi si sono iscritti quest’anno alla Facoltà ed è a buon punto l’accordo con la Camera di Commercio Italiana a Shanghai, per ospitare laureati in Economia presso la Federico II. “È un po’ problematico inviare nostri studenti laggiù. Pare che, per garantire la reciprocità dell’ospitalità fra noi e i cinesi, occorra un ulteriore accordo tra la Regione Campania e la Municipalità di Shanghai. Credo che dovremmo spingere, affinché la Regione finanzi delle borse che permettano ai nostri ragazzi di andare in Cina per stage di sei mesi, in un’area fittamente popolata da nostre aziende che avrebbero grande interesse ad avere nostri laureati”. Inoltre, entro la fine dell’anno, potrebbe essere pronta la bozza sull’iniziativa dedicata al riscaldamento globale, alla quale partecipano anche i professori Scarano e Trupiano, della Facoltà di Architettura, da  proporre agli studiosi cinesi dell’Università Tongji di Shanghai per realizzare insieme un evento sull’argomento.   
(Si. Pa.)
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