La lingua, le divinità, i siti archeologici ma anche i film bollywoodiani: l’India che affascina

Alla luce dell’accordo stipulato con l’Università di New Dehli, tre studenti prenderanno parte a un progetto di mobilità internazionale. La convenzione con la Jawaharlal Nehru University prevede un periodo di studio in India dai tre mesi per ricerca tesi ai sei mesi per svolgere esami al fine di ottenere crediti formativi. “Io partirò per ricerca tesi. Si tratta di un progetto che avevo in mente già da tempo, che riguarda la figura femminile e la sua percezione all’interno del sufismo (ossia una corrente mistica nell’ambito della cultura islamica, n.d.r). È un tema che vorrei approfondire non solo cercando dai libri e mi auguro di riuscire a condurre sul posto una ricerca pratica, data la grande affluenza di santuari islamici sufi in India. So, inoltre, che l’Università indiana ha molti dipartimenti di studi, per cui uno studente di Culture orientali potrebbe sbizzarrirsi sul posto attivandosi alla ricerca di materiali pertinenti”, dice Annalisa Bocchetti, iscritta al Corso di Laurea Magistrale in Lingue e Civiltà Orientali. 
I candidati dovevano rispondere a determinati requisiti (media ponderata degli esami di profitto sostenuti, punteggio del voto di Laurea Triennale, progetto di studi/ricerca) ognuno dei quali avrebbe cumulato punti per la domanda. “Consiglio a tutti gli studenti di rispondere ai bandi per la mobilità internazionale, perché un progetto all’estero è un’occasione da non perdere per ampliare le conoscenze già acquisite e permettere di scoprire qualcosa di nuovo anche in relazione alle proprie ambizioni” ed è inoltre un’ottima occasione per mettere in pratica la lingua studiata, l’hindi ma anche l’urdu. “Per me non esiste solo l’hindi, ma esiste l’hindi in relazione all’urdu, che è la lingua ufficiale del Pakistan, dato che queste due lingue in qualche modo si appartengono. Qui all’Università studiamo sia la ‘spoken hindi’ attraverso lezioni molto dinamiche e piacevoli con il madrelingua sia la lingua letteraria vera e propria con la docente. Ma in India le sfumature di registro linguistico variano da zona a zona. A New Delhi, per esempio, sarà più facile trovare persone che parlano urdu più che hindi. Oltre al puro diletto filologico e letterario e alla passione di vedere i film bollywoodiani in lingua originale, la conoscenza dell’hindi rappresenta per me una piccola marcia in più che mi avvicina all’India, ma non l’unica. Quest’esperienza comprende senz’altro un percorso di maturazione personale e mi aspetto di ritornare in Italia più ricca sotto tutti i punti di vista”, continua Annalisa.
Oltre agli studenti di Lingue, hanno risposto al bando anche studenti di Archeologia. “Nel mio caso, si tratta di un soggiorno studio di sei mesi durante i quali sosterrò esami per approfondire le mie conoscenze archeologiche sulla cultura indiana”, afferma Camilla Cibele, iscritta al Corso di Laurea Magistrale in Archeologia, indirizzo Oriente. E prosegue: “entrare in contatto con una realtà diversa dalla propria risulta sempre un’esperienza positiva e sicuramente può arricchire dal punto di vista linguistico. Purtroppo, per quanto riguarda l’archeologia indiana, è soprattutto una necessità visto che l’offerta didattica non è molto vasta in Italia, per cui ho colto al volo l’opportunità di approfondire i miei studi direttamente sul campo”. La partenza è prevista per agosto, mese nel quale inizia il primo semestre. “Una volta arrivata lì, mi piacerebbe poter iniziare a lavorare come archeologa, però non disdegnerei poter collaborare anche con qualche rivista specializzata. La mia passione per l’arte e la cultura indiana sono nate proprio a L’Orientale dopo aver seguito il corso di Religioni e Filosofie dell’India. Per questo esame, ho dovuto studiare un testo su Shiva e mi sono completamente innamorata di questa divinità che ho poi approfondito successivamente con l’esame di Archeologia e Storia dell’arte dell’India. Ora è giunto finalmente il momento di scoprire da vicino i siti archeologici che ho finora potuto guardare solo dai libri”, conclude Camilla.
Sa.Sa.
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