Esami del primo anno, i docenti consigliano

Istituzioni di Diritto Romano, Diritto Privato, Diritto Costituzionale: tre esami del primo anno caratterizzati da difficoltà comuni. Programma molto vasto, argomenti difficili da memorizzare, necessità di un linguaggio tecnico che richiede esperienza: i punti ostici che racchiudono la complessità delle tre discipline. Voti bassi e bocciature frequenti testimoniano la concreta difficoltà degli studenti. Le matricole si ritrovano a memorizzare nozioni giuridiche che richiedono una proprietà di linguaggio che al primo anno non si possiede. Per dare un aiuto concreto agli studenti che affronteranno gli esami nei mesi di giugno e luglio, abbiamo raccolto una serie di informazioni utili concernenti le tre discipline. Un consiglio unico arriva da tutte le cattedre: “studiate tanto nei mesi precedenti e arrivate tranquilli in sede d’esame. Chi affronta il colloquio con calma ha maggiori possibilità di superare la prova con ottimi risultati”. Facile a dirsi, ma difficile metterlo in pratica… “Quello che suggerisco a tutti – ci spiega il prof. Raffaele Caprioli, docente di Diritto Privato – è la frequenza di corsi e seminari perché è durante il confronto diretto che si acquisisce la consapevolezza  che non fa tremare in sede d’esame. Quest’anno, purtroppo, ho riscontrato una ridotta partecipazione alle lezioni. Probabilmente la divisione dell’anno accademico in due semestri ha penalizzato gli studenti. Molti per sostenere gli esami a marzo non frequentano i corsi. Tutto questo va a discapito della preparazione. Alla fine di ogni lezione chiedo agli studenti di far presente i loro dubbi. L’interagire in questo modo consente di costruire un rapporto di fiducia con il docente che durante l’esame si rivela necessario”. Ma il programma su cosa si basa? Ci sono argomenti che non sono oggetto d’esame? E qual è un approccio costruttivo? “Non esiste un approccio alla materia che prescinde dal seguire, porre domande, studiare. Occorre instaurare un discorso tra il Codice Civile e il manuale su cui si studia, le Istituzioni danno un quadro d’insieme, a volte tecnico, che permette allo studente di entrare nel vivo del diritto positivo vigente. Ci sono argomenti più difficili, come le successioni e le obbligazioni, le persone, le cose, gli atti, i contratti e tanti altri argomenti da cui non si può prescindere. Nella mia cattedra  si esclude dal programma l’argomento dell’impresa e del lavoro e alcune parti del diritto di famiglia che gli studenti riprenderanno in modo approfondito nella specialistica”. Le aspettative del docente per la sessione estiva? “Quando gli studenti superano l’esame con voti alti è una soddisfazione. Purtroppo, negli ultimi tempi la percentuale di esami superati brillantemente è ridotta. La media dei voti è bassa, forse dipende dalla difficoltà di studiare una materia tecnica in così poco tempo. Tre mesi di corso non sempre sono sufficienti per acquisire quel linguaggio che si richiede. Una materia come il Diritto Privato deve avere il tempo di decantare, di essere assimilata, ma nel secondo semestre i tempi di apprendimento si riducono a causa degli esami in corso, questo è uno degli aspetti più deleteri della semestralizzazione”. 
Di parere concorde è il prof. Generoso Melillo, docente di Istituzioni di Diritto Romano. “La riforma ha penalizzato un po’ tutti, in tempi così brevi diventa difficile per uno studente assorbire le categorie generali del diritto ed esprimerle attraverso concetti giuridici formulati con un linguaggio appropriato. Occorrerebbe una didattica diversa, con tempi più lunghi sia per le lezioni che per lo studio”. L’1+4, il nuovo ordinamento che entrerà in vigore dal prossimo anno “dovrà essere gestito diversamente, tenendo conto anche degli altri ordinamenti che non sono stati mai abrogati”. E gli esami? “Gli esami non sono la cosa più importante dal punto di vista culturale, quello che ci interessa è la preparazione di base degli studenti. Durante le lezioni ho distribuito degli appunti (disponibili per tutti in Dipartimento), schemi riassuntivi che vanno bene per qualsiasi manuale si adoperi. I ragazzi hanno la libertà di scegliere il libro di testo e poi, entro il 28 ottobre di ciascun anno, possono concordare con me un programma di studio diverso, purchè  risponda ai contenuti sostanziali e scientifici della disciplina. Il Dipartimento è a disposizione degli studenti con ben 20 ore di assistenza settimanale”. Per quanto concerne la preparazione “non si può prescindere dallo studio del diritto come valore fondamentale, un insieme di norme che regolano obbligatoriamente una certa formazione sociale: coattività, norma giuridica, imperativo tecnico o categorico, categorie principali del diritto”. E la media dei voti? “Purtroppo bassa. La preparazione di base non rispecchia le aspettative, forse tra la fine dei corsi e l’inizio degli esami passa poco tempo. Comunque ci sono anche voti alti”. Conclude “gli studenti sono scoraggiati dalle prospettive lavorative post 3+2, ma le cose cambieranno…”. 
Occorre grande impegno anche per affrontare Diritto Costituzionale. Gli articoli, i principi fondamentali e le modifiche della Costituzione, con ampio spazio alla Corte Costituzionale, ai decreti legge e alle libertà: le domande più frequenti. I collaboratori del prof. Carlo Amirante spiegano: “Capire cosa sia una Costituzione, i suoi principi  ed i suoi organi, analizzare le relazioni che legano tra di loro gli organi, i rapporti di fiducia, la formazione del governo ed una sua eventuale crisi: ecco gli argomenti su cui focalizzare l’attenzione”. Inoltre “bisogna sviluppare una coscienza critica che volga uno sguardo alla realtà”. Diritto Costituzionale è un esame vivo, strettamente collegato all’attualità, in stretto contatto con il mondo esterno. 
Susy Lubrano
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