L’Associazione Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (Soci Fondatori: Banca Infrastrutture, Innovazione e Sviluppo – BIIS, Banco di Napoli, Compagnia di San Paolo, Imi Investimenti, Intesa Sanpaolo, Istituto Banco di Napoli Fondazione) ha realizzato un importante lavoro sul settore dell’energia dal titolo “Energia e Territorio. Il Mezzogiorno e le nuove sfide: infrastrutture e imprese, le politiche di sviluppo, le rinnovabili, il ruolo delle regioni”, nel quale viene rappresentato lo stato dell’arte del settore dell’energia elettrica in Italia, con il consueto stile molto collegato al ruolo del territorio meridionale ed ai suoi punti di forza e debolezza in tale contesto. Lo studio – che sarà presentato nel corso di un convegno il 16 giugno 2010 a Roma presso il Senato della Repubblica – analizza un comparto – che vede il coinvolgimento, per molteplici aspetti, di tutti gli attori dello sviluppo economico: le istituzioni, le imprese, le infrastrutture, i consumatori, il mondo della ricerca, la finanza, le associazioni di categoria (maggiori informazioni sul convegno a breve su: www.srmezzogiorno.it).
Passando ai contenuti della ricerca, il sistema energetico è oggi ad un crocevia; le attuali tendenze nell’offerta e nei consumi di energia non sono più sostenibili, in termini economici, sociali ed ambientali. Così il futuro dello sviluppo dipenderà da quanto efficacemente i governi riusciranno ad affrontare le due principali sfide del cambiamento energetico: da un lato assicurare un’offerta di energia affidabile ed accessibile da un punto di vista economico, dall’altro passare quanto più rapidamente possibile ad un sistema di produzione dell’energia a basso utilizzo di carbone, efficiente e rispettoso dell’ambiente. In particolare per l’Italia, le condizioni attuali del sistema energetico richiedono una mirata azione di indirizzo e di governo per eliminare le molte criticità esistenti, in modo da consentire da un lato un miglioramento della competitività e dall’altro un ridimensionamento dell’impatto sull’ambiente. L’elevata dipendenza dall’approvvigionamento di idrocarburi liquidi o gassosi comporta effetti sull’economia, ma anche sulla stabilità e sulla sostenibilità delle strategie energetiche nazionali. Questi elementi sono sufficienti da soli a giustificare il crescente interesse interno per la generazione elettrica da fonti rinnovabili, che possono rappresentare un’arma vincente per transitare verso un sistema territoriale più innovativo e meno inquinante. Nel corso degli ultimi anni si è registrato in Italia un forte incremento della capacità di generazione da fonti rinnovabili, in particolare nel settore eolico e – dal punto di vista territoriale – in prevalenza nelle regioni del Mezzogiorno, area che per caratteristiche morfologiche, orografiche e climatiche, dispone di risorse ambientali e dunque di grandi potenzialità in termini energetici. Il Sud presenta numerose possibilità di sviluppo collegate anche alla sua posizione strategica nel bacino del Mediterraneo. La condizione di interconnettersi tramite nuove linee elettriche e gasdotti a questo sistema risulta fondamentale per il Mezzogiorno al fine di una riduzione dei costi di approvvigionamento dell’energia. Questo territorio, dunque, potrebbe sfruttare la sua posizione, allargando la visione da un contesto puramente nazionale ad uno sovranazionale, puntando ad una maggiore integrazione con i mercati emergenti dell’area euro-mediterranea.
All’espansione infrastrutturale del Sud è orientata anche una significativa volontà da parte del decisore pubblico, data l’esistenza di ingenti risorse europee, statali e regionali che vanno però (come dimostra la ricerca) messe in sinergia con gli investimenti privati e con l’applicazione di tecniche finanziarie che favoriscano il partenariato. Le azioni programmate sono dirette ad attuare le priorità dettate dagli orientamenti strategici comunitari e dalle politiche nazionali di sviluppo, incoraggiando il ricorso all’energia distribuita, alle fonti rinnovabili e alle nuove tecnologie con l’obiettivo di sviluppare la competitività del Mezzogiorno. Qui, numerose realtà imprenditoriali ed associative sono pronte a cogliere le sfide provenienti dall’evoluzione di questo settore; aziende di rilievo internazionale (produttori, distributori di energia e costruttori di strumentazione energetica) contribuiscono con la loro presenza, la loro attività ed i loro investimenti allo sviluppo del tessuto socio-economico del Sud. Perché il Mezzogiorno possa fare tesoro di queste positive presenze occorre puntare a migliorare le condizioni del contesto di riferimento, investendo sulla sicurezza come sulle reti, affinché queste siano davvero efficienti, riducendo i rischi di black out ed i gap energetici. Occorre intervenire per accrescere la competitività del settore, sollecitando il passaggio ad un nuovo modello di sviluppo energetico. In primo luogo, definendo una strategia energetica di medio-lungo termine che si concretizzi in un piano nazionale per l’energia in cui si specifichino metodi ed obiettivi su cui puntare, si rendano più coordinati i programmi delle Amministrazioni Centrali con quelli delle Amministrazioni Regionali e si razionalizzino le competenze pubbliche, in modo da individuare in maniera univoca i ruoli dei diversi soggetti istituzionali coinvolti nei processi decisionali. Un altro nodo importante da risolvere è l’esigenza di dare certezza ai tempi per l’ottenimento delle autorizzazioni, semplificando le procedure amministrative. Risulterebbe altresì utile sensibilizzare i consumatori all’efficienza ed al risparmio energetico, promuovendo l’investimento in prodotti/processi a limitato utilizzo energetico. Attraverso queste strade si aiuterebbero le eccellenze del Paese, e quelle del nostro Sud in particolare, ad emergere meglio, agevolando la missione di imprenditori, istituzioni e associazioni di categoria, e contribuendo così in maniera più efficace anche allo sviluppo del tessuto socio-economico nazionale.
Passando ai contenuti della ricerca, il sistema energetico è oggi ad un crocevia; le attuali tendenze nell’offerta e nei consumi di energia non sono più sostenibili, in termini economici, sociali ed ambientali. Così il futuro dello sviluppo dipenderà da quanto efficacemente i governi riusciranno ad affrontare le due principali sfide del cambiamento energetico: da un lato assicurare un’offerta di energia affidabile ed accessibile da un punto di vista economico, dall’altro passare quanto più rapidamente possibile ad un sistema di produzione dell’energia a basso utilizzo di carbone, efficiente e rispettoso dell’ambiente. In particolare per l’Italia, le condizioni attuali del sistema energetico richiedono una mirata azione di indirizzo e di governo per eliminare le molte criticità esistenti, in modo da consentire da un lato un miglioramento della competitività e dall’altro un ridimensionamento dell’impatto sull’ambiente. L’elevata dipendenza dall’approvvigionamento di idrocarburi liquidi o gassosi comporta effetti sull’economia, ma anche sulla stabilità e sulla sostenibilità delle strategie energetiche nazionali. Questi elementi sono sufficienti da soli a giustificare il crescente interesse interno per la generazione elettrica da fonti rinnovabili, che possono rappresentare un’arma vincente per transitare verso un sistema territoriale più innovativo e meno inquinante. Nel corso degli ultimi anni si è registrato in Italia un forte incremento della capacità di generazione da fonti rinnovabili, in particolare nel settore eolico e – dal punto di vista territoriale – in prevalenza nelle regioni del Mezzogiorno, area che per caratteristiche morfologiche, orografiche e climatiche, dispone di risorse ambientali e dunque di grandi potenzialità in termini energetici. Il Sud presenta numerose possibilità di sviluppo collegate anche alla sua posizione strategica nel bacino del Mediterraneo. La condizione di interconnettersi tramite nuove linee elettriche e gasdotti a questo sistema risulta fondamentale per il Mezzogiorno al fine di una riduzione dei costi di approvvigionamento dell’energia. Questo territorio, dunque, potrebbe sfruttare la sua posizione, allargando la visione da un contesto puramente nazionale ad uno sovranazionale, puntando ad una maggiore integrazione con i mercati emergenti dell’area euro-mediterranea.
All’espansione infrastrutturale del Sud è orientata anche una significativa volontà da parte del decisore pubblico, data l’esistenza di ingenti risorse europee, statali e regionali che vanno però (come dimostra la ricerca) messe in sinergia con gli investimenti privati e con l’applicazione di tecniche finanziarie che favoriscano il partenariato. Le azioni programmate sono dirette ad attuare le priorità dettate dagli orientamenti strategici comunitari e dalle politiche nazionali di sviluppo, incoraggiando il ricorso all’energia distribuita, alle fonti rinnovabili e alle nuove tecnologie con l’obiettivo di sviluppare la competitività del Mezzogiorno. Qui, numerose realtà imprenditoriali ed associative sono pronte a cogliere le sfide provenienti dall’evoluzione di questo settore; aziende di rilievo internazionale (produttori, distributori di energia e costruttori di strumentazione energetica) contribuiscono con la loro presenza, la loro attività ed i loro investimenti allo sviluppo del tessuto socio-economico del Sud. Perché il Mezzogiorno possa fare tesoro di queste positive presenze occorre puntare a migliorare le condizioni del contesto di riferimento, investendo sulla sicurezza come sulle reti, affinché queste siano davvero efficienti, riducendo i rischi di black out ed i gap energetici. Occorre intervenire per accrescere la competitività del settore, sollecitando il passaggio ad un nuovo modello di sviluppo energetico. In primo luogo, definendo una strategia energetica di medio-lungo termine che si concretizzi in un piano nazionale per l’energia in cui si specifichino metodi ed obiettivi su cui puntare, si rendano più coordinati i programmi delle Amministrazioni Centrali con quelli delle Amministrazioni Regionali e si razionalizzino le competenze pubbliche, in modo da individuare in maniera univoca i ruoli dei diversi soggetti istituzionali coinvolti nei processi decisionali. Un altro nodo importante da risolvere è l’esigenza di dare certezza ai tempi per l’ottenimento delle autorizzazioni, semplificando le procedure amministrative. Risulterebbe altresì utile sensibilizzare i consumatori all’efficienza ed al risparmio energetico, promuovendo l’investimento in prodotti/processi a limitato utilizzo energetico. Attraverso queste strade si aiuterebbero le eccellenze del Paese, e quelle del nostro Sud in particolare, ad emergere meglio, agevolando la missione di imprenditori, istituzioni e associazioni di categoria, e contribuendo così in maniera più efficace anche allo sviluppo del tessuto socio-economico nazionale.