Parte integrante della formazione degli studenti dei Corsi di Laurea naturalistici è l’attività sul campo. Abbiamo sentito alcuni docenti e studenti che hanno preso parte a queste iniziative. “Nonostante le difficoltà per la carenza di fondi che affligge l’università, anche quest’anno abbiamo svolto dei monitoraggi in Umbria a Poggiodomo (l’Appennino Centrale è molto diverso da quello Meridionale), e poi sul massiccio del Matese ed in provincia di Avellino”, illustra il prof. Silvio Di Nocera, Presidente del Corso di Laurea in Scienze Geologiche. “Una campagna di monitoraggio in collaborazione con un’associazione di Castellammare e le scuole, selezionando alcuni nostri studenti per le attività”, il bilancio del Corso di Laurea in Biologia delle Produzioni Marine, il cui Presidente prof. Claudio Agnisola si augura di poter svolgere tra giugno e luglio delle escursioni oceanografiche in collaborazione con la Guardia di Finanza.
“Sono l’unica attività formativa reale, perché la società oggi richiede dei professionisti”, commenta Francesco Catuogno, studente triennale di Scienze Geologiche, che ha partecipato alle escursioni organizzate in Basilicata e sul Matese, impegnato in una nuova campagna geologica a Caselle in Pittari in provincia di Salerno. “È una passione. Da noi c’è un rapporto con i docenti diverso. Andiamo in campagna, facciamo dei rilevamenti e dopo portiamo ai nostri insegnanti gli appunti ed il materiale che abbiamo raccolto per avere delle consulenze”, conclude Francesco. “Abbiamo svolto due escursioni nel corso dell’anno. Durante il primo semestre siamo stati a Bacoli, per osservare tufi e rocce vulcaniche, mentre nel secondo semestre siamo stati a Madonna del Granato, vicino Salerno, ed in Baronia ad Ariano Irpino, per studiare la stratigrafia del suolo ed osservare gli effetti dovuti al movimento della crosta e l’azione del mare”, spiega Pasquale Caracciolo, matricola di Scienze Geologiche, entusiasta delle attività. “La Geologia è una disciplina pratica – continua Pasquale – ed è diverso osservare in laboratorio dei campioni toccati più volte da mani diverse e, invece, osservare un pezzo di roccia scalpellato con le tue mani. Perché un vero geologo impara ad osservare il mondo prima su scala macroscopica per interpretare il panorama, per poi capire l’ambiente in cui una roccia si è formata”.
“Sono l’unica attività formativa reale, perché la società oggi richiede dei professionisti”, commenta Francesco Catuogno, studente triennale di Scienze Geologiche, che ha partecipato alle escursioni organizzate in Basilicata e sul Matese, impegnato in una nuova campagna geologica a Caselle in Pittari in provincia di Salerno. “È una passione. Da noi c’è un rapporto con i docenti diverso. Andiamo in campagna, facciamo dei rilevamenti e dopo portiamo ai nostri insegnanti gli appunti ed il materiale che abbiamo raccolto per avere delle consulenze”, conclude Francesco. “Abbiamo svolto due escursioni nel corso dell’anno. Durante il primo semestre siamo stati a Bacoli, per osservare tufi e rocce vulcaniche, mentre nel secondo semestre siamo stati a Madonna del Granato, vicino Salerno, ed in Baronia ad Ariano Irpino, per studiare la stratigrafia del suolo ed osservare gli effetti dovuti al movimento della crosta e l’azione del mare”, spiega Pasquale Caracciolo, matricola di Scienze Geologiche, entusiasta delle attività. “La Geologia è una disciplina pratica – continua Pasquale – ed è diverso osservare in laboratorio dei campioni toccati più volte da mani diverse e, invece, osservare un pezzo di roccia scalpellato con le tue mani. Perché un vero geologo impara ad osservare il mondo prima su scala macroscopica per interpretare il panorama, per poi capire l’ambiente in cui una roccia si è formata”.