Esami che preoccupano, sbarrano, rallentano la strada. Il 3 giugno i più temuti sono Diritto Commerciale, Diritto Privato, Diritto del Lavoro ad Economia e Giurisprudenza. Gli studenti in attesa dell’esito si soffermano a raccontare le loro perplessità e paure. “L’esame di Privato con il prof. Roberto Bocchini è molto lungo e difficile, perché bisogna ricordare procedure, struttura, organizzazione, codici, leggi. Il volume consigliato è anche strutturato in modo complesso. Non ho seguito, ma seguire di sicuro aiuta, perché per i corsisti era possibile conseguire una parte dell’esame entro dicembre e l’altra a giugno. Di sicuro è meglio che l’esame sia tutto orale o solo scritto. Quando si articola tra scritto e orale si finisce per toccare sempre gli stessi argomenti. Per fortuna questo è solo orale”, spiega Giovanni, al secondo anno di Amministrazione Aziendale.
Il terzo anno di Management delle Imprese Internazionali è invece preoccupato per l’esame di Diritto Commerciale con il prof. Renato Santagata De Castro: “da lasciare rigorosamente per ultimo, perché il livello delle nozioni da immagazzinare è elevato, come la quantità di informazioni da memorizzare”, secondo Regina. “Il docente ci chiede di studiare due volumi: il primo conta 800 pagine, il secondo circa 1.200”, aggiunge Susi. “Occorrono tre mesi per studiarlo bene”, afferma Giuseppe Testa. “Il professore vuole tutto a memoria, anche le note. L’esame è interessante, ma perde d’interesse quando si è un po’ troppo pretenziosi”, sottolinea Francesco Pagano. L’ha già sostenuto Marco Di Martino, che spiega in cosa consiste: “lo sostieni prima con gli assistenti. Sono quattro domande su tutto il programma, su cui si può spaziare. Ovviamente dipende dalla preparazione individuale. Poi passi al docente, che ti pone una domanda in base a quello che ti hanno chiesto gli assistenti, ad un livello di difficoltà dipendente dal voto dei collaboratori. Se ad esempio ti chiede le società per azioni, vuol dire che il voto è buono e puoi argomentare liberamente. Se va nello specifico, il voto degli assistenti è basso. Io l’ho superato con 19 studiando un mese intero dalla mattina alla sera. Non ho seguito il corso, perché ritenevo che le informazioni fossero le stesse dei testi consigliati”.
Sostenuti, invece, gli esami di Diritto del Lavoro e Imprese Agroalimentari per i corsi di Giurisprudenza ed Economia Aziendale. Orlando, al quinto anno di Giurisprudenza, parla della prova di Diritto del Lavoro con il prof. Marco Esposito: “consta di tre fasi: una scritta, una con gli assistenti, l’ultima col professore. Lo scritto è un’idoneità, ed è composto da sei domande a risposta multipla, più una da motivare. Ci sono diversi distrattori, quindi occorre ragionare per individuare la crocetta giusta. Oggi quella da argomentare era sui caratteri della subordinazione. L’ho già tentato una volta e non ho superato lo scritto; ora sì, ma mi attende l’orale. Gli assistenti sono un po’ pignoli, fanno l’esame in coppia, ma se si va male cercano di aiutare con diverse domande. Arrivare al professore con 18 è un suicidio. Vede il voto e inizia a porre domande difficili. La media dei bocciati non è alta”.
Al terzo anno di Economia Aziendale Domenico ha sostenuto l’esame a scelta di Imprese Agroalimentari e Crescita sostenibile con la prof.ssa Azzurra Annunziata: “per noi corsisti era previsto un progetto da presentare in power point sugli argomenti del corso, preparati a casa in base al materiale fornito dalla docente. Il mio era su ‘Social Account Ability 8000. Responsabilità Sociale d’Impresa’. Si poteva anche discutere in coppia e ho scelto questa modalità. Mi è andata bene, ho preso 28”. Gli ultimi due esami che lo spaventano un po’: “Sistemi Informativi e Amministrazioni Pubbliche. Il primo è scritto, con otto domande a risposta aperta e due esercizi da completare in un’ora e 15 minuti. L’altro è paradossalmente più facile per i non corsisti, perché ai corsisti il docente chiede conoscenze più approfondite della materia. Ho scelto di seguire ugualmente, perché è l’unico modo per imparare qualcosa di spendibile al di fuori dell’ambito universitario”.
Il terzo anno di Management delle Imprese Internazionali è invece preoccupato per l’esame di Diritto Commerciale con il prof. Renato Santagata De Castro: “da lasciare rigorosamente per ultimo, perché il livello delle nozioni da immagazzinare è elevato, come la quantità di informazioni da memorizzare”, secondo Regina. “Il docente ci chiede di studiare due volumi: il primo conta 800 pagine, il secondo circa 1.200”, aggiunge Susi. “Occorrono tre mesi per studiarlo bene”, afferma Giuseppe Testa. “Il professore vuole tutto a memoria, anche le note. L’esame è interessante, ma perde d’interesse quando si è un po’ troppo pretenziosi”, sottolinea Francesco Pagano. L’ha già sostenuto Marco Di Martino, che spiega in cosa consiste: “lo sostieni prima con gli assistenti. Sono quattro domande su tutto il programma, su cui si può spaziare. Ovviamente dipende dalla preparazione individuale. Poi passi al docente, che ti pone una domanda in base a quello che ti hanno chiesto gli assistenti, ad un livello di difficoltà dipendente dal voto dei collaboratori. Se ad esempio ti chiede le società per azioni, vuol dire che il voto è buono e puoi argomentare liberamente. Se va nello specifico, il voto degli assistenti è basso. Io l’ho superato con 19 studiando un mese intero dalla mattina alla sera. Non ho seguito il corso, perché ritenevo che le informazioni fossero le stesse dei testi consigliati”.
Sostenuti, invece, gli esami di Diritto del Lavoro e Imprese Agroalimentari per i corsi di Giurisprudenza ed Economia Aziendale. Orlando, al quinto anno di Giurisprudenza, parla della prova di Diritto del Lavoro con il prof. Marco Esposito: “consta di tre fasi: una scritta, una con gli assistenti, l’ultima col professore. Lo scritto è un’idoneità, ed è composto da sei domande a risposta multipla, più una da motivare. Ci sono diversi distrattori, quindi occorre ragionare per individuare la crocetta giusta. Oggi quella da argomentare era sui caratteri della subordinazione. L’ho già tentato una volta e non ho superato lo scritto; ora sì, ma mi attende l’orale. Gli assistenti sono un po’ pignoli, fanno l’esame in coppia, ma se si va male cercano di aiutare con diverse domande. Arrivare al professore con 18 è un suicidio. Vede il voto e inizia a porre domande difficili. La media dei bocciati non è alta”.
Al terzo anno di Economia Aziendale Domenico ha sostenuto l’esame a scelta di Imprese Agroalimentari e Crescita sostenibile con la prof.ssa Azzurra Annunziata: “per noi corsisti era previsto un progetto da presentare in power point sugli argomenti del corso, preparati a casa in base al materiale fornito dalla docente. Il mio era su ‘Social Account Ability 8000. Responsabilità Sociale d’Impresa’. Si poteva anche discutere in coppia e ho scelto questa modalità. Mi è andata bene, ho preso 28”. Gli ultimi due esami che lo spaventano un po’: “Sistemi Informativi e Amministrazioni Pubbliche. Il primo è scritto, con otto domande a risposta aperta e due esercizi da completare in un’ora e 15 minuti. L’altro è paradossalmente più facile per i non corsisti, perché ai corsisti il docente chiede conoscenze più approfondite della materia. Ho scelto di seguire ugualmente, perché è l’unico modo per imparare qualcosa di spendibile al di fuori dell’ambito universitario”.
Commerciale
Il prof. Santagata, seguire e non lasciarlo in ultimo
Il prof. Santagata, seguire e non lasciarlo in ultimo
Il prof. Renato Santagata De Castro fornisce linee guida per il superamento del suo esame, Diritto Commerciale, ritenuto scoglio insormontabile dagli studenti: “cosa principale è seguire il corso di 72 ore per intero. Solo un centinaio continua a farlo, mentre i primi giorni si arriva a 200 presenze in aula. Non capisco il motivo degli abbandoni. Se segui con profitto, hai buone possibilità di superare l’esame, poiché durante le lezioni spiego quasi tutto il programma: Imprese – Società – Procedure concorsuali, tranne cose molto semplici da poter comprendere da soli”. Dall’anno prossimo: “con rammarico mio e del prof. Landolfi, che gestisce l’altra cattedra, l’esame si terrà al secondo semestre, per motivi organizzativi interni al Corso di Laurea in Economia Aziendale. Per quest’ultimo si sostiene al terzo anno, mentre per Management delle Imprese internazionali al secondo. Consiglio vivamente di non lasciarlo per ultimo, cosa che gli studenti tendono a fare. Di solito solo il 50% degli esaminandi riesce a superarlo, poiché molti credono di poter rivendicare un diritto, sostenendo che è l’ultimo esame e quindi spetta loro la promozione. A me non interessa che sia il primo o l’ultimo. Lo si supera solo studiando”. Meglio affrontarlo dopo il Diritto Privato: “perché propedeutico a quest’ultimo. Il tempo giusto da impiegare per prepararlo è soggettivo, dipende molto dalla qualità dello studio. Se si studia due intense ore al giorno, ci si può impiegare anche un anno. Ottenere un 30 non è impossibile, basta seguire e studiare bene”. Il docente insegna da undici anni alla Parthenope, ora come ordinario, precedentemente ricercatore alla Federico II: “posso dire che la qualità degli studenti è migliorata nel corso degli anni. Sono diventati più consapevoli”. Al primo semestre dell’anno venturo, sebbene il corso non si svolgerà prima del secondo, sarà possibile approfittare delle iniziative curate dal professore: “seminari sul tema e ricevimento dei miei assistenti almeno una volta alla settimana, per fornire tutte le spiegazioni necessarie alla comprensione dell’esame, nel caso ci fosse bisogno”.
Diritto del Lavoro
Il prof. Esposito, è una materia che “o si odia o si ama”
Il prof. Esposito, è una materia che “o si odia o si ama”
Anche il prof. Marco Esposito, docente di Diritto del Lavoro nonché Presidente del Corso di Laurea in Giurisprudenza, è dell’idea che il suo esame si superi più facilmente seguendo il corso: “fondamentale per due ragioni: è una materia in continua evoluzione e ha un andamento apparentemente lineare. Gli studenti fino al terzo anno di Giurisprudenza approcciano con una prospettiva tradizionale al diritto, che non ha nulla a che vedere con quello del lavoro. Lo studio qui è innovativo, l’approccio nuovo. Io li porto a comprendere le complessità della materia, stratificata in principi che si riempiono di contenuti nella Contrattazione Collettiva”. Un esempio? “Il licenziamento individuale è regolato dalla normativa del Codice Civile, su cui si innesta l’articolo 18. La Legge Fornero propone ulteriori modifiche, fino ad arrivare al Contratto a tutele crescenti. Ciò dimostra che la materia si compone in modo alluvionale. Gli studenti pertanto tendono a sottovalutarne l’aspetto diverso rispetto al classico Ordinamento giuridico italiano. Il Diritto del Lavoro è infatti un sistema giuridico formatosi extralegislativamente, seguendo andamenti non tipici. In sostanza o lo si odia o lo si ama”. Nella sessione del 3 giugno l’hanno superato in trentasei, di cui: sei 30, cinque 28 e tre 27. In cinquantasette si sono presentati allo scritto: “ciò vuol dire che il 50% dei prenotati lo supera. È un modo per testare se lo studente viene a tentarlo. I corsisti possono diluirlo in prove intercorso, ma non è detto che chi non segue non possa prendere un 30”. Durante le lezioni processi simulati e udienze del lavoro: “dietro la preparazione del corso c’è un grosso lavoro mio e dei colleghi, ma spesso i ragazzi non lo capiscono. Lo dimostra il fatto che, pur consentendo di visionare lo scritto di chi non riesce a superarlo, se il 40% dei bocciati viene a discutere la prova, già è un ottimo risultato. La mia materia si poggia sui principi di solidarietà e collettività, ci si deve spogliare dell’individualismo solitario per affrontarla al meglio e mettersi in gioco con problematiche che si incontreranno un domani all’ordine del giorno. Agli studenti non chiedo nulla di più di quel che cerco di offrire”.
Diritto Privato
Il prof. Bocchini: per superare la prova “basta studiare e non uscire tutte le sere”
Il prof. Bocchini: per superare la prova “basta studiare e non uscire tutte le sere”
Da tempo immemorabile considerato un mattone difficile da digerire, il Diritto Privato, per il prof. Roberto Bocchini, deve essere affrontato con consapevolezza e serietà, poiché materia chiave che consente la comprensione del funzionamento normativo: “per renderlo meno gravoso, ad inizio corso, sia di Economia e Commercio che Aziendale, suddivido gli studenti in quattro gruppi, seguiti ognuno da un assistente. In tal modo consento un confronto continuo con la materia. Le mie lezioni durano due ore e mezzo, più mezz’ora di discussione di un caso pratico, attraverso quiz a risposta multipla o altre modalità”. Per alleggerire ulteriormente il carico: “permetto una prova intercorso orale tra novembre e dicembre, che serve a far capire agli studenti se stanno affrontando la materia nel modo giusto. Solo se va bene, la tengo in considerazione per il voto finale. Inoltre, ho creato un gruppo yahoo dove condividere: materiale, programmi, domande. Non amo facebook perché confonde l’aspetto professionale con il privato”. Il ricevimento è sempre aperto ad ulteriori chiarimenti: “è ovvio che se si apre per la prima volta il volume di 800 pagine ad aprile, ci si avvilisce. La materia è dura, certo, ma diventa leggera per chi si impegna. Se vai in palestra per chiacchierare e non sollevi pesi, non ottieni risultati. Stesso discorso per lo studio”. Non è necessario aver affrontato il Diritto a scuola: “i miei studenti provengono in maggioranza dalla Ragioneria, dove questa materia si studia. Proprio chi l’ha studiata, però, ha la presunzione di conoscerla e raggiunge risultati mediocri, rispetto a chi la incontra per la prima volta, come gli studenti del Classico o dello Scientifico”. L’esame si divide tra assistenti e professore: “In totale ad ogni studente vengono poste circa sette domande, perché voglio realmente capire se studiano o no. In ogni prova c’è il fattore fortuna, da non sottovalutare, per cui non intendo penalizzare chi ha studiato abbastanza bene, ma ha beccato la domanda su cui non era molto preparato. Di solito le sessioni immediatamente dopo il corso sono quelle migliori. Per prendere un 30, basta comprendere il meccanismo del Diritto Privato e su ogni norma si saprà dove mettere le mani”. Ordinario alla Parthenope dal 2008, anche il prof. Bocchini ha riscontrato un miglioramento della qualità degli studenti: “un 60% funziona. Il 10% è molto bravo, il restante 30% non si sa perché si è iscritto all’università. Sottolineo in chiusura che per superare il mio esame non ci vuole molto, basta studiare e non uscire ogni sera”.
Allegra Taglialatela
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