19 ottobre si è riunito il Consiglio di Amministrazione dell’Istituto Orientale. A novembre s’insedierà il nuovo, eletto la scorsa primavera. A gennaio saranno indette anche le elezioni per il rinnovo delle rappresentanze studentesche in seno al C.d.A.
Questione edilizia ancora all’ordine del giorno. L’Orientale ha in progetto di acquisire la chiesa sconsacrata sita in via Duomo, a pochi metri dal palazzo dove attualmente già si svolge una parte della didattica. Il Consiglio si è espresso in maniera sostanzialmente favorevole. “Offre spazi per un totale di 1.200 metri quadrati, utilizzabili su tre livelli”, spiega il dottor Aldo Accurso, attualmente a capo dell’Ufficio Economato, uno dei consiglieri riconfermati anche nel Consiglio che entrerà in carica a novembre. “Importante è che la gran parte siano utilizzati effettivamente per la didattica. Si è anche parlato di far traslocare in questa ex Chiesa, se l’acquisto andrà in porto, il Centro Interfacoltà Linguistico ed Audiovisivo (CILA)”. Analogo parere da parte di Giulia Velotti, rappresentante studentesco eletto nelle fila di Koinè. ”All’Orientale gli spazi per la didattica continuano ad essere insufficienti. Lo stesso palazzo di via Duomo non ha risolto definitivamente il problema, prova ne sia che è stata rimandata a data da destinarsi la dismissione dell’affitto di palazzo Sforza”. In Consiglio posizioni simili ha espresso l’altro rappresentante, Francesco Locantore, il quale è stato eletto dal Collettivo Sinistra in Movimento. Non è un caso che gli studenti enfatizzino l’opportunità di destinare i nuovi edifici che eventualmente saranno acquisiti alla didattica. Brucia l’esperienza di tre anni fa. L’Orientale programmò di acquistare in simultanea palazzo Du Mesnil (l’attuale rettorato in via Partenope) ed un malconcio edificio su via Marina di proprietà dei due imprenditori Agostino Borselli e Massimo Di Falco. Su progetto del docente di Architettura Massimo Pica Ciamarra (lo stesso che ha trasformato in aule l’ex scuderia e le Mura Greche di palazzo Corigliano) il palazzo avrebbe dovuto diventare un funzionalissimo contenitore di aule di dimensioni medie e grandi. Su precisa richiesta di Francesco Locantore e di pochi altri consiglieri all’epoca l’acquisizione dell’edificio di via Marina fu strettamente legata a quella del rettorato, onde evitare che si spendessero miliardi e ci si indebitasse per acquistare una sede di rappresentanza, senza benefici di sorta per gli studenti. Il Consiglio, complici le insistenze di alcuni dei suoi più autorevoli membri, ignorò di fatto questo impegno. Risultato: l’acquisto di via Marina è naufragato (il cantiere attorno all’edificio continua ad essere malinconicamente fermo), gli studenti hanno continuato a penare ed il rettorato si è sistemato in via Partenope, con vista sul mare. Le quindici aule ricavate nel palazzo di via Duomo hanno, se non altro, limitato i disagi. Adesso si guarda alla ex Chiesa ed a Palazzo Penne, nei pressi di palazzo Giusso.
Il Consiglio del 19 si è anche occupato di alcune convenzioni stipulate dall’Ateneo. Si valuta l’ipotesi di utilizzare una piccola parte degli introiti che da esse provengono per incrementare il fondo di ateneo destinato al personale tecnico amministrativo. Qualche soldo in più, nella speranza che questo determini un miglioramento dei servizi agli studenti. Accurso ne è convinto: ”avremmo più personale presente in ateneo fino alle 18.00”.
Questione edilizia ancora all’ordine del giorno. L’Orientale ha in progetto di acquisire la chiesa sconsacrata sita in via Duomo, a pochi metri dal palazzo dove attualmente già si svolge una parte della didattica. Il Consiglio si è espresso in maniera sostanzialmente favorevole. “Offre spazi per un totale di 1.200 metri quadrati, utilizzabili su tre livelli”, spiega il dottor Aldo Accurso, attualmente a capo dell’Ufficio Economato, uno dei consiglieri riconfermati anche nel Consiglio che entrerà in carica a novembre. “Importante è che la gran parte siano utilizzati effettivamente per la didattica. Si è anche parlato di far traslocare in questa ex Chiesa, se l’acquisto andrà in porto, il Centro Interfacoltà Linguistico ed Audiovisivo (CILA)”. Analogo parere da parte di Giulia Velotti, rappresentante studentesco eletto nelle fila di Koinè. ”All’Orientale gli spazi per la didattica continuano ad essere insufficienti. Lo stesso palazzo di via Duomo non ha risolto definitivamente il problema, prova ne sia che è stata rimandata a data da destinarsi la dismissione dell’affitto di palazzo Sforza”. In Consiglio posizioni simili ha espresso l’altro rappresentante, Francesco Locantore, il quale è stato eletto dal Collettivo Sinistra in Movimento. Non è un caso che gli studenti enfatizzino l’opportunità di destinare i nuovi edifici che eventualmente saranno acquisiti alla didattica. Brucia l’esperienza di tre anni fa. L’Orientale programmò di acquistare in simultanea palazzo Du Mesnil (l’attuale rettorato in via Partenope) ed un malconcio edificio su via Marina di proprietà dei due imprenditori Agostino Borselli e Massimo Di Falco. Su progetto del docente di Architettura Massimo Pica Ciamarra (lo stesso che ha trasformato in aule l’ex scuderia e le Mura Greche di palazzo Corigliano) il palazzo avrebbe dovuto diventare un funzionalissimo contenitore di aule di dimensioni medie e grandi. Su precisa richiesta di Francesco Locantore e di pochi altri consiglieri all’epoca l’acquisizione dell’edificio di via Marina fu strettamente legata a quella del rettorato, onde evitare che si spendessero miliardi e ci si indebitasse per acquistare una sede di rappresentanza, senza benefici di sorta per gli studenti. Il Consiglio, complici le insistenze di alcuni dei suoi più autorevoli membri, ignorò di fatto questo impegno. Risultato: l’acquisto di via Marina è naufragato (il cantiere attorno all’edificio continua ad essere malinconicamente fermo), gli studenti hanno continuato a penare ed il rettorato si è sistemato in via Partenope, con vista sul mare. Le quindici aule ricavate nel palazzo di via Duomo hanno, se non altro, limitato i disagi. Adesso si guarda alla ex Chiesa ed a Palazzo Penne, nei pressi di palazzo Giusso.
Il Consiglio del 19 si è anche occupato di alcune convenzioni stipulate dall’Ateneo. Si valuta l’ipotesi di utilizzare una piccola parte degli introiti che da esse provengono per incrementare il fondo di ateneo destinato al personale tecnico amministrativo. Qualche soldo in più, nella speranza che questo determini un miglioramento dei servizi agli studenti. Accurso ne è convinto: ”avremmo più personale presente in ateneo fino alle 18.00”.