Elezioni suppletive al Cun, si candida il prof. Pasquale Santè

Elezioni suppletive al CUN (Consiglio Universitario Nazionale) il 20 e 21 maggio. Si vota per un rappresentante dei professori associati (area 06) e due ricercatori (uno di area 14 e uno di area 11) a seguito del passaggio di fascia degli attuali consiglieri. A correre per lo scranno dell’area 06 delle Scienze Mediche, già occupato da Mario Amore che lascia perchè chiamato come ordinario, sarà il prof. Pasquale Santè, docente di Cardiochirurgia presso la Seconda Università. Da anni impegnato all’interno degli organi accademici dell’Ateneo e a livello nazionale, la candidatura del prof. Santè nasce proprio dalla volontà di mettere al servizio dei colleghi la sua lunga esperienza. Sempre in prima linea nelle rivendicazioni dei ricercatori, poi nel CIPUR (Coordinamento intersedi professori universitari di ruolo), della cui Giunta Nazionale è componente, il prof. Santè, in una lettera programmatica ai colleghi, scrive: “Questo è sicuramente un momento particolare per tutti i colleghi e per gli associati in particolare, perciò è necessario difenderne l’autonomia e valorizzarne il ruolo”. Intanto ha iniziato la campagna elettorale portando la sua voce e aprendo un dibattito con gli associati di diversi Atenei italiani: a Padova il 20 marzo, a Catanzaro l’8 aprile, mentre sarà a Napoli, alla Federico II, il 24 aprile per incontrare i colleghi delle Università campane (Federico II, Sun e Salerno).
Un programma, quello del prof. Santè, che parte in maniera molto pragmatica da quelle che sono esigenze della categoria. Messo sotto attacco da Riforma e spending review, il lavoro degli associati va tutelato e valorizzato nei suoi tre aspetti di didattica, ricerca e assistenza: “Questo è un punto molto importante perché si muove nell’ambito di un obiettivo comune che è quello della salute pubblica. Didattica e ricerca sono strettamente collegate, ma le ricadute sono enormi anche sull’attività assistenziale, che ne guadagna in qualità. Valorizzare questi tre aspetti significa mantenere alti gli standard di assistenza nazionale”. A questo va collegato un altro importante punto del programma che è quello sulla formazione degli specializzandi: “Non ammettendo l’immissione di specializzandi negli ospedali come manodopera a basso costo”, Santè ritiene che “i giovani solo in strutture universitarie” possano ricevere la giusta formazione. Certo, tiene a sottolineare, “laddove la formazione si dimostra insufficiente per ciò che riguarda l’esperienza clinica si può integrare con gli ospedali, però tenendo per chiara la responsabilità morale e formativa che resta in capo alle Università. Importante, quindi, mantenere ben separati e nel rispetto reciproco identità e ruoli”.
Tra gli altri punti della lettera inviata ai colleghi, si critica da un lato la possibilità dei Direttori Generali di AO di nominare docenti a tempo, dall’altro il transito nei ruoli universitari dei docenti ospedalieri delle Professioni Sanitarie. Pratiche che scavalcano e appiattiscono “tutto lo studio e il lavoro fatto da chi è arrivato al titolo di docente universitario tramite concorso nazionale”. Valorizzare il ruolo degli associati significa anche un giusto riconoscimento a livello economico: “Bisogna ottenere una valutazione uniforme su tutto il territorio nazionale delle ore extra di assistenza e la possibilità di una progressione di carriera anche negli incarichi assistenziali da parte dei Professori Associati di Medicina. Oggi ci troviamo in una situazione per la quale le ore in più di assistenza vengono pagate in maniera diversa da regione a regione, con conseguenti enormi disparità economiche. È quindi necessaria un’uniformità di regole”. 
Valentina Orellana
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