Erasmus: opportunità di crescita culturale e personale

“L’Erasmus è un’esperienza di vita importante non solo per la formazione ma per la vita” così apre l’incontro (in remoto) del 18 novembre il prof. Nicola Zambrano, Presidente del Corso di Laurea in Biotecnologie per la Salute, rivolto agli studenti interessati ad un periodo di formazione all’estero. Le opportunità di mobilità sono notevolmente inferiori durante la Triennale rispetto alla Magistrale che ha una “tradizione più consolidata” come afferma il prof. Lucio Pastore, che coordina il Corso in Biotecnologie Mediche. La prof.ssa Gerolama Condorelli, veterana dell’Application Erasmus per docenti, ha illustrato agli studenti presenti cos’è e in cosa consiste il progetto Erasmus (European Region Action Scheme for the Mobility of University Students): nato nel 1987 per opera della Comunità Europea, sancisce la possibilità per uno studente universitario di effettuare in una Università straniera un periodo di studio riconosciuto dal proprio Ateneo con il riconoscimento di crediti formativi dalla partenza. “Lo studente spesso ha timore di partire perché pensa di sottrarre tempo a lezioni ed esami e di restare indietro. Anche se si perde qualche mese, ne vale la pena per la crescita personale acquisita con questa esperienza”, sottolinea la docente per dissipare la maggiore delle incertezze tra gli studenti. Erasmus+ ed Erasmus Traineeship sono i principali accordi, entrambi validi sia per la Laurea Triennale che per la Magistrale, con la differenza che il primo offre l’opportunità di seguire corsi e conseguire esami, il secondo invece prevede attività di tirocinio e tesi presso Centri di Ricerca, aziende e Università. Il bando viene pubblicato sui siti dell’Ateneo e del Dipartimento di Medicina Molecolare e Biotecnologie Mediche. Gennaio/ febbraio è il periodo di emissione del bando Erasmus+, mentre l’Erasmus Traineeship è solitamente previsto per il mese di luglio. Gli studenti idonei alla borsa Erasmus vengono selezionati in base alla media degli esami, al numero di crediti e alle conoscenze linguistiche comprovate da un attestato. Nel caso in cui gli studenti siano sprovvisti di questa certificazione, l’Ateneo mette a disposizione corsi linguistici indispensabili e calendarizza attività di placement test attraverso il CLA (Centro Linguistico di Ateneo). Il normale iter procedurale dei vincitori del bando Erasmus consiste nello scaricare, compilare e consegnare la lettera di accettazione al coordinatore, iniziare a scegliere gli esami da sostenere nell’ateneo straniero, provvedere al certificato di lingua, compilare il Learning Agreement che va firmato dallo studente, dall’Università di partenza e da quella ospitante e, infine, analizzare tutti gli aspetti logistici come il volo e la residenza. Non tutte le Università, infatti, sono provviste di campus e la borsa Erasmus è insufficiente per vivere all’estero dove spesso il costo della vita è più elevato. Al rientro lo studente deve farsi rilasciare dall’Università ospitante il Transcript of Records e consegnarlo sia all’Ufficio Internazionale sia al Coordinatore Erasmus per la convalida dei voti. La dott.ssa Marta Maciocia, dell’Ufficio Relazioni Internazionali, ha chiarito alcuni elementi legati all’aspetto economico. Lo studente Erasmus ha infatti diverse forme di finanziamento erogate sulla base di fasce territoriali: si ha un range dai 280 ai 350 euro al mese più il contributo del Ministero dell’Università e della Ricerca sulla base del reddito calcolato con l’ISEE dell’anno precedente. Sono importi diversi che cambiano di anno in anno e vanno dai 200 ai 600 euro, inoltre sono previsti 200 euro aggiuntivi al mese per tutti gli studenti rientranti in condizioni socio-economiche disagiate con ISEE inferiore a 15.000 euro. Il borsista Erasmus ha anche un contributo di ateneo pari a 2,5 euro al giorno che lo studente ottiene al rientro. L’Erasmus in tempo di pandemia si è adeguato alle nuove normative affiancando alla possibilità di recarsi in loco, ove possibile, anche quella di riconoscere come valida la modalità a distanza restando nel proprio Paese: allo studente in questo caso non viene riconosciuta la borsa di studio ma solo gli esami conseguiti.
Le testimonianze
Sono state diverse ed eterogenee le testimonianze Erasmus nel corso dell’incontro, in primis la dott.ssa Maciocia ha condiviso il suo pensiero: “ho partecipato ad uno dei primi Erasmus e quindi sono convinta dell’esperienza di vita che può offrire” . “È stata un’esperienza unica, formante”, afferma Benedetta Policastro parlando del suo soggiorno Erasmus in Norvegia. Racconta: “Sono partita a inizio gennaio, durante le feste natalizie perché lì il semestre inizia prima e ho scelto di non tornare durante la pandemia. Ho scritto la tesi e svolto il tirocinio di cinque mesi, è stato molto formativo. Oltre all’università, l’esperienza è grande, lo stile di vita cambia. Quando sono arrivata non c’era il sole, era tutto buio con lastre di ghiaccio al posto delle strade, solo verso la fine ho avuto intere giornate di luce”. Altra testimonianza l’ha offerta Francesco Palma, laureato circa un anno fa e dottorando Marie Curie, con addirittura tre esperienze Erasmus distribuite tra la Triennale e la Magistrale. “Il primo Erasmus alla Triennale l’ho fatto in Germania, ad Amburgo, però richiedevano un livello davvero molto elevato di tedesco e con i tempi non ce l’avrei fatta. Ci siamo accordati e lì ho svolto anche un periodo di tirocinio oltre alla redazione della tesi. Durante la Magistrale, invece, sono andato due volte in Spagna con l’accordo Erasmus Traineeship: prima tre mesi a Madrid che sono stati fondamentali per la mia tesi, poi a Barcellona dove ho affiancato la figura del project manager. È un’esperienza che ti cambia dal punto di vista umano e lavorativo, come studente ti apre la mente”. L’incontro si è concluso con una esortazione da parte del prof. Zambrano: “C’è una disponibilità pienissima, il mio consiglio è: approfittiamone!”.
Maria Cristina Actis

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