E’ tempo d’esami a Giurisprudenza. Archiviata la pausa estiva, gli studenti si rimettono alla prova. Nonostante si corra tra una lezione e l’altra, quello che più spaventa in questo periodo è la lunga sessione d’esami con la quale ci si confronta. Sessione autunnale che, cominciata ad ottobre, avrà il suo epilogo con la sessione straordinaria a marzo. “Sei mesi molto lunghi – commenta Federica Bosco, studentessa al quarto anno – nei quali c’è voglia di dare il massimo e di sostenere più prove possibili. Un periodo stressante, ma che vale la pena vivere perché poi occorre attendere giugno per ulteriori appelli. Oggi c’è la prova di Diritto Commerciale, spero che vada bene, non voglio ritornare nella prossima sessione”. Stato d’animo comune quello di Federica. Nell’aula in cui si svolgono gli esami c’è un silenzio assordante. Esclama Barbara, studentessa al quinto anno: “la cattedra del prof. Carlo Di Nanni è davvero la più temuta ed anche la più terribile. Basti pensare ai bocciati della giornata”. Su una media di 60 persone esaminate, quasi la metà è tornata a casa a mani vuote. “Inammissibile che, nonostante abbiamo chiesto più volte la separazione in due tranche della prova, nessuno ci ascolti – dice Romano, studente al quinto anno – Ad ogni appello si ripetono le stesse scene, gente che va via dopo aver studiato mesi, senza ottenere risultati. Sono qui per valutare i pro e i contro. Ho l’esame a dicembre e mi occorre fare esperienza sul campo”. Uno spiraglio di luce arriva da Francesca: “Superato con 25, senza eccessivi problemi. Ho studiato tantissimo, tutta l’estate, non mi sono concessa pause. Ne è valsa la pena, la cattedra è esigente ma se si è preparati non si rimane a bocca asciutta”. Un consiglio? “Studiare e riassumere i concetti chiave attraverso degli schemi. In questo modo – spiega la studentessa – si agevola la ripetizione e si focalizza l’attenzione solo su quello che vale la pena memorizzare”. “Sarebbe comunque opportuna la divisione del programma – incalza Maria Luisa Fusco, studentessa fuori corso – in modo che gli argomenti ostici possano essere sviscerati con due esami diversi e quindi con diversa preparazione. Per Procedura Civile questo sistema c’è e ha dato degli ottimi risultati. Perché non si può importare anche a Commerciale?”. Risultati scarsi anche agli esami di Istituzioni di diritto privato del prof. Enrico Quadri. Lamentele da parte degli studenti sul manuale di studio. Giudicato troppo lungo e di difficile interpretazione, il ‘Bocchini-Quadri’ desta non poche preoccupazioni. “Rispetto alle altre cattedre – spiega Giulia Lubrano, studentessa al primo anno – il nostro libro di testo risulta più gravoso e richiede un impegno costante nell’interpretazione degli Istituti. Basti pensare al linguaggio adoperato: non è adatto a delle matricole, ci vuole una conoscenza approfondita per poter studiare e quindi rendere al meglio”. Di parere concorde Enrico Mattera, studente al primo anno: “Nella sessione estiva sono stato bocciato perché non utilizzavo termini giuridici appropriati. In realtà, ho trovato molte difficoltà nell’esplicazione del manuale e da matricola ho cercato di ‘arrangiarmi’. Oggi ho superato la prova con 21 e mi ritengo fortunato vista la mole di bocciati che mi sono lasciato alle spalle”. La media, in effetti, non è per nulla buona. “Superato con 22 – dice Gioia – mi aspettavo qualcosa di più ma, visto l’andamento della seduta, questo voto è paragonabile al trenta. Le difficoltà ci sono, la materia non è semplice, la cattedra è esigente e il manuale deve essere studiato tutto. In questa sede sono importanti pure le note, conviene non tralasciare nulla altrimenti si rischia di dover ritornare”. Cambio di registro agli esami di Storia del diritto medioevale e moderno del prof. Armando De Martino. Ambiente più rilassato e voti decisamente più alti, per una disciplina che da sempre non desta grandi preoccupazioni. “Il professore è molto disponibile – racconta Grazia Gioconda, studentessa al secondo anno – e il manuale di riferimento è di facile comprensione. Certo, occorre studiare. Il mio 28 si giustifica con quasi due mesi di studio e un’assidua frequentazione del Dipartimento. Inoltre, chi segue il corso ha delle agevolazioni che in sede d’esame fanno sempre comodo”. Voto alto anche per Camilla: “Il mio 30 racchiude il piacere di studiare questa disciplina. Materia che ho trovato facile, ma al contempo essenziale, perché aiuta a capire le fondamenta sulle quali si basa il nostro ordinamento. Consiglio ai miei colleghi di non sottovalutare l’esame, dà ottimi risultati solo se si studia, ed inoltre aiuta a chiarire dei dubbi su alcuni Istituti fondamentali che si troveranno in seguito, in altre discipline”.
Susy Lubrano
Susy Lubrano